L'appello dell'industria delle bevande contro la sugar tax: una misura da rivedere

L’appello dell’industria delle bevande contro la sugar tax: una misura da rivedere

Il dibattito sulla sugar tax in Italia si intensifica, con Assobibe e altre associazioni che avvertono dei rischi per l’occupazione e il potere d’acquisto dei consumatori a partire dal 2025.
L27Appello Dell27Industria Delle L27Appello Dell27Industria Delle
L'appello dell'industria delle bevande contro la sugar tax: una misura da rivedere - Gaeta.it

Le preoccupazioni riguardo alla possibile introduzione della sugar tax in Italia a partire dal luglio 2025 stanno suscitando un forte dibattito tra le associazioni di categoria. Assobibe, l’associazione dei produttori di bevande analcoliche affiliata a Confindustria, ha lanciato un appello al governo per evitare questa nuova tassazione, sostenuta da altre 14 organizzazioni che rappresentano vari settori dell’agroalimentare. La questione è di grande rilevanza, poiché gli effetti sulla filiera potrebbero essere devastanti, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e incidendo sul potere d’acquisto dei consumatori.

Gli effetti della sugar tax

Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, ha descritto i rischi connessi all’applicazione della sugar tax, sottolineando che non si chiede al governo alcun tipo di sussidio, ma piuttosto di evitare l’introduzione di un ulteriore onere fiscale. Secondo Pierini, questa tassa non solo colpirebbe i produttori di bevande ma avrebbe un effetto domino sull’intera filiera agroalimentare, incorrendo in perdite significative. Si stima che potrebbero essere a rischio oltre 5.000 posti di lavoro a causa dei trasferimenti economici derivanti da tassazioni più elevate.

L’analisi mostra che l’introduzione della sugar tax comporterebbe un incremento della fiscalità pari al 28% per ogni litro prodotto. Questo aumento di costo non sarebbe sostenibile per molti produttori, con inevitabili ripercussioni sui consumatori finali, i quali si troverebbero a fronteggiare un potere d’acquisto notevolmente ridotto.

Un’impatto economico preoccupante

Le stime di Assobibe illustrano un quadro complesso: la sugar tax potrebbe provocare un mancato gettito IVA pari a 275 milioni di euro in seguito a una contrazione prevista del 16% delle vendite nelle aziende nel biennio successivo all’implementazione della norma. Il calo delle vendite direttamente correlato a questa tassazione potrebbe paralizzare investimenti programmati, con stime oltre i 46 milioni di euro sul budget per l’anno, e un effetto diretto sull’acquisto di materie prime che potrebbe superare i 400 milioni di euro. A questo si aggiunge un probabile decremento del fatturato aziendale che potrebbe toccare il 10%.

Pierini ha inoltre evidenziato che la situazione del 2024 non è stata positiva per il settore, eccezion fatta per un mese di agosto più favorevole, suggerendo che un’altra tassazione aggraverebbe ulteriormente le difficoltà economiche già manifestate. L’industria delle bevande, insomma, chiede di rivedere questa proposta prima di prendere decisioni che potrebbero avere un grande impatto.

Questioni di salute e comparazioni internazionali

Uno degli argomenti più discussi riguarda l’associazione tra la sugar tax e la salute pubblica. Assobibe sostiene che nei paesi in cui è stata introdotta per motivi sanitari, i risultati attesi non sono stati raggiunti. Pierini ha affermato che diversi stati che avevano previsto tale imposizione, alla fine hanno scelto di eliminarla. La questione rimane aperta e controversa, poiché i dati a supporto dell’efficacia della sugar tax non sembrano confermare le aspettative iniziali.

Il dibattito attorno alla sugar tax va oltre la semplice questione fiscale e si inserisce in un contesto più ampio che include la salute pubblica, il lavoro e la sostenibilità economica. Le prossime decisioni del governo saranno quindi cruciali non solo per l’industria delle bevande, ma per l’intero sistema agroalimentare italiano.

Change privacy settings
×