L’attività fisica e lo stile di vita contro il carcinoma della vescica: le indicazioni dall’oncologia di vicenza

L’attività fisica e lo stile di vita contro il carcinoma della vescica: le indicazioni dall’oncologia di vicenza

L’attività fisica e una corretta alimentazione supportano i pazienti oncologici, mentre smettere di fumare riduce il rischio di carcinoma della vescica; la campagna Merck Italia promuove prevenzione e stili di vita sani.
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L’articolo evidenzia come attività fisica, dieta equilibrata e astensione dal fumo siano fondamentali nella prevenzione e nel supporto ai pazienti con tumore alla vescica, migliorando l’efficacia delle terapie e la qualità della vita. - Gaeta.it

L’attività fisica mostra effetti positivi non solo nei pazienti con tumore alla vescica, ma in chiunque stia affrontando terapie oncologiche. Nel corso dell’evento “non girarci intorno” promosso da Merck Italia a Vicenza, sono emersi spunti importanti sulle cure oncologiche, sui fattori di rischio legati al carcinoma della vescica e sulle abitudini che contribuiscono alla prevenzione. Il direttore facente funzione dell’unità operativa complessa di Oncologia dell’ospedale San Bortolo, Rocco De Vivo, ha illustrato il ruolo dell’attività fisica e di una corretta alimentazione nel supporto ai pazienti oncologici.

Fumo e carcinoma della vescica: un legame che pesa sul 50% dei casi

Rocco De Vivo ha rimarcato un dato fondamentale: metà dei tumori alla vescica è attribuibile al fumo di sigaretta. Nel contesto italiano, se la popolazione evitasse di fumare, si potrebbero prevenire quasi la metà degli episodi di carcinoma uroteliale. Il tabacco non riguarda solo questo tipo di tumore: è responsabile dell’insorgenza di neoplasie anche polmonari, della cavità orale e di altre zone del sistema respiratorio.

Non a caso la campagna di sensibilizzazione si concentra anche sull’astensione dal fumo come misura preventiva prioritaria. Alcuni casi di tumore alla vescica derivano da esposizioni professionali, ma la loro incidenza pare bassa in Italia. Così, appare chiaro che la priorità resta intervenire sulle abitudini personali.

Smettere di fumare riduce il rischio di nuovi tumori e controlla meglio l’andamento della malattia in chi è già stato diagnosticato. Il fumo non agisce soltanto come causa primaria, ma interferisce con l’efficacia delle terapie e peggiora gli effetti collaterali.

Prevenzione con stile di vita corretto e alimentazione mirata

Il messaggio chiave emerso dall’evento porta a considerare il proprio stile di vita come protagonista nella lotta contro il carcinoma della vescica. L’attività fisica, appunto, si unisce all’abitudine di mantenere una dieta equilibrata. De Vivo ha insistito sull’importanza di limitare i cibi processati e scegliere alimenti freschi, soprattutto vegetali, per ridurre l’introduzione di sostanze chimiche e conservanti.

Consumare frutta e verdura di stagione, magari proveniente da filiere controllate, offre difese naturali al nostro organismo e aiuta a modulare l’infiammazione, uno dei processi coinvolti nello sviluppo tumorale. Evitare gli alimenti troppo lavorati limita anche l’apporto di grassi saturi e additivi vari che possono danneggiare la salute a lungo termine.

La campagna “non girarci intorno” si propone di veicolare queste informazioni, andandole a veicolare nel contatto col grande pubblico attraverso eventi sportivi, come il Giro d’Italia. L’educazione su attività fisica, astensione dal fumo e buone pratiche alimentari si rivela uno strumento per raggiungere un impatto concreto sulla prevenzione oncologica e per supportare chi già affronta la diagnosi.

L’attività fisica come supporto durante le terapie oncologiche

Il professore Rocco De Vivo ha spiegato come l’attività motoria intervenga in modo favorevole su chi sta affrontando cure oncologiche. Le terapie antitumorali, chemioterapiche, biologiche o ormonali, generano spesso affaticamento e diversi effetti collaterali nei pazienti. Sorprendentemente, praticare movimento regolare aiuta a contrastare questa stanchezza. L’attività fisica non elimina i trattamenti, ma migliora la capacità del corpo di sopportarli e attenua i sintomi legati alle terapie.

Questo beneficio risulta evidente su una gamma ampia di pazienti oncologici e non soltanto su chi ha un carcinoma della vescica. Camminare, fare esercizi leggeri o attività a bassa intensità si traducono in una riduzione di dolori muscolari, debolezza e problemi metabolici che spesso accompagnano le cure. L’attività fisica stimola il sistema immunitario, favorisce la circolazione e aiuta a mantenere la massa muscolare.

La strategia adottata dall’ospedale San Bortolo punta a integrare il movimento nel percorso terapeutico senza sovraccaricare il paziente. L’obiettivo è raggiungere un equilibrio che migliori la qualità della vita durante la malattia, limitando le ricadute di tipo fisico e psicologico. Già da queste indicazioni si evince come l’intervento oncologico vada oltre la sola somministrazione di farmaci, puntando a un’assistenza più completa.

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