La risció parte da bologna, carovana transfemminista attraversa emilia e veneto fino a piazzola sul brenta

La risció parte da bologna, carovana transfemminista attraversa emilia e veneto fino a piazzola sul brenta

una carovana transfemminista parte da piazza unità a bologna per sensibilizzare su povertà di genere, diritto alla cittadinanza e lavoro dignitoso attraversando emilia e veneto con tappe simboliche
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“La risció” è una carovana transfemminista partita da Bologna che, attraverso un percorso in Emilia e Veneto, denuncia povertà di genere, diritto alla cittadinanza e lavoro dignitoso, unendo attivismo sociale e mobilità su due ruote. - Gaeta.it

Questa mattina da piazza unità a Bologna è partita “La risció”, una carovana su ruote con un obiettivo chiaro: portare all’attenzione temi sociali come la povertà di genere, il diritto alla cittadinanza e il lavoro dignitoso. L’iniziativa attraversa alcune città dell’Emilia e del Veneto per raccontare, a modo suo, le difficoltà quotidiane che molte donne affrontano in Italia.

La partenza e l’itinerario della carovana transfemminista

Il raduno delle partecipanti ha preso il via alle prime ore di oggi in piazza unità, cuore pulsante della città di Bologna. Da qui la carovana “La risció”, organizzata da Salva i ciclisti Bologna e dal Period Think Tank, si muove lungo un percorso che toccherà Ferrara, Rovigo e Padova, per poi concludersi a piazzola sul Brenta, in provincia di Padova. Questa scelta di tappe non è casuale: ogni città rappresenta una tappa simbolica per discutere di diritti e lotte locali legate al lavoro femminile e alla cittadinanza.

Le biciclette e i rimorchi che compongono la risció, veicolo di queste istanze trasportate sulle strade, diventano strumenti e simboli per far emergere temi che spesso restano nascosti nel dibattito pubblico. Le organizzatrici sottolineano come questa iniziativa non sia un semplice giro in bici, ma una proposta politica collettiva che unisce impegno sociale e condivisione gioiosa sulle due ruote.

I temi portati in strada: povertà di genere e diritto alla cittadinanza

La carovana si concentra su questioni che riguardano molte donne italiane, a partire dalla povertà di genere. Questo fenomeno, secondo le promotrici, è evidente nelle differenze salariali, nella difficoltà di accesso al lavoro dignitoso, nella disparità nelle pensioni e nella mancanza di autonomia economica. L’evento vuole sensibilizzare l’opinione pubblica su questa realtà, diffusa ma poco discussa.

Già in fase organizzativa, la risció ha dichiarato che “la fatica del pedalare diventa metafora di una forza collettiva da sfruttare per affermare cambiamenti concreti”. Tra i messaggi portati avanti c’è anche la richiesta di una legge sulla cittadinanza più equa e inclusiva, che possa riconoscere i diritti di chi vive e lavora in Italia senza lasciare spazio a discriminazioni. La battaglia per questa legge si incrociano con quelle a favore dei referendum sul lavoro, temi caldi soprattutto in vista delle votazioni imminenti.

Appuntamento al bam e l’attivismo trasformato in mobilità

Per raccontare questa esperienza di attivismo in movimento, le promotrici saranno presenti sabato 7 giugno al Bicicle Adventure Meeting , una manifestazione dedicata al ciclismo raccontato al di fuori delle competizioni agonistiche. Sarà l’occasione per confrontarsi con altri appassionati di bici, portando ai microfoni le ragioni e le storie dietro la risció.

Questo appuntamento riflette la dimensione pubblica e partecipata di un gesto semplice quanto importante: pedalare per affermare diritti e uguaglianze. La mobilità, in particolare su mezzi non motorizzati, diventa così una scelta politica e simbolica, che unisce città diverse e culture diverse sotto un unico ideale comune.

Un percorso tra impegno sociale e territorio

Il percorso della risció si inserisce in un dibattito più ampio che coinvolge il lavoro, la cittadinanza e la parità di genere, con lo sguardo rivolto al territorio e alle realtà concrete che lo abitano. Questa carovana offre a chi la segue uno spaccato di impegno sociale trasportato su due ruote, unendo le strade dell’Emilia e del Veneto in un cammino collettivo di protesta e speranza.

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