La capacità di produrre magneti superconduttivi avanzati in Italia segna un passo importante nella ricerca sulla fusione nucleare. Allo stabilimento di Asg Superconductors, alla Spezia, è stato realizzato il primo magnete destinato al progetto Dtt , che sarà installato nel sito Enea di Frascati. Questa macchina sperimentale punta a confinare un plasma che può arrivare a 100 milioni di gradi per testare la possibilità di usare la fusione nucleare come fonte di energia in futuro, mantenendo saldo il legame fra ricerca scientifica e capacità industriale italiane.
Produzione del primo magnete superconduttivo allo stabilimento di asg superconductors
Nel cuore dello stabilimento Asg Superconductors, alla Spezia, ha preso forma il primo magnete superconduttivo destinato al tokamak sperimentale Dtt. Le bobine del magnete sono state assemblate con metodi avanzati, rispettando criteri di precisione tecnica fondamentali per supportare il campo magnetico che servirà a confinare il plasma nel dispositivo. Il magnete sarà successivamente inserito in casse realizzate dall’azienda De Pretto, altro attore italiano coinvolto nella costruzione dei moduli magnetici. Il processo produttivo si prevede si estenda fino al 2028-2029, durante i quali saranno realizzati in tutto 18 magneti per il completo assemblaggio.
Questa fase produttiva rappresenta un banco di prova per la capacità italiana di realizzare componenti fondamentali per la fusione nucleare, sia sotto il profilo tecnico che organizzativo. Già ora si evidenzia una stretta collaborazione fra industria e ricerca, elemento che lascia intravedere un sostanziale consolidamento delle competenze tecnologiche sul territorio nazionale.
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Il progetto dtt e l’obiettivo della fusione nucleare a frascati
Il Divertor Tokamak Test è un progetto strutturato per studiare e confermare i principi della fusione controllata attraverso il confinamento magnetico del plasma. Il tokamak è una macchina sperimentale che contiene il plasma, una pozza di gas ionizzato riscaldato fino a temperature prossime ai 100 milioni di gradi Celsius, temperatura indispensabile per far avvenire le reazioni di fusione.
Il sito Enea di Frascati ospita il progetto e punta a sviluppare tecnologie che potrebbero aprire la strada all’uso della fusione nucleare come fonte di energia. Al momento, il Dtt si concentra sull’analisi dei componenti fondamentali, come i magneti superconduttivi, e sulla gestione delle condizioni estreme del plasma. L’innovazione nel campo della fusione è una sfida internazionale ma la presenza italiana si evidenzia con risultati tangibili come questo magnete prodotto in Liguria.
Il significato nazionale del progetto e l’impegno delle istituzioni
Questa iniziativa rappresenta uno sforzo collettivo che coinvolge ricerca, industria e istituzioni pubbliche. Il ministro della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha ricordato come la conoscenza italiana nel campo nucleare, pur fermatasi dopo il referendum di 38 anni fa, continui a svolgere un ruolo importante. La produzione del magnete è vista come una sfida tecnica e industriale in cui l’Italia vuole ritagliarsi una posizione da protagonista nella ricerca di energie pulite.
Il ministro ha sottolineato la volontà del Paese di sostenere queste iniziative per restare tra i primi otto poli industriali a livello internazionale, puntando su tecnologie che potrebbero mutare il panorama energetico nei prossimi decenni.
La collaborazione fra industria e ricerca: voci dagli addetti ai lavori
Le dichiarazioni raccolte nel corso della presentazione del magnete sottolineano la stretta collaborazione fra vari soggetti. Davide Malacalza, presidente di Asg Superconductors, ha spiegato che il progetto durerà diversi anni e riguarda la realizzazione di 18 magneti, sottolineando come in Italia ci sia un momento di svolta in tecnologie legate sia alla fusione che alla fissione.
Giorgio Graditi, direttore generale di Enea, ha evidenziato che il magnete è il simbolo della collaborazione tra ricerca scientifica e aziende italiane. Ha rimarcato l’importanza di questo risultato tecnico che conferma anche la presenza nazionale nel progetto internazionale Iter, a cui l’Italia ha fornito il 30% delle componenti.
Francesco Romanelli, presidente della Dtt Scarl, ha richiamato l’attenzione sull’importanza della continuità degli investimenti per mantenere le competenze industriali. Ha indicato il potenziale nella sperimentazione di magneti ad alta temperatura, tecnologia che potrebbe rivoluzionare l’intero processo della fusione. Ha fatto sapere che in Italia esistono competenze lungo tutta la filiera, dalla ricerca allo sviluppo industriale.
L’impatto tecnologico e industriale della produzione dei magneti superconduttivi
Il lavoro svolto da Asg Superconductors ha un valore che va oltre la singola componente. La produzione dei magneti superconduttivi per il Dtt rappresenta un avanzamento tecnologico concreto che va a colmare una fase delicata della ricerca. La realizzazione dei magneti è una sfida per la meccanica di precisione e per i materiali, visto che i dispositivi devono funzionare in condizioni estreme.
Saper realizzare questi magneti all’interno del sistema produttivo italiano significa mantenere e sviluppare un settore di alta tecnologia molto specializzato. Il risultato ottenuto è frutto di investimenti e professionalità che portano know how sul territorio e si inseriscono in un contesto internazionale molto competitivo.
La capacità di produrre internamente questi componenti ha anche un valore strategico: limita la dipendenza dall’estero e conferma la reputazione italiana nel campo delle tecnologie per l’energia nucleare avanzata. Con i progressi fatti finora, il progetto Dtt potrebbe aprire nuove opportunità per la ricerca e l’industria futura.