La sfida del friuli venezia giulia tra transizione energetica e autosufficienza nel contesto europeo

La sfida del friuli venezia giulia tra transizione energetica e autosufficienza nel contesto europeo

Il Friuli Venezia Giulia punta a rafforzare l’indipendenza energetica valorizzando il biogas e investendo nella ricerca sull’idrogeno, con il supporto di collaborazioni pubblico-private come A2A e la centrale di Monfalcone.
La Sfida Del Friuli Venezia Gi La Sfida Del Friuli Venezia Gi
Il Friuli Venezia Giulia punta a rafforzare la propria indipendenza energetica attraverso il biogas, la ricerca sull’idrogeno e la collaborazione pubblico-privato, garantendo sostenibilità e sicurezza nelle forniture. - Gaeta.it

Il Friuli Venezia Giulia guarda con attenzione al futuro energetico e punta a diventare più indipendente nel soddisfare il proprio fabbisogno. Nel corso della presentazione del nono Bilancio di Sostenibilità Territoriale di A2A, il presidente regionale Massimiliano Fedriga ha posto l’accento sulla necessità di affrontare con concretezza la transizione energetica, senza trascurare la sicurezza e la stabilità delle forniture. Queste riflessioni arrivano in un momento in cui le forniture di energia a livello europeo suscitano preoccupazioni in relazione ai rapporti con paesi esterni all’Unione.

La transizione energetica e il ruolo del biogas nel friuli venezia giulia

Secondo Fedriga, il Friuli Venezia Giulia deve affrontare il passaggio verso forme di energia più sostenibili, con attenzione particolare al biogas. Questa fonte rinnovabile, generata da processi di decomposizione organica, può assumere un ruolo strategico nel mix energetico della regione. Le caratteristiche del biogas, che può essere prodotto localmente utilizzando residui agricoli o scarti organici, creano l’opportunità di ridurre la dipendenza da fonti fossili ed esterne.

L’utilizzo del biogas, definito da Fedriga come un “valido alleato”, permette anche di integrare le energie rinnovabili intermittenti, garantendo una più solida autonomia energetica. Il presidente ha sottolineato come, in passato, la regione abbia già cercato di sostenere le famiglie favorendo misure di autoproduzione. Questi modelli sembrano indicare una strada per smussare i picchi di domanda e ridurre la vulnerabilità agli shock esterni. Il biogas, dunque, appare come un elemento concreto da valorizzare, sia sul piano ambientale che sotto quello della sicurezza energetica locale.

L’autosufficienza europea e la sicurezza delle forniture energetiche

Uno dei temi centrali nell’intervento di Fedriga riguarda la dipendenza dalle forniture energetiche provenienti da paesi terzi. Il presidente ha espresso la preoccupazione che affidare la produzione energetica a paesi esterni possa rappresentare un rischio strategico per il Friuli Venezia Giulia e per l’Italia tutta. Ha ribadito che l’Europa o l’Occidente in generale debbano sforzarsi per creare un’autosufficienza energetica, sfruttando tecnologie attuali e quelle in sviluppo.

Questo concetto si lega direttamente alla sicurezza nazionale e regionale. L’idea è evitare scenari in cui, per motivi politici o economici, gli approvvigionamenti vengano bloccati o rallentati. Fedriga ha tracciato un confine tra istanze ideologiche e necessità pragmatiche, insistendo sul fatto che ogni strategia energetica deve essere sostenibile anche socialmente ed economicamente. Va mantenuto l’equilibrio tra sostenibilità ambientale e garanzia di approvvigionamenti stabili per famiglie e imprese.

Investimenti nella ricerca sull’idrogeno come opportunità futura

Nel discorso sulla nuova energia, Fedriga ha attribuito un ruolo importante all’idrogeno. Sebbene oggi questa fonte non sia competitiva sul piano economico e venga utilizzata solo in settori specifici o di nicchia, la ricerca sull’idrogeno viene considerata indispensabile per il futuro. La regione sta puntando a sviluppare questa tecnologia per non rimanere indietro nel momento in cui l’idrogeno diventerà più accessibile e diffuso sul mercato.

Il presidente ha evidenziato che la preparazione anticipata in questo campo può evitare di scoprire tardi l’esistenza di nuove fonti energetiche solo quando saranno già largamente adottate a livello commerciale. Questo atteggiamento si colloca in una logica di programmazione dinamica, in cui la regione vuole mantenere un piede nella ricerca e nell’innovazione senza prescindere da soluzioni concrete e applicabili subito.

Il rapporto tra pubblico e privato e l’esempio della centrale di monfalcone

Fedriga ha infine delineato il ruolo di collaborazione tra enti pubblici e imprese private come elemento chiave per supportare lo sviluppo energetico del Friuli Venezia Giulia. Ha portato come esempio A2A e la centrale di Monfalcone, nate da una sinergia in cui coesistono interessi pubblici e privati, in grado di accompagnare la regione nel percorso di transizione.

La strategia consiste nel muoversi oltre i confini di ideologie rigide e lasciare spazio a collaborazioni operative, che permettano di convogliare energie e risorse in modo più mirato. La centrale di Monfalcone rappresenta un caso concreto di come questa intesa possa tradursi in impianti capaci di rispondere alle esigenze del territorio in modo realistico e coerente, evitando scelte che potrebbero limitare le opportunità per le generazioni future.

Change privacy settings
×