La sanità calabrese ha vissuto anni difficili, segnati da commissariamenti che spesso non hanno portato miglioramenti tangibili. Oggi, dopo un lungo periodo di stallo, si cominciano a vedere risultati concreti e una nuova spinta per riorganizzare i servizi sanitari nella regione. I protagonisti di questo cambiamento hanno spiegato, durante un convegno a Pizzo, lo stato attuale e le prospettive per rendere il sistema più efficace e vicino ai cittadini.
La rinascita della sanità calabrese dopo anni di blocco gestionale
Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e commissario per la sanità, ha sottolineato come la situazione in passato fosse ferma e senza progressi reali. Al convegno organizzato dal gruppo editoriale “Corriere della Calabria” ha spiegato che si fanno ora passi avanti importanti, pur senza essere ancora nella condizione ideale. L’impegno è concentrato su ciò che è stato a lungo trascurato, come la chiusura dei bilanci in passivo e la riorganizzazione degli ospedali.
Occhiuto ha voluto chiarire che la regione non punta ad uscire dal commissariamento per mera formalità. L’intenzione è invece di negoziare un nuovo piano di rientro che non imponga tagli drastici e blocchi allo sviluppo del sistema sanitario. La strategia mira a consolidare i miglioramenti attuali e a evitare il ritorno di vecchie pratiche che hanno frenato i servizi sanitari regionali per decenni.
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Una delle criticità maggiori resta la mobilità passiva, ovvero il fatto che tanti pazienti calabresi scelgano di curarsi fuori regione. Il problema non sarebbe solo la qualità delle cure disponibili in Calabria, ma soprattutto la percezione negativa che molti hanno della sanità locale. Lavorare su questo aspetto è fondamentale per riportare fiducia e servizi territoriali efficienti.
Criticità persistenti della mobilità passiva
Il fenomeno della mobilità passiva incide non solo sul sistema sanitario regionale, ma anche sulla percezione complessiva della sanità in Calabria, richiedendo strategie mirate di comunicazione e miglioramento reale dei servizi.
Le criticità storiche e primi risultati nel contrasto ai problemi della sanità calabrese
Il presidente ha ricordato come per anni la gestione sanitaria sia stata affidata a commissari esterni, spesso poco conoscenti della realtà locale. Alcuni di questi hanno espresso pubblicamente la difficoltà di lavorare in contesti così complessi, arrivando persino a segnalare condizioni difficili prima di interviste pubbliche. Una fase difficile che ha segnato la sanità calabrese fino a pochi anni fa.
Ora la situazione economica presenta segnali positivi tangibili. Nel 2022 il disavanzo era di circa 80 milioni, mentre i numeri attuali parlano di un debito ridotto intorno a 18 milioni. Questa riduzione è stata ottenuta grazie a una gestione più rigorosa e al controllo sulle spese sanitarie, oltre a una maggior trasparenza certificata da enti come la Consob.
Digitalizzazione e riorganizzazione ospedaliera
La riorganizzazione degli ospedali passa anche dalla digitalizzazione delle procedure e dal rafforzamento dei controlli. La rete ospedaliera verrà rivista con l’obiettivo di unificare la guida tra i grandi centri hub e le strutture spoke. L’idea è di evitare trasferimenti inutili, dando maggiore autonomia ai presidi territoriali per trattare molte patologie senza dover necessariamente spostare i pazienti.
La visione prevede anche un cambio culturale: promuovere maggior responsabilità e collaborazione tra le strutture per ottimizzare risorse e tempi di cura. Il presidente Occhiuto ha insistito molto sul fatto che la sanità calabrese non va vista soltanto per i problemi, ma anche per la competenza e la dedizione di molti operatori sanitari.
Il ruolo di aifa e azienda zero nel migliorare l’accesso e la gestione delle cure
All’incontro hanno partecipato figure chiave del sistema sanitario regionale e nazionale. Robert Giovanni Nisticò, presidente dell’Aifa, ha evidenziato l’importanza di un approccio più umano nelle cure. Per lui, la capacità di rendere i percorsi sanitari più accessibili e trasparenti è fondamentale per creare un rapporto di fiducia tra medici e pazienti.
Secondo Nisticò, la sanità calabrese sta imboccando una strada positiva, ma serve consolidare i progressi e accelerare il miglioramento. Le testimonianze raccolte dimostrano che la qualità delle cure può essere alta, sfatando l’idea che in regione manchino eccellenze mediche.
Dati sui livelli essenziali di assistenza
Gandolfo Miserendino, direttore generale di Azienda Zero, ha portato dati sulle aree dei livelli essenziali di assistenza . La Calabria, per la prima volta da anni, ha due terzi delle sue aree in fascia verde, indicatore di servizi essenziali adeguati. La prevenzione della salute è stata un focus particolare, tramite campagne e piani specifici che hanno portato a risultati evidenti.
Per affrontare le liste d’attesa sono stati approvati provvedimenti regionali che hanno sbloccato risorse e dato impulso ai piani aziendali per ridurre i tempi di accesso alle prestazioni. Anche in emergenza-urgenza sono stati fatti passi avanti, con un aumento delle postazioni sul territorio da 60 e un miglior trasporto secondario che abbassa i tempi di risposta.
Gestire le criticità della malasanità e rafforzare il sistema nel futuro prossimo
Di fronte ai casi recenti di presunta malasanità, il direttore Miserendino ha espresso vicinanza alle famiglie e ha ricordato che le autorità competenti stanno svolgendo le necessarie verifiche. Ha ammesso che il servizio è migliorabile e ha indicato come priorità la prevenzione e la gestione del rischio clinico.
Questi temi sono centrali nelle strategie di miglioramento, con l’obiettivo di ridurre errori e garantire maggiore sicurezza agli assistiti. Un piano integrato e una maggiore attenzione all’organizzazione sanitaria sono considerati strumenti necessari per ridurre criticità e aumentare la qualità complessiva.
Il lungo percorso di riforme e investimenti, al momento in corso, disegna uno scenario di rigenerazione della sanità calabrese. Anche se rimangono sfide aperte e ostacoli tecnici, le autorità e i professionisti impegnati nei servizi pubblici continuano a lavorare per un sistema maggiormente efficiente e vicino alle esigenze della popolazione regionale.