Latina si interroga sul suo ruolo come città capace di attrarre e trattenere i giovani. La questione coinvolge settori economici, sociali e culturali, mentre cresce l’attenzione sul futuro del territorio e sulle politiche da mettere in campo per evitare lo spopolamento. Grazie al progetto europeo Back in Town, promosso dalla Cgil Frosinone-Latina e altre realtà, si sta avviando un confronto approfondito sulle condizioni che rendono Latina appetibile per le nuove generazioni, ma anche sui limiti da superare. Si discute soprattutto di lavoro, abitare, cultura e mobilità, quattro chiavi decisive per la vitalità urbana e l’inclusione dei giovani.
Il progetto Back in Town e il dialogo tra istituzioni e giovani di latina
Il centro culturale Lestrella Pop, a Latina, ha ospitato un incontro importante in cui si è discusso del rapporto tra i giovani e gli spazi della città. Alle riflessioni hanno preso parte rappresentanti della Cgil, ricercatori del Centro Nazionale di Ricerca, studenti e istituzioni cittadine. Questo dialogo è inserito nel progetto Back in Town, sostenuto dalla Commissione europea e volto a favorire il dialogo sociale sulle politiche giovanili. La Cgil Frosinone-Latina ha aperto le porte del centro per mettere sul tavolo dati, idee e proposte. L’obiettivo è capire in che modo Latina può diventare un luogo dove i giovani trovano aiuti concreti per inserirsi nel lavoro, vivere e partecipare alla vita culturale e sociale.
Un confronto su scala nazionale
La discussione è nata dalle evidenze emerse durante il percorso di ricerca che coinvolge anche altre città medie italiane. Coordinate da alcune Camere del Lavoro, come quella di Lecce, queste attività mirano a sviluppare strategie territoriali in grado di sostenere l’inclusione economica e sociale delle nuove generazioni. Grazie a questo confronto, è emerso che solo mettendo insieme diversi soggetti, pubblici e privati, si può lavorare a veri progetti di rilancio, intercettando le reali esigenze dei giovani.
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Spopolamento e indice di attrattività: cosa dicono i dati su latina
Lo studio promosso da un team interdisciplinare, composto da ricercatori accademici e rappresentanti delle parti sociali, ha affrontato il tema dello spopolamento giovanile nelle città medio-piccole di Italia ed Europa. I giovani tendono a lasciare i territori definendoli poco stimolanti e con scarse opportunità di lavoro. Per seguire questo fenomeno si è elaborato un indicatore chiamato “indice di attrattività” che lega fattori come abitare, cultura, trasporti e occupazione.
L’applicazione dell’indicatore su Latina ha mostrato sfide evidenti nella capacità della città di trattenere e richiamare giovani provenienti da altri centri. Il tasso di migrazione verso aree ritenute più ricche di opportunità ha effetti pesanti su sviluppo e coesione sociale. Attraverso questo quadro si misura il divario tra le aspettative dei giovani e quanto la città è in grado di offrire. Lo studio incorpora anche un’analisi economica che spiega quanto i fattori urbani incidano su scelte complesse, che riguardano anche la qualità della vita quotidiana.
Intervenire per cambiare rotta
L’esperienza di Latina serve quindi a capire come intervenire per cambiare la rotta, affrontando nodi quali l’accesso alla casa, servizi culturali accessibili, reti di trasporto puntuali ed effettive occasioni di lavoro stabile. Dalla rilevazione emerge con chiarezza la necessità di politiche coordinate, che costruiscano una reale attrattiva urbana, capace di impedire lo svuotamento progressivo di un tessuto sociale già fragile.
Le richieste della cgil e la mobilitazione per politiche giovanili strutturate
Il Segretario Generale della Cgil Frosinone-Latina, Giuseppe Massafra, ha ribadito la necessità di un approccio che superi interventi temporanei o spot. L’idea centrale è fare in modo che le città diano il diritto di scelta ai giovani, consentendo loro di decidere se restare o andare via con condizioni concrete e non precarietà. La Cgil critica le politiche di incentivi poco strutturate, che non riescono a costruire basi resistenti per il futuro delle nuove generazioni.
Disorientamento e trasformazioni sociali
Secondo Massafra, le trasformazioni sociali in corso generano disorientamento, specie fra i giovani, esposti a continui cambiamenti non governati localmente. In questa situazione aumentano rischi come disuguaglianze e povertà. La strategia proposta si fonda sulla capacità del territorio di liberarsi da situazioni di smarrimento, assicurando strumenti di crescita condivisa. Il sindacato si pone come soggetto attivo, con l’intenzione di sollecitare il Comune di Latina ad aprire un confronto per mettere al centro le politiche giovanili.
La Cgil chiede una vera vertenza sulle politiche per i giovani, così da costruire insieme una risposta non episodica ma duratura. L’obiettivo è mettere in campo iniziative coordinate con enti pubblici e ambienti culturali, per aumentare le occasioni di lavoro, migliorare gli spazi abitativi e offrire servizi adeguati. La sfida è quella di rilanciare Latina in modo che possa interrompere il circolo dello spopolamento e diventare un punto di riferimento per chi vuole costruire un progetto di vita.
Il peso delle dimensioni urbane su lavoro, cultura, abitare e trasporti
Il confronto emerso da Back in Town si concentra su quattro pilastri percepiti come decisivi dagli stessi giovani: abitare, cultura, trasporti e occupazione. Ognuno di questi elementi contribuisce a comporre l’immagine complessiva della città come spazio di crescita o di abbandono.
Per abitare si intende la possibilità di trovare soluzioni abitative adeguate, con costi sostenibili e condizioni che favoriscano l’autonomia. A Latina, l’accesso alla casa resta un problema per molti studenti e lavoratori under 35. La pressione su affitti e compravendita limita le scelte e incentiva la fuga. Sul versante culturale, la città dispone di spazi ma spesso questi sono legati a iniziative episodiche che non riescono a coinvolgere stabilmente i giovani. Servirebbero progetti più articolati e continui, capaci di promuovere la partecipazione e la creatività.
Criticità nei trasporti e nel lavoro
I trasporti pubblici non sempre coprono efficacemente le esigenze di mobilità interna e verso le aree vicine. Questo limita gli spostamenti per studio e lavoro, aggravando la percezione di isolamento. L’occupazione è ovviamente il nodo centrale. Le opportunità di lavoro stabile sono scarse, spesso legate a settori poco sviluppati, mentre l’economia locale fatica ad assorbire i talenti rimasti o appena arrivati.
Questo quadro suggerisce che solo una combinazione di interventi su questi fronti può generare un’inversione di tendenza. Alla base c’è la consapevolezza che i giovani non vogliono solo uno stipendio, ma un contesto capace di offrire condizioni per una vita dignitosa e soddisfacente. Lo studio conferma come quel mix di elementi formi l’attrattività urbana riconosciuta a livello internazionale. Latina deve quindi affrontare queste sfide per non perdere la sua parte più vitale.