La cerimonia di insediamento di papa leone XIV si avvicina e le case reali europee si preparano a partecipare con i propri delegati. L’evento, che si terrà in piazza San Pietro, richiede un particolare rispetto alle regole di protocollo e alle tradizioni religiose, soprattutto per quanto riguarda la presenza di sovrani e consorti. Le dinamiche dei partecipanti rispecchiano tradizioni antiche, abitudini diplomatiche e il legame tra monarchie e istituzioni cattoliche.
L’assenza di Carlo e william e la delega a edoardo per la rappresentanza inglese
Da Buckingham Palace arriva la conferma che il re Carlo III e il principe William non parteciperanno alla cerimonia di insediamento di papa leone XIV. Carlo salterà l’evento per rispettare il protocollo. La regola stabilisce che il sovrano non è obbligato a presenziare né ai funerali né alle cerimonie di insediamento dei capi di Stato. William, viceversa, era presente ai funerali di papa bergoglio ma questa volta non sarà a Roma. Il principe Edoardo, figlio minore di Elisabetta II e fratello dell’attuale re, rappresenterà la corona britannica. Accanto a Edoardo dovrebbe esserci anche la moglie, Sophie, contessa di Wessex. Questa scelta riflette la volontà della casa reale britannica di mantenere una presenza discreta, ma ufficiale, in occasione dell’evento vaticano.
Sovrani ufficialmente cattolici e il privilegio del bianco
Al contrario della corona britannica, i regni cattolici invieranno sovrani insieme alle loro consorti. Tra questi figurano il re Felipe e la regina Letizia di Spagna, il re Filippo e la regina Matilde del Belgio, e il principe Alberto con la principessa Charlene di Monaco. Questi rappresentanti godono di un privilegio particolare: in presenza del pontefice, le regine di regni cattolici possono indossare abiti bianchi, tradizione che simboleggia rispetto e vicinanza alla chiesa. Il colore bianco fa parte del protocollo vaticano riservato a pochi, tra cui spiccano questi casi. La scelta degli abiti diventa così un dettaglio che racconta il legame stretto tra il peso religioso e quello istituzionale in questi stati.
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Rigore del nero per le consorti delle monarchie non cattoliche
Per le altre regine e principesse che rappresentano monarchie non cattoliche si osserva una regola diversa, quella del nero. Indossare il nero è un segno di rispetto per la cerimonia e per il papa durante l’evento. In piazza San Pietro, quindi, saranno presenti figure come la granduchessa Maria Teresa del Lussemburgo, che accompagnerà il granduca Guglielmo, e la regina Maxima d’Olanda, fidanzata del re Guglielmo d’Orange. Questi abiti testimoniano una forma di discrezione e rispetto, pur mantenendo ferma la distinzione tra regni religiosamente legati al cattolicesimo e quelli con altre confessioni o tradizioni laiche. Il rigore richiesto nel dress code si riflette nel comportamento e nel protocollo dell’evento.
La rappresentanza svedese e l’assenza di marina doria
La casa reale svedese sarà presente in piazza San Pietro attraverso l’erede al trono, la principessa Victoria. La sua partecipazione sottolinea la volontà della monarchia scandinava di essere parte di eventi importanti a livello internazionale, nonostante la Svezia non sia un regno cattolico. Nel programma della cerimonia era stata invitata anche Marina Doria, vedova di Vittorio Emanuele di Savoia, che gode anch’essa del diritto di indossare il bianco. La sua assenza, annunciata tempo fa, impedirà la partecipazione diretta all’evento. Questo conferma come aspetti personali e familiari possano influire sulla composizione dei partecipanti, anche in occasioni di grande rilievo come quella papale.
L’incontro a Roma mostra un intreccio tra regole di etichetta, appartenenze religiose e dinastie reali. Le presenze sulle gradinate di piazza San Pietro parleranno quindi non soltanto di rappresentanza, ma anche di legami storici e tradizioni che tuttora regolano cerimonie di portata mondiale. La disposizione degli ospiti e i loro abiti racconteranno molte storie, più di quanto si possa dire a parole.