La Regione Abruzzo ha emanato un’ordinanza per proteggere i lavoratori esposti a intensi sforzi fisici sotto il sole durante le ore più calde della giornata. Il provvedimento riguarda i settori agricolo, florovivaistico e cantieristico e impone un divieto di attività lavorativa al sole dalle 12.30 alle 16.00, fino alla fine di agosto del 2025. Questa misura risponde all’emergenza caldo che colpisce la regione, tutelando la salute di chi opera in condizioni climatiche difficili.
L’ordinanza regionale e le norme contro il lavoro al sole negli orari più caldi
L’ordine, firmato dal presidente Marco Marsilio su proposta dell’assessore alle Attività produttive Tiziana Magnacca e in collaborazione con gli assessori Nicoletta Verì ed Emanuele Imprudente, vieta rigorosamente il lavoro all’aperto in specifici orari. Dal 31 maggio fino al 31 agosto 2025, tutti i lavoratori nei settori dell’agricoltura, florovivaismo, cantieri edili e attività affini, non potranno esporsi al sole durante la fascia tra le 12.30 e le 16.00. Queste ore rappresentano il picco di temperature e il rischio più alto per la salute fisica degli operatori.
Prevenzione dei rischi e estensione della normativa
Il divieto si applica all’intero territorio abruzzese e serve a prevenire colpi di calore, disidratazione e altri effetti legati all’esposizione prolungata al sole con attività faticose. È un provvedimento che estende e istituzionalizza la pratica già adottata in passato, quando il livello di rischio era indicato “alto” dal portale www.worklimate.it, che monitora le condizioni climatiche e i rischi legati al lavoro sotto il sole.
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Esenzioni e obblighi per le pubbliche amministrazioni e cantieri di pubblica utilità
L’ordinanza lascia fuori, però, alcune categorie specifiche. Non si applica a strutture pubbliche, concessionari di servizi pubblici e loro appaltatori che svolgano lavori necessari per la pubblica utilità, la protezione civile o la sicurezza della popolazione. Questi soggetti devono comunque mettere in atto tutte le precauzioni possibili per ridurre i rischi derivanti dall’esposizione al caldo.
Misure di sicurezza e organizzazione del lavoro
Le istituzioni coinvolte sono chiamate a organizzare turni, pause frequenti, fornitura di acqua e altri accorgimenti per evitare pericoli per la salute degli operatori. La norma ribadisce così l’obbligo di adottare misure di prevenzione e sicurezza anche in condizioni di emergenza, garantendo che le attività essenziali continuino senza mettere a rischio gli operatori.
Il ruolo dei sindacati e le tensioni con le normative locali
Il testo dell’ordinanza conferma la possibilità di mantenere provvedimenti locali adottati da sindaci e amministrazioni comunali, purché non vadano contro la direttiva regionale o la normativa generale in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Questo punto lascia margine di manovra alle istituzioni più piccole per intervenire sui rischi specifici del territorio, ma senza indebolire la tutela stabilita a livello regionale.
L’assessore Tiziana Magnacca ha sottolineato il dialogo già avviato con i sindacati, che avevano evidenziato la necessità di una misura diffusa per tutto il periodo estivo. Quella in vigore è dunque una riedizione più rigorosa rispetto a quella dello scorso anno, dove la sospensione delle attività era legata solo ai giorni con allerta meteo “alta”. Ora l’ordinanza fissa un blocco più ampio, garantendo protezione continuativa a chi lavora all’aperto fino alla fine di agosto 2025.