Il ministero dei diritti sociali, consumo e agenda 2030 della Spagna ha deciso di bloccare quasi 66 mila annunci di alloggi turistici non conformi presenti sulla piattaforma Airbnb. Questa misura fa parte di un piano più vasto per regolare il mercato degli affitti brevi e garantire che gli alloggi rispettino le normative regionali e nazionali. La questione si è immediatamente riflessa in Italia, dove Federalberghi ha sollecitato iniziative analoghe per tutelare il mercato turistico e la legalità.
Il blocco ministeriale di oltre 65 mila annunci Airbnb in spagna
Nel 2025, il ministero spagnolo ha imposto la rimozione di 65.935 inserzioni di alloggi turistici considerate illegali da Airbnb. Questa decisione si basa sul fatto che numerosi annunci non riportano il numero di licenza obbligatorio secondo le regole regionali, non specificano chi è il locatore o mostrano licenze false. Il Tribunale superiore di giustizia di Madrid ha confermato la legittimità di questa azione, analogamente imponendo la cancellazione immediata di 5.800 annunci in regioni importanti come Andalusia, Madrid, Catalogna, Comunità Valenciana, Baleari e Paesi Baschi.
Tale intervento ministeriale riflette un tentativo diretto di frenare la diffusione di affitti turistici fuori norma, contrastando pratiche che sottraggono regole e controlli ai gestori di strutture ricettive. Le zone più colpite includono aree a elevata vocazione turistica, dove la mancanza di licenze costituisce un problema per la concorrenza e la sicurezza dei visitatori.
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Il quadro normativo e il piano di contrasto alle inserzioni irregolari
Fin dallo scorso dicembre, il governo spagnolo ha avviato una serie di procedimenti sanzionatori contro le piattaforme e le società che pubblicizzano alloggi senza rispettare le norme in vigore. L’obiettivo è migliorare la trasparenza del mercato, assicurare che ogni annuncio sia regolarmente autorizzato e tutelare sia i consumatori che gli operatori regolari.
Il ministero collabora con le amministrazioni locali fornendo supporto tecnico per individuare e fermare tutte le forme di irregolarità. Nella regione della Galizia si contano oltre 9.600 alloggi turistici senza autorizzazione, mentre a Madrid superano i 15.200. Si tratta di numeri significativi che evidenziano la diffusione del fenomeno e la necessità di interventi strutturati.
Questo tipo di controllo consente di limitare gli effetti negativi dell’abusivismo sui territori e di sostenere uno sviluppo turistico maggiormente equilibrato e sicuro per l’intera comunità.
La reazione di Federalberghi e la richiesta di interventi analoghi in italia
La notizia spagnola ha suscitato attenzione anche in Italia, dove Federalberghi ha emesso una richiesta ufficiale al governo. L’associazione chiede che il governo italiano assuma una linea dura contro le piattaforme che non rispettano le normative nazionali sugli affitti turistici.
Secondo i dati del ministero del turismo, oltre 82.000 alloggi in Italia non hanno ancora inserito il codice identificativo nazionale obbligatorio negli annunci, nonostante siano trascorsi quasi cinque mesi dall’entrata in vigore di tale obbligo. Questa omissione rappresenta una violazione e lascia scoperta una parte del mercato turistico, con rischi per la trasparenza e la legalità.
Federalberghi ritiene fondamentale applicare sanzioni severe e avviare verifiche su tutte le inserzioni online che non rispettino le prescrizioni. Solo intervenendo concretamente si può garantire una concorrenza leale e tutelare le strutture ricettive regolari, ma anche la qualità dell’offerta turistica nel suo complesso.
I numeri del fenomeno su territorio italiano e spagnolo
In Spagna, oltre ai 65 mila annunci cancellati da Airbnb, si riscontra un fenomeno concentrato soprattutto nelle aree turistiche più gettonate. La mancanza di licenze o la presenza di autorizzazioni false sono il problema dominante, mentre a livello locale gli enti si attivano per accertamenti più approfonditi.
In Italia, la normativa ha introdotto il codice identificativo nazionale per ogni alloggio destinato al turismo. Ma l’applicazione è incompleta: il fatto che migliaia di annunci manchino ancora del codice indica una parte di mercato non regolata e potenzialmente abusiva.
Questa situazione crea distorsioni sia negli incassi fiscali che nella tutela degli ospiti. I dati ufficiali spingono quindi a interventi concreti da parte delle autorità per rendere effettivo il rispetto delle regole e impedire il proliferare di offerte clandestine.
Impatti e prospettive per il turismo e il mercato degli affitti brevi
Il contrasto a questa ampia diffusione di alloggi irregolari mira a garantire una competizione più corretta nel settore turistico. Piattaforme come Airbnb devono rispondere alle normative nazionali e locali. Ciò permette di tutelare sia chi propone alloggi regolari che chi cerca un’offerta trasparente e sicura.
La gestione del fenomeno apre una sfida complessa: come da un lato contrastare l’abusivismo, dall’altro non limitare eccessivamente la possibilità di offrire alloggi turistici innovativi. La strada indica una regolamentazione più stringente ma anche strumenti di monitoraggio e collaborazione tra istituzioni, piattaforme digitali e operatori.
Il caso spagnolo può rappresentare un modello di riferimento per altri Paesi che si trovano a gestire l’espansione degli affitti turistici. In Italia si attende quindi una presa di posizione ufficiale che rafforzi i controlli e definisca con chiarezza il quadro normativo e le responsabilità delle piattaforme online.
Gli sviluppi futuri dipenderanno dalla capacità di bilanciare la tutela del mercato legale e il sostegno a un settore turistico in continua evoluzione.