Nel panorama economico italiano del 2024, quasi la metà delle famiglie continua a risparmiare, sebbene il contesto attuale generi più preoccupazioni rispetto al passato. Un’indagine condotta da Acri e Ipsos, in occasione della Cento Giornata del Risparmio il 31 ottobre, mette in luce le fratture economiche nel paese, rivelando che il 33% degli italiani si sente in difficoltà nel mettere da parte risparmi rispetto alle generazioni passate, a causa di fattori come l’aumento del costo della vita e le sfide lavorative.
La propensione al risparmio nel contesto economico attuale
Secondo i dati raccolti, nel 2024 il 46% delle famiglie italiane è riuscito a risparmiare, un valore solo leggermente inferiore rispetto al 48% del 2023. Tuttavia, il clima di incertezza ha portato molti a sentirsi meno ottimisti rispetto al passato. Le ragioni principali di questa percezione negativa riguardano l’aumento vertiginoso del costo della vita, percepito dal 70% degli intervistati, e le condizioni lavorative critiche, su cui si esprime il 60% della popolazione. Oggigiorno, il risparmio è influenzato non solo da considerazioni economiche personali, ma anche da stili di vita cambianti che incidono sulle abitudini di spesa e investimento.
Il sondaggio ha inoltre rivelato un significativo calo nel livello di apertura all’investimento: solo il 34% degli intervistati ha dichiarato di investire una parte dei propri risparmi, rispetto al 36% nel 2023. Contemporaneamente, si mantiene una certa stabilità nella propensione a spendere o a mantenere il denaro liquido, con il 63% delle famiglie italiane che preferisce tenere i propri risparmi sui conti correnti.
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Un miglioramento generale del tenore di vita
Il report di Acri-Ipsos, considerando l’andamento economico degli ultimi anni, indica un dato interessante: il 49% delle famiglie ritiene di vivere meglio oggi rispetto al passato. Questa percentuale segna un notevole incremento, soprattutto rispetto ai dati del 2018, quando solo il 44% esprimeva la stessa opinione. Il motivo di questo cambio di percezione potrebbe essere ricondotto alla diminuzione delle famiglie in forte difficoltà economica e all’aumento di quelle che hanno migliorato la propria condizione di vita.
Il fatto che più del 57% degli italiani si senta soddisfatto della propria situazione economica attuale, una percentuale salita dal 56% al 64%, evidenzia come un buon numero di persone sia riuscito a contenere gli stress finanziari anche durante periodi economicamente sfavorevoli. Il calo dei costi energetici e tassi d’interesse relativamente bassi hanno contribuito a questo rinnovato senso di benessere.
Le nuove sfide della povertà
Malgrado i segni di una ripresa, ci sono ancora situazioni preoccupanti da affrontare. Ben il 17% delle famiglie vive una condizione di sopravvivenza, un dato che si traduce in circa 5,7 milioni di italiani in povertà. Persone che, nonostante un’occupazione, si trovano in un limbo di precarietà e fanno fatica a far fronte alle spese quotidiane. L’inflazione, in particolare, ha colpito duramente coloro che non hanno avuto la possibilità di adattare il proprio bilancio familiare, evidenziando come le problematiche economiche non siano uniformemente distribuite.
Risalta l’analisi della crescita delle famiglie in difficoltà dal 15% nel 2023 al 17% nel 2024, segno che, pur essendoci un miglioramento generale, ci sono ancora strati della popolazione in grandi difficoltà, incapaci di trovare stabilità. Inoltre, la qualità del lavoro per molti non ha permesso di raggiungere un’indipendenza economica soddisfacente, complicando la loro situazione di vita.
Questo scenario delineato dall’indagine Acri-Ipsos offre uno spaccato vivido della condizione economica italiana, rivelando contemporaneamente sfide e opportunità in un tempo di cambiamento.