La tensione in serbia non si placa. Da domenica scorsa, dopo la grande manifestazione antigovernativa di Belgrado del 28 giugno, gli studenti scesi in piazza hanno continuato a bloccare strade e incroci cruciali in molte città. Le loro rivendicazioni si concentrano su accuse di corruzione e deficit democratico da parte delle autorità. Contemporaneamente, si battono per il rilascio dei compagni arrestati negli scontri con la polizia e chiedono elezioni anticipate.
Il movimento studentesco e le sue rivendicazioni
Gli studenti serbi hanno organizzato una serie di azioni di protesta nelle principali città tra cui Belgrado, Novi Sad, Kragujevac, Vranje, Novi Pazar e Raska. Il movimento è nato a seguito della manifestazione di fine giugno, che aveva visto migliaia di partecipanti scendere in piazza contro il governo accusato di corruzione e mancanza di trasparenza nelle istituzioni politiche. Nel corso di quei giorni, i toni si sono accesi fino a sfociare in scontri duri con la polizia antisommossa.
I manifestanti puntano il dito contro un sistema che ritengono chiuso e poco affidabile, preoccupati dal modo in cui vengono gestite le questioni pubbliche. Hanno chiesto il rilascio immediato dei propri compagni finiti in carcere dopo gli scontri. Affermazioni di abuso e repressione da parte delle forze dell’ordine circolano tra i manifestanti. Tuttavia, le autorità negano di aver usato una forza eccessiva. Le richieste più urgenti riguardano anche l’indizione di elezioni anticipate, da considerare uno strumento per rispondere alle crescenti tensioni sociali.
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Le modalità delle proteste e l’impatto sulla mobilità urbana
Gli studenti hanno puntato sulle interruzioni della circolazione come forma di pressione sul governo e richiamo dell’attenzione pubblica. Hanno bloccato vie di grande scorrimento e incroci importanti, usando cassonetti della spazzatura, fioriere, biciclette e altri oggetti posizionati improvvisamente nelle carreggiate.
La polizia, intervenuta più volte per rimuovere i blocchi, si è trovata di fronte a manifestanti pronti a spostarsi rapidamente in altre zone e ricominciare da capo. Un altro metodo usato è stato quello della disobbedienza civile: decine di persone attraversano le strisce pedonali in modo molto lento e continuo, impedendo il transito dei veicoli e di fatto paralizzando il traffico.
Il trasporto pubblico è stato particolarmente colpito. Diverse linee di autobus e tram sono state sospese o deviate, creando disagi per i cittadini. Nonostante queste difficoltà, i manifestanti proseguono con le azioni quotidiane, che ormai durano da diversi giorni, segno che la protesta si è consolidata senza apparenti segnali di cedimento.
Le posizioni del presidente aleksandar vucic e le ipotesi sul futuro politico
Aleksandar Vucic, presidente della serbia, ha risposto con fermezza alle critiche relative all’uso della polizia nelle proteste. Ha negato ogni accusa di brutalità, sostenendo che l’azione delle forze dell’ordine sia stata proporzionata e necessaria per garantire l’ordine pubblico. Il capo dello stato ha escluso l’idea di elezioni anticipate nel breve periodo, ipotizzando che si voterà soltanto fra la fine del 2026 e l’inizio del 2027.
Expo 2027 e la strategia politica
Questa scelta è stata motivata con le preparazioni in corso per accogliere l’Expo 2027, evento incentrato su musica e sport che la serbia ospiterà a Belgrado. Vucic considera questa manifestazione un’occasione importante per valorizzare il paese sul piano internazionale e sostenere la crescita locale.
Le prospettive del movimento studentesco
Diversi analisti osservano che, rispetto al passato, il presidente appare meno convinto della certezza di vittoria elettorale del suo partito, l’SNS conservatore. La spinta del movimento studentesco, che intende presentarsi alle votazioni con una propria lista, ha modificato gli equilibri politici. Si apre così una fase di grande incertezza sui prossimi sviluppi.