La traviata al caracalla festival: una messa in scena che mette al centro corpo e femminilità

La traviata al caracalla festival: una messa in scena che mette al centro corpo e femminilità

la nuova produzione de la traviata al caracalla festival di roma, diretta da sláva daubnerová, offre una lettura femminista e psicologica del capolavoro di giuseppe verdi con corinne winters protagonista
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La nuova produzione de "La traviata" al Caracalla Festival, diretta da Sláva Daubnerová, offre una lettura femminista e psicologica dell’opera di Verdi, valorizzando la sofferenza interiore di Violetta in una suggestiva ambientazione alle Terme di Caracalla. - Gaeta.it

La nuova produzione de “La traviata” debutta al Caracalla Festival con la regia di Sláva Daubnerová. La regista slovacca affronta il capolavoro di Giuseppe Verdi da una prospettiva femminile e femminista, dando risalto alla dimensione corporea e psicologica della protagonista Violetta. Lo spettacolo si svolge nel contesto delle Terme di Caracalla a Roma, dal 19 luglio con un cast di rilievo, accompagnato dal direttore d’orchestra Francesco Lanzillotta.

Il corpo come metafora della sofferenza di Violetta

Nel nuovo allestimento, il corpo di Violetta si presenta come linea conduttrice dell’intera narrazione. La sua figura, segnata dalla malattia e dagli anni di prostituzione, incarna una metafora fisica della sua condizione psicologica devastata. La regista Daubnerová racconta una donna segnata da un trauma profondo: l’abuso sessuale subito nell’infanzia e le scelte forzate che ne sono derivate. La prostituzione, rappresentata come strumento di sopravvivenza più che una scelta, diventa un’ombra che accompagna ogni suo gesto. Il corpo spezzato di Violetta non è dunque solo un sintomo di malattia, ma un’espressione del suo vissuto interiore.

Il richiamo alla storia di Alphonsine Plessis

Il titolo “traviata” richiama la parola italiana per “decaduta” e riprende la storia reale di Alphonsine Plessis, donna francese del XIX secolo vissuta ai margini della società. Aveva solo tredici anni quando fu venduta dal padre a un uomo ricco e anziano; dopo un anno fu abbandonata e dovette cavarsela da sola a Parigi. La sua bellezza divenne l’unica risorsa su cui fare affidamento, ma fu anche motivo di giudizi e condanne sociali. La regista insiste sul fatto che la vicenda va osservata dalla prospettiva di Violetta stessa, mettendo in luce la sua solitudine e lo stigma con cui ha convissuto a causa della malattia e della condizione di prostituta. Gli aspetti più surreali della drammaturgia riflettono momenti di delirio vicini alla morte, in cui la realtà si mescola con visioni inquietanti.

Un approccio femminista per ridare voce a Violetta

Sláva Daubnerová è nota per il suo stile teatrale autonomo e sperimentale, privo di definizioni rigide. Originaria della Slovacchia, ha costruito la sua carriera concentrandosi sull’esplorazione della femminilità e sulle dinamiche di potere che ne derivano. La sua scelta di dirigere “La traviata” al Caracalla Festival rappresenta una novità nel panorama italiano: Daubnerová riprende un titolo fortemente legato alla figura femminile, rielaborandolo in chiave femminista e contemporanea.

Le produzioni precedenti di Daubnerová

Dal 2020 la regista ha curato riletture in chiave femminista di opere classiche come Manon Lescaut di Puccini, affrontato come un dramma sociale, e La forza del destino di Verdi vista attraverso gli occhi di Leonora, una donna divisa dalla guerra. In altre produzioni recenti, come La piccola volpe astuta di Janáček, ha evidenziato temi di sfruttamento umano portando la narrazione su toni più cupi e intensi. Questi esperimenti sono presenti anche nel lavoro al Caracalla, dove la parte scenica di Alexandre Corazzola, i costumi di Kateřina Hubená e la coreografia di Ermanno Sbezzo si uniscono alla visione di Daubnerová.

Il corpo di ballo della Fondazione musicale, diretto da Eleonora Abbagnato, aggiunge un livello espressivo importante, affiancato dal coro diretto da Ciro Visco, che sottolinea con le voci la tensione emotiva della rappresentazione.

Il cast e le repliche dell’opera al festival

La protagonista Violetta è affidata a Corinne Winters, vincitrice dell’Oper! Award 2025 come miglior cantante femminile. Winters torna sul palcoscenico romano dopo i successi ottenuti con Suor Angelica e Káťa Kabanová, portando una nuova intensità al ruolo principale. La parte di Alfredo è interpretata da Piotr Buszewski, già apparso con l’opera di Roma come Cassio in Otello firmato da Aguilera nel 2024. Luca Micheletti, baritono e regista, riprende il ruolo di Germont, portando una doppia esperienza di cantante e artista scenico. Micheletti aveva diretto recentemente al Teatro Nazionale “L’ultimo viaggio di Sindbad”.

Sono previste repliche il 23 e 27 luglio, e il 1, 2 e 3 agosto. In alcune date, il ruolo di Violetta sarà affidato a Hasmik Torosyan e Alfredo a Oreste Cosimo. Gustavo Castillo sostituirà Micheletti nelle serate del 27 luglio e 2 agosto. La varietà degli interpreti offre al pubblico diverse sfumature del racconto tragico e umano de “La traviata”.

La cornice delle terme di Caracalla

Lo spettacolo si colloca nell’incantevole cornice delle Terme di Caracalla, un luogo che amplifica la dimensione drammatica e visiva dell’opera. La combinazione di ambientazione, musica, danza e regia mira a portare il pubblico a entrare nel mondo emotivo di Violetta, attraverso una narrazione che privilegia l’esperienza soggettiva di una donna tormentata e isolata.

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