La vanità dell'assenza: la mostra di Dario Fiocchi Nicolai apre a Roma con una riflessione sull'apparire

La vanità dell’assenza: la mostra di Dario Fiocchi Nicolai apre a Roma con una riflessione sull’apparire

La mostra “la vanità dell’assenza” alla galleria Kayros Contemporary Art di Roma, curata da Matteo Maione, presenta le opere di Dario Fiocchi Nicolai che riflettono sull’apparenza e la presenza nell’era della visibilità digitale.
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La mostra "La vanità dell'assenza" a Kayros Contemporary Art di Roma presenta le opere di Dario Fiocchi Nicolai, che esplorano la tensione tra presenza e invisibilità, riflettendo sull'ansia contemporanea legata all'apparire e alla visibilità nella società odierna. - Gaeta.it

La galleria Kayros Contemporary Art a via Giulia a Roma ha inaugurato il 13 giugno la mostra “la vanità dell’assenza“, un’esposizione dedicata all’indagine pittorica sull’apparenza e la sua inconsistenza. Il percorso, curato da Matteo Maione, propone una riflessione sull’ossessione contemporanea riguardo alla presenza e all’immagine, temi al centro delle quindici opere presentate da Dario Fiocchi Nicolai. L’accesso libero fino al 31 luglio permette di confrontarsi con una visione che unisce arte e critica sociale, senza perdere di vista l’intimità e la dimensione personale del lavoro artistico.

Una mostra che indaga la futilità dell’apparire

“La vanità dell’assenza” sembra voler smascherare una contraddizione insita nel mostrare se stessi a ogni costo. Le opere di Dario Fiocchi Nicolai non si limitano ad essere semplici dipinti, ma diventano uno specchio che riflette l’ansia contemporanea di dover essere visti, ammirati, riconosciuti. L’assenza citata nel titolo non è vuoto, ma un’assenza carica di significati: parla di un’apparizione forzata, di una presenza imposta, destinata a dissolversi nell’istante stesso in cui si manifesta. Nell’era dei social e della continua visibilità, questo messaggio diventa ancora più attuale.

Le figure evanescenti rappresentate nelle tele appaiono come corpi sfuggenti, quasi trasparenti, in costante ricerca di un qualcosa da afferrare. Questa impazienza dà corpo a un’ansia visiva e esistenziale, che si esprime come una “fame di presenza” destinata a restare insoddisfatta. La mostra invita a guardare oltre la superficie, a mettere in discussione il valore reale delle immagini che consumiamo quotidianamente e del bisogno di esserci “a tutti i costi”.

Il ruolo del curatore e il valore simbolico del vernissage

Matteo Maione, curatore della mostra, sottolinea l’importanza storica e simbolica del vernissage nell’arte. Ricorda come, un tempo, partecipare a queste serate rappresentasse un privilegio: solo in quell’istante l’artista completava il quadro con l’ultimo tocco di vernice trasparente, detta atramentum, necessaria a esaltare la lucentezza dell’opera prima della sua presentazione ufficiale al pubblico.

Questo rituale si perde oggi in una società che, invece, pretende una presenza continua, slegata dal valore reale e dall’autenticità. Maione suggerisce che, in passato, il momento della vernice rappresentava un punto di passaggio, un vero e proprio compimento, mentre oggi si assiste a una presenza perenne fatta di apparizioni e sparizioni senza sostanza. La curatela cerca dunque di riportare l’attenzione su questi aspetti, mettendo in evidenza come le opere di Fiocchi Nicolai siano un invito a riflettere su questa transizione.

Le opere di dario fiocchi nicolai tra introspezione e critica sociale

Dario Fiocchi Nicolai ha trovato nella pittura un mezzo per confrontarsi con sé stesso e con le contraddizioni della società. Le sue tele racchiudono un’intensità emotiva che si esprime attraverso figure che sembrano sfuggire a definizioni nette, un gioco di presenza e assenza che stimola una lettura profonda e personale.

Il percorso espositivo si concentra su una tensione tra visibilità e invisibilità, dove il corpo e la forma diventano strumenti di indagine introspettiva. Le figure nelle opere sono al contempo protagoniste e testimoni di un’esistenza segnata dall’ansia di mostrar-si, ma pure dall’instabilità di questa stessa presenza. L’artista si mette in gioco in prima persona, trasformando la sua arte in uno strumento di critica capace di leggere il tempo presente e le sue contraddizioni.

Un’esperienza espositiva che coinvolge il pubblico a roma

La mostra, visitabile gratuitamente fino al 31 luglio, offre un’esperienza capace di stimolare il dialogo tra opere e pubblico. Kayros Contemporary Art ha messo a disposizione uno spazio che favorisce una fruizione intima e riflessiva. Qui, il visitatore può confrontarsi con le tele senza fretta, cogliendo dettagli e sfumature che segnano il contrasto tra apparenza e realtà.

Il percorso invita a un confronto diretto con un tema cruciale per la società odierna, quello della vanità legata all’assenza. In un mondo in cui la visibilità spesso coincide con la necessità di esistere, la mostra mette in scena un paradosso che sollecita a mettere in discussione quella stessa notorietà spesso costruita su basi fragili e ampie contraddizioni.

La costante presenza dei soggetti dipinti e il loro aspetto sfuggente accompagnano il pubblico in una sorta di viaggio dentro e fuori la tela. La sensazione è quella di uno scambio dinamico, in cui l’osservatore diventa parte dello scenario narrato, ricevendo più domande che risposte, ma con la possibilità di riflettere su ciò che significa davvero esserci.

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