La vera storia del poliziotto italoamericano frank serpico raccontata nel film cult di sidney lumet su rai movie

La vera storia del poliziotto italoamericano frank serpico raccontata nel film cult di sidney lumet su rai movie

La storia di Frank Serpico, poliziotto italoamericano di New York, raccontata nel film del 1973 diretto da Sidney Lumet con Al Pacino, che denuncia la corruzione interna e ispira ancora oggi.
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"Serpico" (1973), diretto da Sidney Lumet e interpretato da Al Pacino, racconta la vera storia di Frank Serpico, poliziotto di New York che lotta contro la corruzione interna al dipartimento, diventando un simbolo di integrità e coraggio. - Gaeta.it

La storia di frank serpico, poliziotto italoamericano del dipartimento di new york, ha lasciato un segno profondo nella storia della lotta contro la corruzione. Il film del 1973 diretto da sidney lumet e interpretato da al pacino porta sullo schermo questa vicenda con un realismo che ancora oggi colpisce. Stasera, alle 21:20 su rai movie canale 24, torna in programmazione questo titolo che ha segnato un’epoca e il cinema di impegno sociale. Scopriamo qualche dettaglio sulla produzione, la trama e alcune curiosità poco note che emergono dal dietro le quinte di serpico.

Un cult firmato sidney lumet con al pacino protagonista

Il film serpico, diretto da sidney lumet, rappresenta una delle opere più significative nel panorama cinematografico americano degli anni ’70. Lumet, noto per la sua capacità di narrare storie di impegno sociale e corruzione, costruisce con cura un racconto che mette in scena una realtà complessa, senza edulcorazioni. Al pacino, all’epoca tra i volti più in ascesa di hollywood, restituisce un ritratto intenso e credibile di un uomo che spezza con il conformismo.

La pellicola, uscita nel 1973, conquistò subito pubblico e critica anche grazie all’accuratezza nella ricostruzione della vita quotidiana a new york. Alcuni personaggi secondari, come john randolph, jack kehoe e anche f. murray abraham , aggiungono spessore all’atmosfera fatta di tensioni nascoste e rapporti umani fragili. Non manca la presenza di alfie, il cane da pastore che accompagna serpico, diventato un elemento riconoscibile. Pur essendo un film degli anni ’70, serpico mantiene una freschezza narrativa che gli permette di parlare ancora oggi a chi guarda.

Anche la colonna sonora e certe scene iconiche restano impresse nella memoria, rendendo la pellicola un appuntamento imprescindibile per ogni appassionato di cinema di denuncia. Al pacino ricevette per questo ruolo numerosi premi, tra cui un david di donatello e un golden globe, con la candidatura all’oscar come miglior attore protagonista.

La trama di serpico: un uomo contro il sistema

La vicenda segue frank serpico, agente di polizia appena entrato nel corpo che non accetta compromessi morali. Contrasta fin da subito con i colleghi, molti dei quali accettano tangenti senza problemi. Il suo stile di vita bohemien nel quartiere di greenwich village, con barba incolta e interessi alternativi, lo fa difetto agli occhi di chi lo circonda. Nonostante questo, serpico si impegna con rigore nel suo lavoro, ma la scoperta di un sistema diffuso di corruzione spinge la sua coscienza a denunciare.

Quando i superiori ignorano i suoi allarmi, decide di rivolgersi direttamente all’opinione pubblica, rilasciando informazioni a giornali e commissioni d’inchiesta. La sua testimonianza innesca la commissione knapp, un’indagine che porta a un’ondata di arresti e processi. Ma questa scelta lo rende un uomo isolato e sotto costante minaccia, a rischio anche della propria incolumità. La sua esperienza mette in luce il prezzo da pagare per chi decide di parlare in ambienti dove il silenzio è l’unico codice condiviso.

Serpico si rivela quindi una figura che rompe con la cultura del corpo di polizia, portando all’esterno verità scomode e rischi personali elevati. La trama del film segue con precisione questi momenti, mantenendo alta la tensione e mostrando le conseguenze di una scelta difficile.

Il racconto di serpico si inserisce in un’epoca in cui molte istituzioni americane furono messe in discussione, disvelando meccanismi di potere e omertà. Oggi la pellicola resta un documento per comprendere quanto sia complicato per gli uomini delle forze dell’ordine confrontarsi con la propria coscienza e con il sistema di cui fanno parte.

Il contesto storico e sociale che ha ispirato serpico

Frank serpico è un agente di polizia con origini italiane che ha lavorato a new york in un periodo critico degli anni ’60 e ’70, quando il dipartimento si trovava a dover fronteggiare un problema radicato di corruzione interna. Serpico si distingue subito per il suo rifiuto di accettare tangenti e il suo attaccamento a un ideale di onestà che lo isola dai colleghi. Il film del 1973 racconta in modo preciso questo conflitto, riflettendo una realtà difficile in cui i corpi di polizia non solo tolleravano, ma a volte incoraggiavano meccanismi illeciti. Questi fatti portarono a un procedimento pubblico noto come la commissione knapp, che aprì una profonda inchiesta su pratiche illegali e abusi all’interno del dipartimento.

Il personaggio di serpico, interpretato da al pacino, incarna questa lotta e il rischio personale a cui andò incontro denunciando la corruzione. La sua storia finì per mettere in luce un problema ignorato o nascosto dalle autorità. La vicenda, tragica e al contempo coraggiosa, si è trasformata in un simbolo di integrità in ambienti ostili, tanto da entrare nell’immaginario collettivo con lo sguardo di un attore che sapeva trasmettere inquietudine e sincerità.

Curiosità e dettagli poco noti della pellicola serpico

Dietro le quinte di serpico ci sono storie che aggiungono valore alla già complessa trama. Per esempio, al pacino incassò diverse multe durante le riprese perché la polizia di new york, riconoscendolo come rappresentazione del personaggio, lo punì impedendogli di usare l’auto sul set. Questo è solo un esempio di come la realtà abbia interferito con la messa in scena, dimostrando che il film non era solo storia ma anche testimonianza di tensioni vere.

Tra gli errori passati al montaggio ce ne sono alcuni leggeri, come continuità che saltano o dettagli di scenografia che si modificano da una scena all’altra. Si possono notare questi particolari con una visione attenta, ma non sottraggono nulla alla potenza del racconto. Chi ha visto il film più volte, comunque, continua a scoprire aspetti sottili legati ai personaggi o all’ambiente urbano.

Un elemento curioso riguarda le scelte musicali: nel film, serpico ascolta l’aria “E lucevan le stelle” dall’opera tosca di giacomo puccini, momento carico di malinconia. La vicina di casa, laura, riconosce la musica e nomina il tenore jussi björling, ma serpico risponde che si tratta di giuseppe di stefano, il famoso cantante italiano scomparso nel 2008. Questo scambio riflette le radici italiane del protagonista, un dettaglio sottile ma efficace per caratterizzarne personalità e gusti.

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