La sartoria Tangari di Corato, in provincia di Bari, ha svolto un ruolo importante nella realizzazione di abiti sacri per la Chiesa, accompagnando Papa Francesco in varie celebrazioni. Fondata nel 1935, l’azienda ha progettato e confezionato oggetti liturgici come tuniche, stole e mozzette destinate a religiosi di ogni grado. Il lavoro più noto è legato alla veste indossata dal pontefice durante la messa organizzata dalla Conferenza episcopale italiana a Bari il 23 febbraio 2020, intitolata “Mediterraneo frontiera di pace”. Questo evento ha rappresentato un momento significativo per la sartoria che, da sempre, interpreta la fede attraverso tessuti e ricami.
la scelta dei tessuti e il design ispirato alla semplicità di papa francesco
La linea stilistica proposta dalla sartoria Tangari si basa su un rigore sobrio, che rispecchia il carattere del pontefice e il modo in cui ha guidato la Chiesa. I tessuti impiegati sono naturali, come lana e seta, scelti per trasmettere un senso di purezza e rispetto. I colori rimangono sobri, evitando eccessi cromatici, mentre i ricami si mantengono leggeri e delicati, mai troppo appariscenti. L’obiettivo era tradurre in modo concreto l’idea di una Chiesa essenziale e vicina ai fedeli. Paolo Tangari, amministratore dell’impresa, spiega che la creazione di quel particolare abito ha richiesto un equilibrio tra “semplice e nobile”, due termini chiave suggeriti per riflettere la figura di papa Francesco.
La casula del mediterraneo
Il risultato è la cosiddetta “casula del Mediterraneo”, un capo pensato per esprimere il legame con la città di Bari e la missione di pace promossa durante l’incontro del 2020. Ogni cucitura e ogni dettaglio sono stati studiati per rispecchiare la quotidianità del papa, lontana da sfarzi ma ricca di significato spirituale. Questo approccio riduce la distanza tra la gerarchia ecclesiastica e la gente comune, ricordando la natura umana della leadership religiosa.
L’emozione di chi ha lavorato agli abiti pontifici
Chi ha cucito quei tessuti sente ancora forte l’emozione di aver toccato da vicino un pezzo di storia religiosa recente. Maddalena Squicciarini, sarta della Tangari, parla del tremore alle mani che accompagnava ogni tocco su quelle stoffe. Per lei e per tutto lo staff, ogni vestito con la firma di papa Francesco rappresenta un ricordo vivo, legato anche ai momenti di vicinanza umana e spirituale che quel papa incoraggiava. La sua morte, recente, pesa sulle persone che hanno collaborato alla realizzazione di quegli abiti, trasformando la memoria di un tempo speciale in un conforto, anche se intriso di tristezza.
Un impegno morale e simbolico
In un certo senso, il lavoro quotidiano della sartoria ha permesso di entrare in una dimensione intima di papa Francesco, avvicinandolo attraverso il tessuto e i fili. Questo rapporto con l’abbigliamento liturgico ha rappresentato per il team non solo una sfida tecnica, ma anche un impegno morale e simbolico. Le mani di chi cuce, racconta Squicciarini, hanno accompagnato un racconto di fede e umanità, ora parte di una storia che continua a influenzare la comunità ecclesiastica e la città di Bari.
Il lascito spirituale tramite la semplicità e l’accoglienza
Le parole di Paolo Tangari si soffermano sull’eredità lasciata da papa Francesco, in particolare sul suo modo di comunicare senza complicazioni e sulla capacità di accogliere ogni evento della vita, compresa la malattia. La sua figura si è definita proprio nella sobrietà e nella disponibilità a affrontare le difficoltà con serenità. Questo atteggiamento ha segnato anche la realizzazione degli abiti destinati al suo servizio, che hanno seguito la stessa linea stilistica senza rinunciare a un valore simbolico importante.
La messa celebrata a Bari nel 2020 a cui la sartoria ha collaborato ha rappresentato un momento in cui questi simboli sono emersi in modo chiaro, evidenziando come la vita ecclesiastica possa dialogare con il territorio e la società attraverso semplici gesti e scelte concrete. Le immagini di quel giorno, poco prima della pandemia, restano testimonianza di questo messaggio, in cui vestire un papa significa anche raccontare la sua visione del mondo. Tanto nelle stoffe quanto nei ricami, si legge la volontà di un dialogo aperto e sincero con chi sta intorno.
In sintesi, la sartoria di Corato ha contribuito a preservare un’immagine di papa Francesco che parla attraverso il silenzio dei tessuti e lo sguardo modesto dei decorazioni. Un racconto fatto di mani, pazienza, e soprattutto di rispetto per una figura che ha segnato e continua a segnare la storia della Chiesa contemporanea.