La storia delle missioni segrete italiane e alleate in friuli e carnia tra resistenza e popolazione

La storia delle missioni segrete italiane e alleate in friuli e carnia tra resistenza e popolazione

A ottant’anni dalla liberazione, il libro di Jurij Cozianin svela le missioni segrete italiane e alleate in Friuli e Carnia, evidenziando il ruolo della brigata Osoppo, dei civili e dei preti patrioti.
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Il libro di Jurij Cozianin ricostruisce, attraverso documenti desecretati, le missioni segrete italiane e alleate in Friuli e Carnia durante la Resistenza, evidenziando il ruolo cruciale di partigiani, civili e preti patrioti nel contrasto al nazifascismo. - Gaeta.it

A ottant’anni dalla liberazione, emersa nuovamente la testimonianza delle missioni segrete italiane e alleate che operarono in Friuli e Carnia affiancando la brigata Osoppo. A Udine si è svolta la presentazione del libro “La Osoppo-Friuli e le missioni segrete italiane e alleate”, scritto dal giornalista e ricercatore storico Jurij Cozianin. Questa pubblicazione nasce dall’analisi di documenti d’archivio appena desecretati e fonti finora inesplorate, offrendo un ritratto più completo dell’impegno partigiano nella regione. L’appuntamento, organizzato dall’Associazione partigiani Osoppo, ha visto la presenza di figure simbolo come la medaglia d’oro al valor militare Paola Del Din e il presidente dell’Associazione partigiani Osoppo, Roberto Volpetti.

Le missioni segrete italiane e alleate: agenti, sabotatori e il ruolo nascosto durante la resistenza

Il libro di Cozianin ricostruisce con precisione le attività di agenti infiltrati, sabotatori, radiotelegrafisti, corrieri e interpreti che collaboravano con i partigiani del Friuli. Questi operativi provenivano da diverse nazionalità e svolgevano funzioni fondamentali nella rete di comunicazioni e azioni militari clandestine contro l’occupazione nazifascista. Le missioni agirono in luoghi strategici come Carnia, Alto Friuli, Val Tramontina, Val d’Arzino, Attimis, Faedis e Udine, determinando passaggi delicati per il coordinamento con gli alleati e le forze partigiane locali. I sabotaggi e le azioni di intelligence permisero di rallentare le linee nemiche, condizionando il corso degli eventi.

Testimonianze e figure chiave delle missioni

Cozianin cita figure esemplari come Cecilia Deganutti e Vinicio Lago, protagonisti di queste attività, sottolineando quanto il loro contributo sia stato determinante ma poco celebrato nei decenni scorsi. La presenza di agenti paracadutati o infiltrati sul territorio creò un sistema di collegamenti interni tra le diverse formazioni di Resistenza, riuscendo a mantenere vivi i contatti con le forze alleate e conquistando territori progressivamente. La ricostruzione parte da fonti già disponibili ma introduce documenti desecretati recentemente, svelando aspetti fino a ora sconosciuti.

Il prezioso sostegno della popolazione civile e il valore dei “fazzoletti verdi”

Un aspetto centrale nell’opera di Cozianin riguarda il ruolo decisivo della popolazione civile, spesso ignorato dalla storiografia tradizionale. Contadini, donne, parroci e intere famiglie si sono presi carico di offrire rifugio, cibo, informazioni e assistenza ai partigiani e agli agenti in missione, esponendosi a seri rischi di rappresaglie. I “fazzoletti verdi” sono il simbolo di questa rete di protezione popolare nel Friuli, un gruppo noto per la sua dedizione.

I preti patrioti e il tempio ossario di udine

Il libro fa luce su questo impegno silenzioso, ricordando anche il ruolo svolto dai parroci friulani. Definiti “preti patrioti” da Cozianin, rappresentavano punti di riferimento per la clandestinità partigiana. In particolare, viene sottolineata la funzione del Tempio Ossario di Udine, che nacque come luogo segreto di assistenza e sostegno per i combattenti e per chi era in fuga. Questi spazi protetti garantirono un appoggio indispensabile, capace di tenere vive le forze della Resistenza nelle zone più rischiose.

La partecipazione della società civile fu intensa e diffusa, non solo un semplice appoggio logistico ma un elemento che permise la sopravvivenza stessa delle missioni segrete e delle formazioni partigiane. La narrazione restituisce così il quadro vivido di un popolo coinvolto nella lotta, facendo emergere solidarietà e coraggio in condizioni proibitive.

Recuperare la memoria storica per comprendere la complessità della resistenza

Durante la presentazione a Udine, Roberto Volpetti ha rimarcato come il volume di Cozianin colmi un’assenza importante negli studi sulla Resistenza. Ricordare il contributo dei militari, degli internati, dei civili partigiani e del Corpo italiano di liberazione è fondamentale per evitare fraintendimenti o divisioni nell’interpretazione del 25 aprile. Volpetti ha evidenziato che spesso si tende a semplificare, dimenticando la pluralità di attori e situazioni che hanno segnato quel periodo.

L’operazione culturale di questo libro risponde alla necessità di restituire un valore condiviso, riconoscendo il ruolo svolto da tutti i protagonisti, italiani e alleati. La ricostruzione di questi fatti emerge da fonti nuove e testimonianze che chiariscono i contenuti delle missioni e le dinamiche di un territorio complesso come il Friuli e la Carnia.

Guardare indietro nella storia significa anche riscoprire quanto quei territori abbiano rappresentato una terra di conflitto ma anche di resistenza e solidarietà. La documentazione presentata permette ai lettori di entrare nel vivo delle operazioni clandestine, mettendo in risalto dettagli finora nascosti o trascurati. Il libro si configura come un tassello indispensabile per comprendere la Resistenza oltre le narrazioni più consunte, aprendo nuove piste a studiosi e appassionati.

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