La riforma del sistema protezione civile nelle marche: nuove regole e ruolo rafforzato della giunta regionale

La riforma del sistema protezione civile nelle marche: nuove regole e ruolo rafforzato della giunta regionale

La regione Marche aggiorna la legge sulla protezione civile per migliorare il coordinamento tra enti, introdurre ambiti territoriali ottimali, mobilitazione straordinaria e rafforzare il ruolo del volontariato.
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La Regione Marche ha aggiornato la legge sulla protezione civile per rafforzare il coordinamento istituzionale, introdurre ambiti territoriali ottimali e potenziare mobilitazione e gestione delle emergenze, valorizzando il ruolo del volontariato e la formazione della comunità. - Gaeta.it

La regione Marche ha avviato un processo di revisione delle norme che regolano la protezione civile, puntando a rafforzare il coordinamento tra i diversi livelli istituzionali. Il consiglio regionale ha approvato all’unanimità una legge proposta dalla giunta, che aggiorna il sistema in accordo con il nuovo codice nazionale del 2018. Questo intervento segue l’idea di mantenere un modello policentrico sul territorio, assegnando nuove funzioni e responsabilità anche alla giunta regionale stessa.

Conferma del modello policentrico nel sistema protezione civile delle marche

Il sistema Marche di protezione civile riconferma la partecipazione attiva di numerosi attori istituzionali e organizzativi. Restano al centro i sindaci, la regione, i comuni e le strutture operative come Arpam, gli enti del servizio sanitario regionale, le organizzazioni di volontariato e i centri di ricerca con compiti specifici sulla sicurezza civile. Accanto a questi, svolgono un ruolo rilevante i “soggetti concorrenti“, che comprendono ordini professionali, agenzie e aziende implicate nelle attività di protezione.

La novità degli ambiti territoriali e organizzativi ottimali

Il nuovo testo introduce poi una novità fondamentale: l’attivazione degli “ambiti territoriali e organizzativi ottimali”. Questi ambiti verranno definiti entro i confini provinciali e serviranno a coordinare le risorse quando si verificano emergenze di ampio respiro, che trascendono i confini comunali. Sarà compito delle autorità locali individuare con precisione i territori coinvolti e stabilire i criteri per l’organizzazione operativa. Si tratta di un passaggio pensato per migliorare l’efficacia nella gestione di eventi complessi o diffusi.

Mobilitazione straordinaria regionale e gestione delle emergenze

Un cambiamento importante inserito nel nuovo sistema riguarda la cosiddetta “mobilitazione straordinaria regionale”. Questa può essere disposta dal presidente della giunta regionale al verificarsi di emergenze significative nel territorio. Prima della decisione, il presidente deve consultare i sindaci dei comuni interessati. La mobilitazione può durare fino a 15 giorni, con la possibilità di una sola proroga per un uguale periodo di tempo. In caso si concluda prima la necessità, è possibile sospenderla anticipatamente.

A questo si affianca la previsione di un “stato di emergenza di rilievo regionale”, anch’esso decretato dalla giunta regionale, che può durare fino a sei mesi. Qualora la gravità della situazione lo richieda, interviene inoltre lo “stato di emergenza nazionale“, regolarmente dichiarato dal governo italiano. Questi strumenti rappresentano l’ossatura del sistema in grado di attivare rapidamente risorse e procedure per proteggere la popolazione e limitare danni.

Attenzione a incendi boschivi, formazione e ruolo del volontariato

Tra le questioni affrontate dalla legge c’è anche l’impatto degli incendi boschivi, presenti in modo ricorrente nelle Marche. Le nuove norme prevedono iniziative specifiche per contenere il rischio e rafforzare la preparazione degli operatori e della comunità.

Un punto chiave riguarda la sensibilizzazione e la formazione dei cittadini in materia di protezione civile. Promuovere una cultura diffusa su questi temi aiuta a migliorare la risposta collettiva nel momento dell’emergenza. Le attività educative e informative sono pensate per coinvolgere scuole, famiglie e gruppi sociali, creando una rete più solida per la sicurezza pubblica.

In questo contesto assume un ruolo centrale il volontariato. Nella regione operano oltre 300 associazioni che riuniscono circa 12 mila volontari impegnati in vari ambiti della protezione civile. Il testo della legge riserva attenzione alla loro organizzazione e partecipazione, garantendo strumenti adeguati per il loro impiego durante le emergenze. Il volontariato continua ad essere uno dei pilastri concreti del sistema di protezione nelle Marche.

Il dibattito in consiglio regionale e prospettive future

La discussione in consiglio regionale ha visto interventi di consiglieri provenienti da diversi schieramenti politici. Monica Acciarri della Lega ha illustrato i contenuti della legge, sottolineandone l’importanza per una gestione più efficace delle emergenze. Anche la minoranza, rappresentata da Fabrizio Cesetti del Pd, ha partecipato al confronto, portando il proprio punto di vista sul tema.

La legge dunque segna una tappa decisiva nel percorso di aggiornamento della protezione civile nella regione Marche. Fissa regole nuove per una collaborazione più precisa tra enti locali e regionali e amplia le possibilità di intervento rapido. Restano da definire nel dettaglio i criteri per gli ambiti territoriali ottimali e si attendono i primi atti attuativi. Questo assetto potrebbe incidere significativamente sulla capacità di risposta agli eventi critici sul territorio marchigiano, in un contesto dove i rischi per la sicurezza civile restano concreti.

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