L’ascolto al centro della comunicazione secondo papa francesco e il cardinale prevost prima della giornata mondiale

L’ascolto al centro della comunicazione secondo papa francesco e il cardinale prevost prima della giornata mondiale

Alla vigilia della 59.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, papa francesco e il cardinale robert francis prevost sottolineano l’importanza dell’ascolto umano, insostituibile dall’intelligenza artificiale, per una comunicazione autentica e empatica.
Le28099Ascolto Al Centro Della Comu Le28099Ascolto Al Centro Della Comu
L’articolo riflette sull’importanza fondamentale dell’ascolto autentico nella comunicazione umana, evidenziando gli insegnamenti di papa Francesco, del cardinale Robert Francis Prevost e di santi come Agostino e Francesco d’Assisi, e sottolinea i limiti dell’intelligenza artificiale nel sostituire il cuore umano. - Gaeta.it

La comunicazione oggi si regge su un bisogno antico: ascoltare davvero. Alla vigilia della 59.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, si riflette sul ruolo fondamentale dell’ascolto nelle relazioni umane e nella comunicazione, indicato con forza da papa francesco e dal cardinale robert francis prevost. Tra ricordi e spunti tratti da santi come agostino e francesco d’assisi, emerge una critica all’epoca digitale che troppo spesso premia chi “ha l’ultima parola” e sottovaluta il silenzio profondo e la disponibilità interiore. Inoltre, si sottolinea come l’intelligenza artificiale – per quanto sviluppata – non potrà mai sostituire la presenza di un cuore umano che accoglie e comprende.

Il ruolo di robert francis prevost e l’eredità di agostino e francesco d’assisi

Il cardinale robert francis prevost ha sposato da tempo il principio secondo cui occorre dedicare tempo al silenzio e all’ascolto prima di parlare o agire. Questa visione lo ha accompagnato fin dagli anni dell’attività pastorale in perù, fino a oggi, come prefetto del dicastero dei vescovi. Prevost fa riferimento a santi fondamentali per la tradizione cristiana, come francesco d’assisi che esortava i suoi frati a “inclinare l’orecchio del cuore”, e sant’agostino che otto secoli prima aveva scritto: “non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore”.

L’ascolto come modello di vita

Questo insegnamento non è solo una citazione storica ma un modello di vita per prevost, riconosciuto da colleghi e collaboratori come una persona che sa ascoltare profondamente. Anche il cardinale luis antonio tagle ha confermato questa caratteristica, descrivendo prevost come capace di pazienza e riflessione, che evita imposizioni e preferisce ponderare bene ogni decisione. Questi elementi mostrano come l’atto di ascoltare non sia semplice forma ma fondamento per decisioni responsabili e consapevoli. La tradizione di ascolto che unisce francesco d’assisi e sant’agostino viene aggiornata e proposta oggi come valore pratico nella guida della chiesa.

Le parole di papa francesco sull’ascolto come atto fondamentale della comunicazione

Nel gennaio scorso, papa francesco ha lasciato un breve messaggio dedicato ai giovani, diventato pubblico dopo la sua scomparsa. In meno di un minuto ha racchiuso un insegnamento semplice e potente: “quando una persona ti parla, aspettare che finisca per capirla bene e, poi, se me la sento dire qualcosa. Ma l’importante è ascoltare”. Queste parole sintetizzano un’esperienza di vita e di pontificato durata più di un decennio.

Francesco ha dedicato grande attenzione a chi sembra invisibile o fastidioso: i marginali, gli esclusi, quelli che la società preferisce ignorare. Ha reso l’ascolto il primo gesto di comunicazione, precedendo parole e giudizi. In questo modo, ha sottolineato che ascoltare non significa solo sentire le parole, ma anche accogliere con empatia e rispetto le ferite e la realtà degli altri.

La scelta di valorizzare l’ascolto anticipa e accompagna la ricorrenza della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, un momento che invita a riflettere sul modo in cui ci si parla e si costruiscono relazioni. L’invito di francesco ripropone la comunicazione come un processo umano, fatto di attenzione e della volontà di comprendere l’altro prima di informare o giudicare. L’ascolto diventa così un’azione che include vedere e toccare metaforicamente, per percepire le molteplici dimensioni dell’altro oltre le parole.

Comunicazione e ascolto nell’epoca digitale: sfide e contraddizioni

Il mondo contemporaneo, soprattutto nella dimensione digitale, sembra incentivare invece la ricerca della parola definitiva, quella che chiude la discussione o impone la propria tesi. In questo contesto, spesso si perde di vista che comunicare è un processo che dovrebbe arricchire entrambe le parti, anche quando opinioni e visioni differiscono. Il rischio è che le conversazioni diventino scontri in cui chi la “dice più grossa” prevale sugli altri, senza lasciare spazio a un dialogo autentico.

Papa leone xiv, il nome scelto da robert francis prevost durante il suo pontificato, ha interiorizzato questa lezione fin dalla giovane età, in famiglia e nella vita di comunità. Ha raccontato di un colloquio con suo padre prima di entrare nel noviziato, in cui ogni parola aveva un significato umano e profondo che invitava a riflettere e contemplare. Situazioni come queste rimarcano l’importanza di dedicare tempo e ascolto a chi ci parla, alimentando un rispetto che, nel mondo digitale, si fatica spesso a trovare. È proprio in queste condizioni che il silenzio può diventare uno strumento prezioso per mantenere viva la capacità di comprendere.

Intelligenza artificiale e limiti nell’ascolto della persona

Nonostante la crescita tecnologica, l’intelligenza artificiale non può sostituire ciò che sta al centro della comunicazione profonda: il cuore umano. Le macchine riescono a rispondere a domande, offrire dati o intrattenere, ma non possono accogliere il silenzio o sentire l’esigenza intima dell’altro. Nessun algoritmo riesce a cogliere le sfumature emotive che solo un interlocutore in carne e ossa può percepire.

Il cuore umano come principio irrinunciabile

Questo limite evidenzia che l’ascolto resta una virtù umana irrinunciabile, che richiede sensibilità e empatia, qualità che non si possono replicare. Le sfide giornaliere, in famiglia, nei luoghi di lavoro, nelle situazioni sociali si affrontano meglio quando la comunicazione si basa ancora su questo principio e non soltanto sugli strumenti o sulla velocità dell’informazione. La presenza di un cuore disposto ad ascoltare conferma il valore della relazione umana e rimane, anche nel 2025, una necessità concreta a cui guardare con attenzione.

La necessità di ascolto nelle responsabilità sociali e nelle crisi contemporanee

In un’epoca segnata da crisi su più fronti, la carenza di ascolto produce incomprensioni e conflitti. Le tensioni sociali, le divisioni politiche, le crisi personali trovano terreno fertile quando mancano persone disposte ad aprire il cuore e provare a capire l’altro. I ruoli di responsabilità richiedono una maggiore capacità di mettere da parte pregiudizi per accogliere opinioni e vissuti differenti.

Durante la pandemia da covid-19 si è avvertito con forza questo bisogno di vera comunicazione, fatta di dialogo e ascolto. Molti hanno sperimentato una sorta di isolamento non solo fisico ma emotivo, con un crescendo di desiderio di essere capita e accolta non solo da voci meccaniche o risposte automatiche, ma da presenze umane reali. Lo psichiatra eugenio borgna ha sottolineato come, nei mesi del lockdown, questa voglia di ascolto sia cresciuta a dismisura, una necessità radicata nella natura umana.

Change privacy settings
×