Il nuovo film della regista afghana dissidente zainab entezar è stato presentato in anteprima a trieste, al teatro miela. “Shot the voice of freedom” racconta la lotta di due sorelle contro la perdita dei diritti fondamentali imposta dai talebani in afghanistan. Il film descrive la vita quotidiana segnata dalle restrizioni estreme imposte alle donne, dal divieto di istruzione fino al controllo sulle scelte personali. L’evento ha rappresentato un’occasione per discutere pubblicamente di queste violazioni, grazie anche all’intervento diretto della regista.
Zainab entezar e la voce delle donne afghane senza diritti
Zainab entezar ha illustrato il dramma che stanno vivendo le donne in afghanistan dopo la ripresa del potere da parte dei talebani. Nel corso di un incontro con la stampa avvenuto a trieste prima della proiezione, ha sottolineato come la libertà delle donne sia stata cancellata. Sono state private della voce, del diritto al lavoro, della possibilità di uscire liberamente. La regista ha paragonato questa condizione alla mancanza di ossigeno, una sofferenza che impedisce loro di esprimersi o di vivere con dignità . Queste parole non descrivono solo una situazione politica ma un salasso quotidiano fatto di paure e restrizioni, che colpisce in modo particolare le giovani donne.
L’artista pone grande attenzione sulle storie silenziose, di quelle donne che non possono raccontare il proprio dolore. Zainab entezar stessa ha lasciato il paese per poter parlare liberamente e dare visibilità a queste tematiche su scala internazionale. Il suo film si concentra sulle due sorelle protagoniste, simbolo di tante altre che tentano di resistere a una realtà imposta dall’alto. La loro scelta di lottare, malgrado i rischi, diventa il fulcro dell’opera, che si trasforma in una denuncia esplicita delle restrizioni che la popolazione femminile vive ogni giorno in afghanistan.
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Le restrizioni imposte dai talebani e la resistenza delle donne
Dal ritorno dei talebani al potere le donne afghane hanno subito un inasprimento delle regole sociali e politiche. Le ragazze che superano i 12 anni sono costrette a matrimoni combinati con uomini scelti dai talebani. Chi rifiuta queste nozze viene minacciata assieme alle famiglie, che affrontano ripercussioni severe. Questa pressione crea un clima di terrore e il rifiuto spesso non lascia scelte se non quella estrema del suicidio. Zainab entezar ha raccontato questi particolari durante la presentazione del film, mettendo in luce una realtà che non sempre arriva sui media mainstream.
Le restrizioni non riguardano solo la sfera privata ma toccano anche il diritto all’istruzione e al lavoro. Le donne sono escluse da molte attività pubbliche e private, e persino l’abbigliamento è controllato rigidamente per evitare qualsiasi segno di indipendenza. Camminare da sole o esprimere semplicemente la propria opinione è diventato un atto di protesta, che le protagoniste del film incarnano con coraggio. Il cinema diventa strumento di denuncia e allo stesso tempo di resistenza culturale, portando fuori dai confini nazionali testimonianze che altrimenti rimarrebbero soffocate.
Il ruolo della rete del caffé sospeso nel fare da ponte a trieste
La presenza di zainab entezar a trieste per presentare “Shot the voice of freedom” è stata resa possibile grazie alla rete del caffé sospeso. Questa realtà ha supportato la proiezione e l’organizzazione dell’evento, fornendo uno spazio di dibattito e riflessione all’interno della città . La rete, attiva nel promuovere iniziative culturali e sociali, ha scelto di portare avanti un tema cruciale come quello dei diritti umani e della libertà di espressione in contesti difficili come quello afghano.
A trieste, al teatro miela, l’incontro con il pubblico ha permesso di approfondire le condizioni di quei territori, attraverso un racconto diretto e concreto. La collaborazione con realtà locali ha creato un’occasione di confronto che va oltre il cinema, toccando aspetti di politica internazionale e convivenza. Il film rappresenta così un momento di sensibilizzazione, reso possibile dalla passione e dall’impegno di chi vuole mantenere viva l’attenzione sulle donne afghane, costrette al silenzio.
Un contesto più ampio di mobilitazioni
Il racconto di zainab entezar si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazioni e proteste, dove ogni voce diventa una resistenza. La scelta delle sorelle protagoniste evidenzia come, anche sotto opprimenti forme di controllo sociale, emergano segnali di dissenso e speranza. La proiezione a trieste invita a guardare oltre i confini geografici, verso una realtà complessa che riguarda diritti e libertà messi a rischio.