Dopo la notizia della tregua tra iran e israele le borse europee hanno reagito con un rialzo diffuso, segno di un clima finanziario meno teso. In particolare alcune piazze come francoforte e milano hanno registrato i guadagni più significativi, mentre le vendite hanno colpito in modo deciso il settore energetico. È interessante osservare come l’effetto della tregua abbia influenzato non solo i mercati azionari ma anche il prezzo delle materie prime e lo spread dei titoli di stato.
Andamento dei principali mercati azionari europei il 2025
Le contrattazioni alle principali borse europee hanno mostrato segnali chiari di ottimismo. A milano, la seduta si è chiusa con un aumento dell’1,6%, stesso incremento registrato a francoforte, tra le migliori performance della giornata. Madrid ha seguito con un +1,3%, mentre parigi ha guadagnato un punto percentuale. Amsterdam ha mantenuto un rialzo più contenuto dello 0,8%, e anche la borsa di londra ha chiuso leggermente in territorio positivo . Questo movimento riflette la maggior fiducia degli investitori dopo l’annuncio della tregua, che ha alleggerito le tensioni geopolitiche nell’area mediorientale, storicamente fonte di preoccupazioni per gli operatori finanziari.
Le forti vendite nel settore energetico e l’andamento del mercato delle materie prime
Nonostante il clima positivo nei mercati azionari, il comparto energetico ha subito forti vendite. Sui mercati delle materie prime ad amsterdam il future sul gas naturale con consegna a luglio ha chiuso con un calo netto del 12%, attestandosi a 35,6 euro al megawattora. Questo brusco ribasso è legato alla previsione di una minore domanda legata al rallentamento delle tensioni mediorientali. Il petrolio ha seguito una dinamica simile, con il greggio che ha perso oltre il 6%, scendendo intorno ai 64 dollari al barile. Questi andamenti evidenziano come il settore energetico resti molto sensibile alle notizie geopolitiche, con riflessi immediati sui prezzi delle risorse.
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Scende lo spread tra btp e bund e l’andamento dell’euro sul mercato valutario
Sul fronte dei titoli di stato lo spread tra btp italiani e bund tedeschi decennali ha mostrato un calo, chiudendo a 91,9 punti base. Questo valore si avvicina ai minimi recenti registrati a metà giugno, quando lo spread si era portato poco sopra quota 90. Contemporaneamente il rendimento dei btp si è attestato al 3,46%. La diminuzione dello spread suggerisce un clima di maggiore fiducia nei confronti del debito pubblico italiano. Sul mercato valutario l’euro ha avuto un leggero aumento, stabilizzandosi intorno a 1,16 contro il dollaro, riflettendo probabilmente una percezione di minori rischi globali.
Piccolo rialzo e situazioni particolari a piazza affari: mps e mediobanca protagoniste
La borsa di milano ha registrato forti movimenti nel settore bancario. Monte dei Paschi di Siena ha guadagnato il 7%, chiudendo a 7,4 euro, dopo aver ricevuto il primo via libera della BCE per l’offerta pubblica di scambio su Mediobanca. Mediobanca ha risposto con un rialzo del 4,2%, toccando quota 19,9 euro. Questi segnali mostrano una forte attenzione del mercato verso operazioni di consolidamento e ristrutturazione nel settore bancario italiano, con un impatto positivo sui titoli coinvolti.
Performance degli altri istituti bancari e andamento del settore industriale
Le altre banche a piazza affari hanno registrato invece un andamento positivo ma meno marcato. Unicredit ha terminato la seduta con un +3,9%, Mediolanum a +3,5%, Banco BPM a +3,3% e infine Intesa ha chiuso con un +2,3%. Nel comparto industriale si è segnalata la buona performance di Buzzi Unicem, salita del 6,7%. Questi dati indicano una ripresa diffusa in vari segmenti del mercato azionario italiano, legata probabilmente a un generale clima di fiducia dopo le notizie politiche e geopolitiche.
Titoli energetici in forte calo dopo la tregua mediorientale
I titoli legati all’energia hanno continuato a risentire di vendite aggressive. Saipem ha perso il 2%, Tenaris il 2,4%, mentre Eni ha ceduto il 2,5% chiudendo a 13,8 euro. Questi ribassi sono coerenti con il calo osservato sui mercati delle materie prime energetiche e indicano quanto il settore resti vulnerabile alla percezione di stabilità nel medio oriente. Gli investitori sembrano preferire settori meno esposti a rischi geopolitici in questa fase.