Il processo di transizione 5.0 rappresenta una sfida significativa per le aziende friulane, che si trovano a dover affrontare un mondo in rapido cambiamento. Sebbene ci sia una certa fiducia nella capacità di evoluzione del settore, i dati recenti indicano come molti imprenditori siano ancora poco informati sulle implicazioni e sui vantaggi di questo nuovo paradigma. Un’indagine condotta dalla Camera di commercio di Pordenone-Udine ha messo in luce diversi aspetti della situazione attuale, evidenziando il percorso che le imprese devono intraprendere per rimanere competitive.
La consapevolezza delle imprese sulla transizione 5.0
Secondo il sondaggio, il 36% delle aziende intervistate ha affermato di avere una consapevolezza moderata o elevata riguardo alla transizione 5.0. Tuttavia, una percentuale simile, pari al 35%, ha rivelato di essere poco consapevole, mentre quasi un terzo ha dichiarato di non avere alcuna consapevolezza sull’argomento. Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera, sottolinea l’importanza di fornire alle aziende strumenti e informazioni utili per affrontare questa sfida, stimolando un miglioramento delle capacità informative e formative. L’obiettivo è adattare i servizi offerti dalla Camera alle reali esigenze degli imprenditori.
Le aziende sono consapevoli dell’importanza di questo cambiamento, ma è evidente che c’è ancora un ampio lavoro da svolgere in termini di informazione e supporto. Risulta fondamentale per le imprese comprendere come integrare innovazione, digitalizzazione e sostenibilità nei propri processi operativi. Le aziende necessitano di strategie che possano collegare questi elementi, creando così un ambiente favorevole per lo sviluppo economico locale.
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Vantaggi attesi dalla transizione 5.0
Il sondaggio ha rivelato che quasi la metà delle aziende partecipanti ritiene che la transizione 5.0 possa portare a migliorie significative. Per il 50% delle imprese, si prevede un aumento dell’efficienza operativa, mentre il 34% degli intervistati ha indicato un miglioramento del benessere lavorativo. Semplicemente, il 25,5% delle aziende prevede che questo cambiamento aumenterà la produttività, e il 23,5% considera che avrà effetti positivi sulla sostenibilità ambientale.
Tuttavia, è interessante notare che il 44,5% delle aziende intervistate non ha implementato tecnologie legate alla transizione 5.0. Circa un terzo degli interpellati ha già attivato sistemi di gestione dati, mentre il numero di aziende che hanno adottato tecnologie avanzate come intelligenza artificiale , Internet of Things , automazione industriale , realtà aumentata e virtuale e robotica collaborativa rimane piuttosto limitato.
Questi dati portano a considerare quanto sia necessaria una maggiore diffusione della cultura tecnologica all’interno delle aziende friulane, che difficilmente potranno competere su mercati sempre più globalizzati senza un adeguato aggiornamento delle loro infrastrutture.
L’impiego dell’intelligenza artificiale nelle imprese
Un ulteriore aspetto emerso dall’indagine riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale. È emerso che l’89% delle imprese non utilizza soluzioni basate su tale tecnologia, dei quali il 63,5% non prevede di adottarla in futuro. Solo il 25,5% sta considerando di esplorare le potenzialità offerte dall’IA. Questo dato è indicativo di una certa resistenza all’adozione di tecnologie emergenti, così come di una mancanza di visione strategica.
L’intelligenza artificiale, d’altronde, offre opportunità ineguagliabili per l’ottimizzazione dei processi aziendali, la riduzione dei costi e la personalizzazione dei servizi. Tuttavia, è evidente che le aziende devono intraprendere un percorso di conoscenza e comprensione prima di implementarla efficacemente.
Investimenti e agevolazioni nel mondo delle imprese
Un altro elemento significativo emerso dall’indagine riguarda gli investimenti effettuati dalle imprese friulane. Negli ultimi tre anni, il 77,5% delle aziende non ha effettuato alcun investimento nella transizione 5.0. Guardando al futuro, la situazione non sembra destinata a cambiare, con il 70,5% delle aziende che non prevede investimenti nei prossimi tre anni. Solo il 3% delle imprese ha beneficiato di agevolazioni o incentivi fiscali per l’introduzione di tecnologie legate alla transizione.
Questa mancanza di investimenti e di utilizzo di incentivi è allarmante, poiché senza il giusto supporto finanziario e informativo, le aziende rischiano di rimanere indietro rispetto alle competitor. L’assenza di attività proattive potrebbe comportare un ulteriore divario tra le aziende che abbracciano il cambiamento e quelle che restano ancorate a modelli tradizionali e poco innovativi.