l’assemblea nazionale di slow food italia traccia le nuove linee per il futuro del movimento

l’assemblea nazionale di slow food italia traccia le nuove linee per il futuro del movimento

A Roma, oltre seicento delegati di Slow Food Italia si sono riuniti alla Fao per rafforzare la partecipazione collettiva e promuovere un modello sostenibile che tutela cibo, ambiente e diritti.
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Nel luglio 2025 a Roma, l’assemblea nazionale di Slow Food Italia ha riunito oltre 600 delegati per discutere il futuro del movimento, promuovendo un modello di produzione alimentare sostenibile, partecipazione collettiva e difesa del diritto a un cibo buono, pulito e giusto. - Gaeta.it

L’undici e il dodici luglio 2025 a Roma, nella sede della Fao, si sono riuniti oltre seicento delegati provenienti da tutta Italia per l’assemblea nazionale di Slow Food Italia. L’incontro serve a definire i prossimi passi del movimento, ripensare la sua azione e rafforzare la partecipazione di soci e sostenitori in un momento storico segnato da sfide sul diritto al cibo e sul rispetto dell’ambiente. L’assemblea si configura come un momento di confronto aperto che coinvolge anche figure tra accademici, economisti, attivisti e artisti, tutti uniti dall’obiettivo di costruire un modello di società più attento alla qualità della vita e alla diversità.

Il valore del cibo oltre la nutrizione: un nodo geopolitico e sociale

Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food nato a Bra, ha più volte ricordato come il cibo non rappresenti solo un bisogno nutrizionale, ma la base della nostra identità e del nostro agire quotidiano. Nel corso dell’assemblea sono stati richiamati i molteplici ruoli che il cibo assume nelle società contemporanee. Il suo valore si estende dal rispetto per la terra e il lavoro agricolo, fino alla sua capacità di influenzare equilibri geopolitici internazionali e conflitti economici.

Il cibo si muove quindi su un piano che coinvolge interessi e tensioni globali; non a caso la sicurezza alimentare si lega a temi di sovranità nazionale e rapporti diplomatici. Slow Food sceglie di muoversi su questa scena ponendo al centro l’idea di un modello di produzione che rispetti l’ambiente e i diritti delle persone. Il movimento si oppone a una logica basata esclusivamente sul profitto breve termine, puntando su un’azione culturale e politica che promuove la biodiversità, la sostenibilità e la solidarietà.

L’assemblea nazionale di slow food italia: protagonismo e partecipazione collettiva

La due giorni alla Fao di Roma ha visto una presenza ampia e composita. I delegati hanno discusso non solo della riorganizzazione interna e del rinnovo delle cariche, ma anche di un progetto più ampio che metta al centro la partecipazione e la rappresentanza democratica. La presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, ha evidenziato come l’associazione lavori per incoraggiare una partecipazione attiva, controcorrente rispetto all’indifferenza politica e sociale che caratterizza questa epoca. Slow Food rivendica con forza il ruolo della collettività come soggetto politico capace di sostenere valori condivisi legati al diritto di accesso a un cibo buono, pulito e giusto per tutti.

Questo modello di delega partecipativa va oltre la semplice adesione formale: si basa su un impegno collettivo che coinvolge migliaia di persone che ritengono centrale la difesa delle risorse naturali, della biodiversità alimentare e della salute. La voce di questa comunità si manifesta come forza etica che orienta le scelte del movimento, in dialogo continuo con le realtà territoriali diffuse. Non a caso, la scelta di riunirsi presso la Fao – un organismo internazionale che si occupa proprio di alimentazione e agricoltura – sottolinea il legame diretto tra impegno locale e respiro globale.

Il ruolo di slow food italia: una rete diffusa di attivisti e soci

Da quasi quarant’anni Slow Food Italia costruisce un percorso che intreccia cultura, politica e tutela ambientale con il tema del cibo. Barbara Nappini ha ricordato come l’associazione lavori per garantire strumenti e diritti a tutti, in particolare l’accesso a un cibo qualitativamente valido, prodotto nel rispetto del territorio, della salute e della dignità del lavoro. Il movimento si fonda su una rete di soci che in questi anni è cresciuta fino a raggiungere decine di migliaia di persone solo in Italia, mentre nel mondo gli attivisti sono oltre un milione.

Questa comunità globale consente a Slow Food di avere un peso concreto nelle discussioni internazionali su alimentazione e sviluppo sostenibile. Diretta dall’Italia, l’associazione coordina progetti sul territorio, campagne di sensibilizzazione e iniziative rivolte sia ai produttori sia ai consumatori. Le azioni spaziano dalle piccole realtà agricole alla promozione di figlie, mercati e manifestazioni pubbliche. Il rinnovato impegno dell’assemblea di Roma segna un momento chiave per il rafforzamento di questa rete, che mette fine all’isolamento che molti vivono in tempi segnati da crisi ambientali e sociali.

Il futuro di Slow Food Italia, quindi, si costruisce attorno a una comunità ampia e radicata, consapevole del ruolo politico che il cibo ricopre nel presente. A Roma si è tracciata una linea che guarda avanti, con l’intenzione di unire cultura e azione concreta, in una società dove il diritto a un’alimentazione sana e sostenibile possa essere garantito a tutti.

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