La sala di costantino nei musei vaticani torna a nuova vita dopo restauro di quasi dieci anni

La sala di costantino nei musei vaticani torna a nuova vita dopo restauro di quasi dieci anni

Il restauro decennale della sala di Costantino nei Musei Vaticani ha riportato alla luce gli affreschi di Raffaello e collaboratori, valorizzando la storia religiosa e artistica di Roma rinascimentale con tecnologie innovative.
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La sala di Costantino nei Musei Vaticani, capolavoro rinascimentale decorato da Raffaello e collaboratori, è stata restaurata dopo quasi un decennio, riportando alla luce colori e dettagli originari e valorizzando la sua importanza storica e artistica. - Gaeta.it

La sala di Costantino nei Musei Vaticani, capolavoro della pittura rinascimentale, è tornata al suo splendore originario in seguito a un restauro durato quasi un decennio. Questo spazio è il più grande tra le stanze di Raffaello, ricco di affreschi e decorazioni che narrano la storia della Chiesa e della Roma rinascimentale attraverso il racconto pittorico di artisti di grande rilievo. Il recupero delle immagini e dei colori offre oggi un nuovo modo di fruire questo monumento culturale, valorizzandone ogni dettaglio e spessore storico.

La storia della sala di costantino e le sue decorazioni

La sala di Costantino fu chiamata così per onorare l’imperatore romano che, nel IV secolo, concesse la libertà di culto ai cristiani. Questa stanza funge da testimonianza visiva delle trasformazioni religiose e politiche del Cinquecento a Roma. La decorazione si svolse a più riprese e coinvolse diverse personalità artistiche chiave dell’epoca.

Le prime pitture, realizzate con la tecnica a olio su muro, sono frutto della mano di Raffaello e della sua bottega. Esse rappresentano figure allegoriche come la Comitas e la Iustitia. Gli affreschi furono poi completati da Giulio Romano e Giovan Francesco Penni, collaboratori diretti di Raffaello, che ampliarono le scene con monumentali immagini collocate sulle pareti laterali. Successivamente, durante il pontificato di Paolo III Farnese, ci fu un intervento di Sebastiano del Piombo e infine, tra gli anni ’80 e ’90 del Cinquecento, Tommaso Laureti, allievo di Sebastiano, realizzò la decorazione della volta. Il capolavoro in questa cima artistica è il Trionfo del cristianesimo sul paganesimo, un insieme pittorico che figura un arazzo illusorio e una prospettiva scenica unica.

Il restauro tra tecniche tradizionali e innovazioni scientifiche

Il restauro, iniziato nel marzo del 2015 sulla parete est della sala, si è concluso nel dicembre 2024. Il restauro ha riguardato l’intera superficie pittorica, con particolare attenzione alla scena della Visione della croce. Questo intervento ha portato alla luce colori e dettagli nascosti da secoli di polvere e alterazioni causate dal tempo.

Il laboratorio di restauro dei Musei Vaticani ha operato con cura estrema. Le puliture hanno ridato respiro alle cromie originarie, permettendo di distinguere le varie fasi esecutive, le tecniche usate e i materiali applicati nel tempo. Fabio Piacentini, maestro restauratore, ha paragonato il lavoro a un “sollevare un velo secolare”, restituendo alla sala un dialogo visivo fra Raffaello, la sua bottega e Laureti.

Fondamentale è stato il contributo delle tecnologie scientifiche adottate nel corso del lavoro. Il Gabinetto di Ricerche Scientifiche, con a capo Fabio Morresi, ha utilizzato riflettografie a 1900 nanometri, infrarosso in falsi colori, fluorescenza UV e analisi chimiche. Questi strumenti hanno permesso di scandagliare ogni strato della pittura, rivelando interventi successivi e modifiche. Inoltre, una scansione laser ha prodotto un modello tridimensionale, utile per approfondire la struttura artistica e conservativa della stanza.

La sala di costantino come racconto visivo della roma del rinascimento

La sala di Costantino è uno scrigno di memorie visive che ripercorrono i cambiamenti culturali e religiosi di Roma nel XVI secolo. Le decorazioni riflettono le diverse fasi dei pontificati che caratterizzarono quel periodo: dai Medici di Leone X e Clemente VII, ai Farnese di Paolo III, passando per i pontificati controriformisti di Gregorio XIII e Sisto V.

Grazie al restauro oggi si possono leggere con chiarezza le iconografie originali. I personaggi, le scene storiche e gli elementi allegorici trasmettono direttamente la cronaca del passaggio dalla tolleranza cristiana alla piena affermazione della fede nel contesto del papato. La sala si rivela così un atlante figurativo che permette di capire anche dettagli della riforma religiosa, delle strategie politiche e del clima culturale dell’epoca.

Il restauro riporta in vita opere che hanno attraversato secoli e che raccontano una parte cruciale della storia europea attraverso immagini, colori, spazi e prospettive che fino a poco tempo fa erano compromessi dalla patina del tempo.

La riapertura della sala di Costantino ai visitatori segna un momento importante per i Musei Vaticani, pronti a mostrare questo straordinario esempio di arte rinascimentale in tutta la sua bellezza e complessità. Il lavoro svolto nei laboratori ha riacceso una luce su dettagli che fino a poco tempo fa erano difficili da percepire, offrendo una nuova esperienza di fruizione culturale.

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