La prima puntata di Belve Crime, in onda il 10 giugno su Rai2, ha riportato alla luce la drammatica vicenda di Tamara Ianni, collaboratrice di giustizia decisiva nelle indagini contro il clan Spada di Ostia. Le sue parole svelano anni di minacce, violenze e paure vissute insieme alla sua famiglia. Questa storia racconta quanto è costato schierarsi dalla parte della giustizia in uno dei contesti criminali più pericolosi del litorale romano.
Il contesto criminale di ostia e i clan protagonisti
Ostia è nota per lo scontro violento tra clan che si contendono il controllo del territorio. Il clan Spada, noto anche come cugino dei Casamonica, ha dominato la zona per anni con metodi brutali. Dall’altra parte c’era il clan dei Baficchi, rivale storico degli Spada. Tamara Ianni e suo marito erano entrambi coinvolti in questo mondo: lui con i Baficchi, nipote del boss Giuseppe Galleoni detto Baficchio, lei inizialmente legata a questa realtà fino alla decisione di rompere il silenzio.
In questo scenario di guerre di potere e vendette, la vita delle famiglie coinvolte è stata segnata da un clima di terrore quotidiano. Le tensioni scoppiavano anche dentro le case, trasformandole in luoghi insicuri. Gli scontri non coinvolgevano solo i gangsters ma anche chi li circondava, con intimidazioni e violenze che colpivano i membri delle famiglie ostili, come nel caso della Ianni.
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Le minacce e le violenze subite da tamara ianni e famiglia
Tamara Ianni ha raccontato senza filtri il terrore vissuto in quegli anni di persecuzioni da parte del clan Spada. Le sue parole descrivono scene di inaudita brutalità. Un episodio drammatico si è verificato con l’entrata in casa sua di membri del clan armati di pistole e coltelli. Tra loro Enrico Spada, detto Pelè, che si è messo delle lamette in bocca per sputare sangue infetto di Aids contro il figlio di 2 anni di Tamara.
Per proteggere il bambino Ianni si è messa davanti a lui, subendo violenze fisiche senza sosta. Ha raccontato delle percosse, delle incursioni notturne, dei tentativi di farla prostituire. L’attacco al figlio è stata la linea rossa che l’ha spinta a reagire e parlare finalmente con gli inquirenti. Il coraggio è nato dalla disperazione di proteggere suo figlio a ogni costo.
Il ruolo chiave di tamara ianni contro il clan spada
Le deposizioni di Tamara Ianni hanno portato nel gennaio 2018 all’arresto di 32 membri del clan Spada. Questi arresti hanno rappresentato una svolta nella lotta alla criminalità organizzata a Ostia. Le sue dichiarazioni hanno consentito di ricostruire le dinamiche interne della gang, i loro metodi e gesti di violenza sistematica.
Oggi Tamara e il marito vivono sotto protezione per garantire la loro sicurezza. La scelta di collaborare con la giustizia comporta sacrifici rilevanti ma anche la possibilità di interrompere la catena di violenza. La loro testimonianza è fondamentale per l’attività investigativa e per frenare i tentativi di imporsi con la forza su intere comunità.
Le emozioni dietro la scelta di denunciare e la paura dopo gli arresti
Nel corso dell’intervista a Belve Crime, Francesca Fagnani ha chiesto a Tamara se il coraggio o la disperazione avessero prevalso nella sua decisione di iniziare a parlare. Ianni ha ammesso che quella svolta è arrivata dalla disperazione, intesa come il limite di sopportazione alle violenze subite.
Quando sono scattati gli arresti, Tamara ha espresso un misto di felicità ed euforia ma anche di paura. L’entusiasmo per la fine di anni di oppressione si mescolava alla preoccupazione per possibili ritorsioni. La sua testimonianza conferma il prezzo alto da pagare nel denunciare realtà criminali così radicate e violente come quella dei clan a Ostia.