Un’importante intesa si è raggiunta nel contesto della Nato dopo il momento di stallo provocato dal veto della Spagna sui target di spesa militare. Le fonti alleate confermano che ora l’accordo prevede un linguaggio più flessibile sul raggiungimento degli obiettivi, soprattutto per quanto riguarda la parte più classica della spesa difensiva.
Il contesto del veto spagnolo nel dibattito sui target di spesa
La questione dei target di spesa militare all’interno della Nato è tornata al centro del dibattito dopo la presa di posizione della Spagna. Madrid aveva bloccato l’accordo sul nuovo impegno al 5% del prodotto interno lordo, che rappresenta un aumento rispetto ai precedenti parametri. Il nodo principale riguardava il rigore con cui venivano fissati gli obiettivi, specie riguardo alla parte chiamata “spesa militare classica”, quella cioè destinata a equipaggiamenti, armamenti e investimenti bellici più tradizionali.
Gli alleati hanno da tempo chiesto un incremento della quota investita nelle difese, per far fronte alle crescenti tensioni internazionali. La Spagna però ha espresso riserve su come questa spesa dovesse essere calcolata e monitorata, battendosi affinché venisse ammessa più flessibilità nell’applicazione degli standard Nato.
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Alla fine si è trovato un compromesso, con l’inserimento di un punto chiave nel comunicato ufficiale dell’alleanza. Secondo le fonti vicine al dossier, il linguaggio adottato consente alla Spagna di considerare valido il raggiungimento del target non solo in termini di spesa monetaria pura, ma anche volto a centrare “gli obiettivi di capacità assegnati dalla Nato”.
Questo significa che, per il 3,5% della spesa che rappresenta la parte più tradizionale della difesa, Madrid può soddisfare le richieste dell’alleanza non soltanto investendo il capitale previsto, ma anche consolidando le capacità militari secondo gli standard richiesti da Bruxelles e Washington. Un altro modo di interpretare l’impegno richiesto, più vicino alle esigenze e alla situazione concreta della Spagna.
Impatti e scenari futuri per la spagna e la nato
L’accordo appena raggiunto serve a sbloccare una situazione che rischiava di compromettere l’immagine di unità del patto atlantico, oltre che la coerenza delle strategie di difesa. La Spagna, con questo compromesso, potrà assumere un ruolo più attivo nelle decisioni dell’alleanza, senza dover rinunciare a una parte della sua autonomia di azione sull’uso e la destinazione della propria spesa militare.
Il nodo di come si misura la “capacità” militare all’interno di una coalizione multilaterale come la Nato resta comunque aperto e sarà oggetto di ulteriori elaborazioni. Ma questa intesa rappresenta un passo avanti concreto nel mantenimento della coesione tra gli stati membri, di fronte alle sfide di sicurezza internazionali che si intensificano nel 2025.
Resta da vedere come altri paesi alleati reagiranno a questo compromesso e se si aprirà una discussione più approfondita su criteri e metodi di valutazione degli investimenti per la difesa nel prossimo vertice Nato.