L’assassinio di Hassan Nasrallah, il segretario generale di Hezbollah, apre un capitolo incerto nel movimento sciita libanese. Con oltre 32 anni alla guida dell’organizzazione, Nasrallah ha lasciato un’eredità che dovrà essere raccolta da un successore capace di mantenere il potere e l’influenza del partito non solo in Libano, ma sul piano internazionale. La successione rappresenta una questione delicata e le speculazioni si intensificano mentre i riflettori si puntano su potenziali candidati, con particolare attenzione su Hashem Safieddine, cugino di Nasrallah.
Chi è Hashem Safieddine e quali sono le sue possibilità di successione
Hashem Safieddine emerge come il principale candidato alla successione, secondo numerosi media arabi, tra cui al-Sharq al-Awsat. È un personaggio di rilievo all’interno di Hezbollah e la sua carriera è iniziata nel 1994, rendendolo uno degli esponenti più preparati per assumere la leadership. Fino ad ora ha ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio esecutivo, dove ha gestito con efficienza le operazioni quotidiane del movimento sotto la vigilanza di Nasrallah. La sua vicinanza al defunto leader e la sua esperienza possono rivelarsi decisivi in questo momento di transizione.
Safieddine ha 59 anni ed è conosciuto come il “braccio destro” di Nasrallah. Sebbene non sia un volto pubblico molto riconosciuto, ha un ruolo cruciale nell’amministrazione e nella gestione finanziaria di Hezbollah. La sua discrezione potrebbe essere uno dei suoi punti di forza, permettendogli di operare efficacemente dietro le quinte. Durante il suo incarico, ha preso decisioni importanti che hanno influenzato il corso strategico del partito, lasciando sempre al cugino maggiore la guida politica e pubblica.
La sua formazione non si limita al Libano. Safieddine ha trascorso anni in Iran, dove ha studiato a Qom, centro di alta educazione sciita, accrescendo le sue competenze e rafforzando i legami tra Hezbollah e Teheran. L’importanza di tali relazioni è ulteriormente potenziata dalla recente unione tra suo figlio e la figlia di Qassem Soleimani, il noto generale iraniano ucciso nel 2020. Questi legami continuano a solidificare la sua posizione e a suggerire un potenziale allineamento strategico con l’Iran, essenziale per la continuità politica di Hezbollah.
La rete di investimenti sotto la supervisione di Safieddine
Uno degli aspetti che rendono Hashem Safieddine un candidato forte è la sua lunga esperienza nella gestione del Consiglio esecutivo di Hezbollah, il quale svolge un ruolo fondamentale nella stabilità economica e operativa del movimento. Questo organo non solo sovraintende le attività quotidiane, ma gestisce una rete di investimenti globali che assicurano l’indipendenza finanziaria di Hezbollah.
Le risorse economiche gestite da Hezbollah sono notevoli, con investimenti che si estendono in diverse regioni, fra cui Medio Oriente, Africa, Europa e Americhe. Questi fondi sono cruciali per sostenere le operazioni militari e logistiche del gruppo, garantendo così un’ampia gamma di attività necessarie per il suo operato. Recentemente, il Consiglio esecutivo ha anche creato una distinzione con il Consiglio jihadista, separando le responsabilità economiche da quelle militari, il che potrebbe rivelarsi strategico nell’ambito di una leadership futura.
Inoltre, Safieddine ha abbracciato principi fondamentali del regime iraniano, come il ‘Wilayat al-Faqih‘, una dottrina teocratica che sostiene la governance da parte di giuristi. Anche se non tutti gli sciiti libanesi condividono queste opinioni, la sua posizione rappresenta un forte collegamento ideologico con Teheran, aumentando ulteriormente le sue credenziali per il ruolo di successore.
Altri possibili candidati: Naim Qassem e il contesto della successione
Mentre Hashem Safieddine si profila come il favorito nella corsa alla successione di Nasrallah, non si può ignorare la presenza di un altro candidato: Naim Qassem, attuale vice segretario generale di Hezbollah. Sebbene abbia un ruolo cruciale all’interno del partito, gli analisti sostengono che manchi del carisma e dell’influenza politica di Safieddine.
Qassem, pur essendo una figura ben nota e respected, viene spesso considerato più simbolico che operativo. La sua esperienza tende a centralizzarsi su ruoli di rappresentanza e comunicazione, piuttosto che sulla gestione attiva delle operazioni strategiche e politiche del gruppo. Questa percezione potrebbe rivelarsi un ostacolo significativo per la sua ascesa al potere, soprattutto in un contesto in cui la leadership di Hezbollah deve affrontare sia sfide interne che pressioni esterne.
Mentre il futuro di Hezbollah resta incerto, la successione di Nasrallah rappresenta un momento cruciale che potrà definire non solo il destino del movimento sciita libanese, ma anche la sua posizione nel complesso scenario geopolitico del Medio Oriente. Concludendo, emergono figure come Safieddine e Qassem, ognuna con le sue peculiarità e vantaggi, che potrebbero determinare l’evoluzione e la stabilità di Hezbollah nei prossimi anni.
Ultimo aggiornamento il 29 Settembre 2024 da Francesco Giuliani