latina, donna di 100 anni operata con successo per stenosi aortica all’ospedale Santa Maria Goretti

latina, donna di 100 anni operata con successo per stenosi aortica all’ospedale Santa Maria Goretti

Un intervento percutaneo di valvuloplastica aortica eseguito con successo all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina su Elvezia, paziente ultracentenaria, dimostrando competenze elevate senza reparto di cardiochirurgia.
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Una paziente ultracentenaria è stata trattata con successo all'ospedale Santa Maria Goretti di Latina mediante valvuloplastica aortica percutanea, dimostrando l'efficacia delle cure cardiologiche anche senza cardiochirurgia. - Gaeta.it

Un intervento cardiologico delicato ha interessato una paziente ultracentenaria all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Il trattamento, eseguito nella divisione di cardiologia ed emodinamica, ha affrontato una grave stenosi della valvola aortica attraverso una procedura percutanea. L’evento evidenzia le capacità cliniche della struttura, che pur non avendo un reparto di cardiochirurgia, ha saputo garantire un intervento efficace in condizioni complesse.

La diagnosi e la situazione clinica della paziente

La signora Elvezia, da tempo seguita dallo staff del reparto guidato dal professor Francesco Versaci, ha mostrato segni di sofferenza cardiaca manifestati da dolori intensi al petto e improvvisi episodi di perdita di coscienza. Questi sintomi hanno spinto i medici ad approfondire gli esami. La diagnosi ha evidenziato una stenosi della valvola aortica, un restringimento che limita il flusso sanguigno e aumenta il rischio di complicazioni gravi, specialmente in un soggetto di età avanzata come lei.

Scelte terapeutiche per una paziente ad alto rischio

La gravità del quadro clinico ha imposto una scelta tempestiva. La paziente presentava rischi elevati di eventi ischemici o scompenso cardiaco fatali. Data l’assenza sul posto di un servizio di cardiochirurgia, il team medico ha proposto un’alternativa meno invasiva ma ugualmente fondamentale. È stata consigliata una valvuloplastica aortica percutanea, una procedura che sblocca la valvola senza richiedere un intervento a cuore aperto.

Dettaglio dell’intervento eseguito il lunedì mattina

Alle ore 11 di lunedì, la signora Elvezia è stata sottoposta all’intervento nell’unità di cardiologia ed emodinamica. Durante la valvuloplastica, si è inserito un palloncino attraverso un catetere, raggiungendo la valvola aortica e dilatandola con attenzione per ridurre il restringimento. Questa tecnica mira a ripristinare la funzionalità valvolare migliorando il flusso sanguigno e alleviando i sintomi.

L’operazione, pur delicata per l’età e le condizioni della paziente, si è svolta senza complicazioni. Le risorse e l’esperienza medica della struttura si sono dimostrate adeguate a gestire un caso così complesso. Il personale ha seguito con attenzione ogni fase e monitorato costantemente i parametri vitali della signora. La scelta della procedura percutanea si è confermata la più adatta data la situazione clinica e la struttura ospedaliera.

Monitoraggio e assistenza specialistica

Il personale medico ha lavorato in sinergia per garantire il successo dell’intervento, dimostrando competenze elevate nonostante la mancanza di un reparto di cardiochirurgia specifico.

Decorso post-operatorio e dimissione della paziente

Il giorno successivo, dopo 24 ore di riposo assoluto, la signora Elvezia ha iniziato una rapida ripresa. Il personale medico ha effettuato controlli continui per garantire stabilità e assenza di complicazioni. La paziente, in grado di alzarsi e muoversi, ha dimostrato una risposta positiva all’intervento.

Martedì alle 11, la donna è stata dimessa dalla struttura. Ha lasciato l’ospedale accompagnata dal figlio, camminando senza ausili. Prima di uscire, ha voluto scattare una foto ricordo con il primario, a testimonianza della fiducia nello staff che l’ha seguita. Il miglioramento della qualità della vita della paziente è stato evidente fin da subito.

Un caso esemplare per l’adattamento delle cure

Questo caso, raro per l’età avanzata della paziente, mette in luce l’importanza di adattare le cure cardiologiche al singolo paziente e alle risorse disponibili, garantendo trattamenti efficaci anche in centri senza cardiochirurgia.

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