Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione , Giuseppe Busìa, ha presentato la relazione annuale sull’attività svolta nel 2024. Il rapporto mette in luce vari problemi legati alla credibilità delle istituzioni, concentrandosi in particolare sulla diffusione dei conflitti di interesse e sulle modalità di affidamento degli appalti pubblici. Le criticità emerse riguardano anche il quadro normativo e l’evoluzione della corruzione. I dati sugli appalti e i rischi associati sono stati oggetto di un’attenta analisi, con un focus particolare sul settore farmaceutico e sull’impatto della tecnologia criminale.
Conflitti di interesse, un ostacolo per la fiducia nelle istituzioni
Giuseppe Busìa ha evidenziato che in Italia restano numerosi casi di conflitti di interesse, sia di piccola che di grande entità. Questi episodi intaccano la fiducia verso le istituzioni pubbliche e complicano la gestione trasparente della pubblica amministrazione. Il presidente dell’Anac ha sottolineato come il Parlamento abbia assistito a un vuoto normativo dopo l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, senza un adeguato rafforzamento delle tutele amministrative. L’eliminazione di questa sanzione penale non è stata compensata come promesso, portando a un indebolimento delle garanzie contro i conflitti di interesse. Il Codice dei contratti pubblici ha ridotto alcune tutele, lasciando maggiori margini per condotte non corrette e compromettendo l’indipendenza degli ufficiali pubblici.
Il pericolo dell’indebolimento normativo
Il rischio ora è che la gestione dell’interesse pubblico venga compromessa senza strumenti efficaci per contenerlo. Questa situazione fa aumentare la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni e rischia di influenzare negativamente tutte le procedure amministrative. Busìa ha insistito sul bisogno di un rafforzamento delle norme e di un controllo più stringente, affinché l’azione pubblica possa ritrovare credibilità e trasparenza.
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Appalti diretti dominano le gare pubbliche, crescono gli affidamenti vicino alla soglia
Nel corso del 2024, l’Anac ha rilevato come gli affidamenti diretti rappresentino una porzione enorme delle acquisizioni di servizi e forniture pubbliche, pari a circa il 98% del totale. Questi numeri testimoniano una forte tendenza a evitare le gare pubbliche in favore di procedure più snelle, ma meno trasparenti e controllabili. Di particolare preoccupazione è il massiccio aumento dei contratti assegnati senza gara, con importi compresi tra i 135.000 e i 140.000 euro, proprio al limite superiore delle soglie stabilite dalla legge. Questa pratica si è triplicata rispetto al 2021, quando la soglia era di 75.000 euro, mostrando una strategia diffusa per sfruttare al massimo le semplificazioni previste.
Conseguenze sulla trasparenza e la concorrenza
Questo fenomeno, secondo Busìa, crea un potenziale terreno fertile per condotte irregolari e per la mancanza di trasparenza nella spesa pubblica. La prevalenza di appalti diretti limita la concorrenza e riduce la possibilità di confronto fra operatori economici, elementi essenziali per mantenere condizioni eque e favorire un uso corretto delle risorse pubbliche.
Valore economico degli appalti pubblici e spesa in prodotti farmaceutici
Nel 2024, il totale degli appalti pubblici in Italia ha raggiunto un valore di 271,8 miliardi di euro, distribuito in circa 267.000 procedure di gara. Rispetto al 2023, si registra una diminuzione del 4,1%, mentre confrontando col 2022 si nota un calo ancora più marcato, pari al 7,3%. Questa riduzione riguarda l’intero comparto, anche se emergono settori in forte crescita.
Il mercato dei farmaci cresce considerevolmente
Il mercato dei prodotti farmaceutici spicca in modo particolare. Gli acquisti di farmaci nel sistema pubblico sono cresciuti del 37,2% rispetto all’anno precedente, superando quota 40 miliardi di euro. Questo aumento è legato ad esigenze sanitarie e all’ampliamento dei servizi offerti, ma anche al ruolo centrale che questi beni hanno nell’economia della salute pubblica.
Il monitoraggio degli appalti evidenzia quindi un quadro complesso: da un lato, la spesa complessiva appare in calo, dall’altro emergono segmenti specifici che assorbono una quota rilevante di risorse. La gestione di queste procedure deve poter garantire trasparenza e correttezza, per evitare sprechi o inefficienze.
Corruzione nuova frontiera: tecnologia e globalizzazione nei reati
La corruzione, secondo il presidente Busìa, ha subito una forte trasformazione negli ultimi anni grazie alle nuove dinamiche globali. I crimini legati alla corruzione si sono ampliati, coinvolgendo più attori e schemi e superando i confini nazionali. Le tecnologie digitali, in particolare le criptovalute, hanno facilitato operazioni illecite difficili da tracciare, modificando i metodi con cui si compiono tali reati.
Grandi gruppi economici e il ruolo della tecnologia
Busìa ha messo in evidenza come alcuni grandi gruppi economici abbiano raggiunto dimensioni tali da superare molti Stati, fondando il loro potere proprio sulle tecnologie digitali in grado di influenzare massicciamente l’opinione pubblica. Questo squilibrio tra potere economico e capacità di controllo statale pone sfide importanti all’azione di contrasto della corruzione.
Di fronte a ciò, l’Anac ritiene imprescindibile l’approvazione rapida della direttiva anticorruzione europea. Un quadro normativo europeo più forte potrebbe fornire strumenti efficaci contro le pratiche illegali e promuovere un ambiente più attrattivo per investimenti sostenibili. La competizione globale si gioca anche su questi aspetti, soprattutto considerando passi indietro ad esempio degli Stati Uniti che riducono temporaneamente la pressione anticorruzione. L’Europa ha così davanti una possibilità per affermarsi come punto di riferimento nella lotta a questi fenomeni.