Il pellegrinaggio alla Madonna di Ceri si è svolto il 13 settembre 2025 nel borgo medievale di Ceri, alla vigilia dell’Esaltazione della Croce. La sindaca di Cerveteri, Elena Gubetti, ha colto l’occasione per rivolgere un appello forte contro l’indifferenza davanti ai conflitti attuali. Il raduno delle comunità di Porto-Santa Rufina e Civitavecchia-Tarquinia ha assunto un significato più ampio, trasformandosi in un momento di preghiera e riflessione collettiva sulla pace.
Il pellegrinaggio nella cornice storica di ceri tra fede e comunione
Il borgo di Ceri, con le sue viuzze e l’ambiente medievale, ha fatto da sfondo a una manifestazione che richiama antiche tradizioni religiose. I fedeli provenienti da due diocesi vicine si sono riuniti con il vescovo Gianrico Ruzza, avvolti da un clima di raccoglimento e condivisione. La processione ha seguito un percorso di preghiera che simboleggia non solo un rito spirituale, ma anche la volontà di rinforzare il senso di appartenenza tra le persone.
La sindaca Gubetti ha sottolineato la potenza di questa esperienza condivisa, parlando di un cammino che “ha trovato nel pellegrinaggio un segno concreto di unità”. Il passaggio tra le strade del borgo è stato vissuto con attenzione e rispetto, in un’atmosfera che ha favorito esternazioni di fiducia e speranza. Questa storia radicata nel territorio appare ancora viva grazie alla partecipazione delle confraternite e dei gruppi scout, elementi fondamentali per mantenere viva la tradizione.
Il messaggio di pace della sindaca gubetti contro la guerra e l’indifferenza
Elena Gubetti, dal suo ruolo istituzionale, ha veicolato un messaggio che va oltre la semplice celebrazione religiosa. Ha richiamato la gravità del contesto internazionale attuale, segnato da conflitti e violenze che colpiscono in particolare i civili. Le parole della sindaca si sono fatte chiamata all’azione e alla responsabilità collettiva: non stare a guardare di fronte alle sofferenze causate dalla guerra.
“Il silenzio non è un’opzione percorribile”, ha affermato con fermezza. Questa frase rappresenta la linea guida del suo intervento, che invita a non rimanere passivi di fronte alle atrocità. Nel suo discorso ha inoltre espresso una vicinanza costante alle vittime dei conflitti, evidenziando la necessità di un impegno diffuso per promuovere la pace. Questo invito si inserisce nel contesto della preghiera comune, dove la fede può superare le divisioni e diventare ponte tra le diverse comunità.
Il ruolo delle comunità locali nell’organizzazione e nella tradizione del pellegrinaggio
Un altro punto evidenziato dalla sindaca riguarda la partecipazione attiva delle diverse realtà locali. Confraternite, gruppi scout e singoli cittadini hanno preso parte all’evento con coinvolgimento e devozione. Gubetti ha riconosciuto pubblicamente il loro contributo definendo il pellegrinaggio come una tradizione che “custodisce la nostra identità e il nostro cammino comune”.
La presenza di queste organizzazioni si rivela fondamentale per tramandare la memoria collettiva e offrire un senso di continuità alla comunità. Attraverso l’impegno e la collaborazione, viene garantita la sopravvivenza di pratiche storiche che altrimenti rischiano di perdere valore. Questo aspetto conferma il legame stretto tra fede, territorio e vita sociale, testimoniando un modo di vivere la religiosità che produce effetti concreti sul tessuto locale.
L’appello finale per un futuro di pace e speranza ispirato dal pellegrinaggio
Il messaggio conclusivo della sindaca Gubetti, lanciato al termine della processione, si presenta come un invito aperto a proseguire con impegno il cammino avviato quel giorno. La condivisione e la preghiera al santuario della Madonna di Ceri non si devono arrestare nel momento della manifestazione ma debbono tradursi in azioni quotidiane per costruire un orizzonte segnato dalla pace.
In effetti l’evento nasce da radici antiche ma guarda al presente con consapevolezza e urgenza. Gubetti consegna alla comunità un programma morale che invita a non smarrire la speranza e a lavorare insieme per un domani migliore. Il richiamo alla responsabilità collettiva misura la tensione tra passato e futuro, mostrando un percorso dove la fede può diventare strumento per affrontare le tante divisioni presenti nel mondo.