Nel corso di un controllo effettuato a villa santa maria, un laboratorio artigianale di produzione gelati ha subito una chiusura temporanea. L’intervento si è reso necessario a causa di numerose violazioni di norme igienico-sanitarie e mancanze nella gestione della tracciabilità degli alimenti. L’azione è stata condotta congiuntamente dai carabinieri forestali e dal personale della asl, con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei consumatori e il rispetto delle disposizioni europee in materia alimentare.
Attività di controllo e ruolo delle forze dell’ordine e asl
Sono stati i militari del nucleo carabinieri forestale di villa santa maria a coordinare le operazioni di ispezione all’interno del laboratorio, insieme agli addetti della asl. Questi ultimi si sono occupati principalmente di verificare il rispetto delle normative sanitarie e amministrative, seguendo quanto previsto dal regolamento CE 852/2004. Tale regolamento impone requisiti specifici di igiene per tutti gli operatori del settore alimentare, con particolare attenzione ai locali di produzione, alle attrezzature e alle procedure adottate.
Focus sulla normativa europea ue 178/2002
Durante il controllo, il personale ha focalizzato l’attenzione anche sul regolamento UE 178/2002, che detta le regole per la rintracciabilità degli alimenti in tutta la filiera produttiva. Questa norma è centrale per contenere i rischi legati all’immissione sul mercato di prodotti potenzialmente contaminati o non conformi, consentendo un rapido intervento di richiamo o blocco delle merci non sicure. Gli inadempimenti riscontrati hanno comportato una sanzione amministrativa di 4.500 euro nei confronti del laboratorio.
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Condizioni igieniche riscontrate e criticità strutturali
I responsabili dell’ispezione hanno trovato all’interno del laboratorio una situazione igienica preoccupante. Le superfici presentavano evidenti tracce di sporco, mentre alcune attrezzature fondamentali come i frigoriferi mostravano segni di ossidazione e ruggine. Queste condizioni non solo compromettono la qualità degli alimenti, ma favoriscono anche lo sviluppo di agenti patogeni.
Oltre al degrado igienico, nel laboratorio si constatava un disordine diffuso, aggravato dalla presenza di suppellettili non pertinenti all’attività produttiva. Questo problema rendeva più difficile mantenere standard adeguati di pulizia e prevenzione della contaminazione.
Carenze strutturali importanti
Significative erano anche le carenze strutturali: mancavano spogliatoi e servizi igienici conformi alle normative per il personale addetto, una violazione grave, considerando le funzioni igienico-sanitarie connesse. La carenza di tali ambienti rendeva più rischiose le condizioni di lavoro e aumentava la probabilità di contaminazioni crociate.
Mancanza di procedure aziendali e sistema di tracciabilità assente
Il controllo ha fatto emergere anche una totale assenza di procedure interne per il controllo e la gestione degli alimenti prodotti. Non erano attivi sistemi precisi per controllare la sicurezza dei processi né per registrare il percorso dei prodotti finiti, fondamentali per garantire la qualità e la trasparenza nei confronti dei clienti e delle autorità competenti.
Il blocco si è reso necessario in particolare per la presenza di circa 150 chili di prodotti utilizzati per la produzione di gelati. Questi alimenti erano privi di qualsiasi documentazione o indicazione riguardante la loro origine, la lavorazione o la destinazione. Senza tracciabilità, non si può escludere un rischio per la salute del consumatore.
Il valore stimato di questi alimenti è di circa 3.500 euro. Per evitare danni più ampi, i prodotti sono stati posti sotto vincolo sanitario, con il divieto di commercializzazione e consumo finché non si risolveranno le irregolarità e si ripristineranno le condizioni di sicurezza richieste dalle norme europee.