Nella sua recente lectio magistralis all’assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico, tenutasi a Grado, l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ha fatto riflettere sull’importanza di un rapido adeguamento del modello culturale e della collaborazione tra settore privato e industria. Cingolani ha sottolineato come l’urgente sviluppo di regole e normative sia cruciale per mantenere il passo con l’avanzamento tecnologico.
Necessità di un adeguamento culturale
Secondo Cingolani, il mondo della tecnologia richiede un cambiamento rapido e significativo nell’approccio culturale. L’ad di Leonardo ha dichiarato che il tempo non è dalla parte dell’industria, richiamando all’attenzione il fatto che la tecnologia avanza a ritmo incalzante. La presenza di figure imprenditoriali di spicco come Elon Musk e Jeff Bezos e il ruolo delle grandi università, rende evidente che l’industria italiana deve accelerare la propria capacità di innovare e apprendere. “Stiamo andando troppo lentamente” ha avvertito, esprimendo preoccupazione per i treni persi in termini di innovazione e conoscenza.
Cingolani ha sottolineato che la percezione del capitale umano come un elemento fondamentale della crescita economica e tecnologica rischia di diventare una riflessione tardiva. Questo richiede un cambiamento di mentalità che abbracci l’innovazione e la formazione continua. La messa in discussione di come le nuove tecnologie affettano l’interazione tra uomo e macchina è essenziale, prima che gli altri paesi ci superino completamente.
La velocità della tecnologia e i suoi effetti
Il tema centrale del discorso di Cingolani ha riguardato la velocità con cui le tecnologie emergenti si sviluppano. Ha indicato che, paradossalmente, è proprio il progresso rapido delle tecnologie che crea situazioni difficili da regolare e gestire. Appare chiaro che l’evoluzione degli strumenti di Intelligenza Artificiale e altre tecnologie avanzate avviene a una velocità che spesso non viene accompagnata da un adeguamento delle normative.
La riflessione di Cingolani invita a considerare la necessità di stabilire regole e standard che possano tenere testa a queste innovazioni. L’accelerazione della produttività tecnologica porta a una crescente complessità nell’interazione tra esseri umani e macchine, aprendo scenari di difficoltà nel monitorare e gestire i prodotti e i servizi che ne derivano.
Il paradosso dell’evoluzione tecnologica
Un altro punto cruciale del suo discorso è stato l’effetto di queste innovazioni in contesti critici, come ad esempio la recente guerra in Ucraina. Cingolani ha illustrato come un drone di poco valore economico, sviluppato per un uso praticamente ludico, abbia dimostrato una capacità devastante. Utilizzato in modo astuto da uno studente, il drone è riuscito a infliggere danni significativi a un carro armato dal costo di circa 15 milioni di euro.
Attraverso questo esempio, Cingolani ha messo in evidenza il passaggio da una guerra tradizionale, caratterizzata dall’uso di armi convenzionali, a una guerra che integra tecnologia digitale. “Non è più la guerra dei bullets, ma di bullets e bytes” ha affermato, rimarcando il cambiamento radicale nel modo in cui si combatte.
In questo contesto, Cingolani ha avvertito che l’introduzione di tecnologie digitali nella sfera del conflitto ha preso in contropiede le tradizionali strategie di difesa, evidenziando così la necessità di una strategia adeguata che tuteli gli interessi nazionali e di sicurezza.
Con queste osservazioni, Roberto Cingolani ha posto domande rilevanti sulla direzione della tecnologia e sull’urgenza di affrontare le sfide poste dall’innovazione.
Ultimo aggiornamento il 27 Settembre 2024 da Sara Gatti