L’importanza della qualità della vita è diventata sempre più centrale nel dibattito culturale e politico italiano. Questo concetto, per molto tempo considerato come un insieme di fattori materiali, si estende ben oltre il semplice possesso di beni. La salute, l’istruzione, l’equità sociale e l’accesso alla cultura, insieme a un ambiente sostenibile, sono elementi fondamentali per il benessere di ogni individuo e della società nel suo insieme. Tuttavia, le sfide attuali, dalla crisi climatica alle disuguaglianze sempre più marcate tra vari gruppi sociali, pongono interrogativi seri sulla nostra capacità di costruire un futuro in cui la qualità della vita possa essere garantita per tutti.
La dimensione della qualità della vita
Quando parliamo di qualità della vita, è fondamentale considerare le molteplici dimensioni che la compongono. Non basta avere un reddito adeguato per sentirsi appagati; è altrettanto importante vivere in una comunità che promuova la salute, l’istruzione e l’accesso alla cultura. Oggi il piano del miglioramento della qualità della vita va oltre il benessere materiale e si concentra su aspetti come la partecipazione attiva dei cittadini, la sicurezza e la sostenibilità degli ambienti in cui viviamo. La qualità della vita è anche un riflesso delle opportunità reali di partecipazione alla vita sociale e politica, che spesso si trovano in forte disparità tra diverse aree del Paese.
Particolare attenzione deve essere riservata alle condizioni ambientali. L’inquinamento, la perdita di biodiversità e l’impatto negativo della crisi climatica sono sfide pressanti. Questi fattori non solo compromettono la salute delle persone, ma minacciano anche l’accesso a risorse essenziali come acqua e aria pulita. La società deve affrontare queste problematiche imparando a integrare la sostenibilità nelle politiche pubbliche e nelle pratiche quotidiane.
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La presentazione del quinto rapporto Asvis
Il quinto rapporto sui territori dell’ASVIS, recentemente presentato al CNEL, offre uno spaccato dettagliato dello stato attuale delle varie regioni e città metropolitane italiane in relazione ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile . Questo rapporto fornisce un’analisi importante basata su circa 100 indicatori e indici che coprono il periodo 2010-2023. Emergono dai dati sia progressi significativi sia criticità e disparità territoriali che richiederanno attenzione.
Il rapporto mette in luce un’immagine complessa. A dispetto di un focus comune sulle differenze tra Nord e Sud, molte aree mostrano miglioramenti in settori cruciali come l’istruzione. D’altra parte, permangono situazioni di grave difficoltà, soprattutto in ambiti cruciali per il benessere umano come la povertà, l’accesso all’acqua e la giustizia sociale. Mentre le disuguaglianze Nord-Sud continuano a essere un tema di discussione, le differenze all’interno delle regioni stesse sono altrettanto rilevanti e meritano di essere analizzate per comprendere le sfide locali.
Le capacità dei territori rispetto agli obiettivi di sviluppo
L’analisi approfondita delle capacità delle Regioni, Province autonome e città metropolitane di conseguire gli obiettivi stabiliti da strategie europee e nazionali è un altro elemento centrale del rapporto. Le regioni più virtuose, come Lazio e Umbria, raggiungono 12 obiettivi su 28, mostrando un impegno concreto verso lo sviluppo sostenibile. Ammirevole anche la performance della Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Trento.
Al contrario, alcune Regioni del Mezzogiorno, come Molise, Campania e Calabria, fanno fatica a raggiungere più di 4-6 obiettivi. È fondamentale capire le ragioni di queste difficoltà, che riguardano non solo la governance locale e la capacità di attrarre investimenti, ma anche fattori storici e socio-economici che influenzano il loro sviluppo. Queste informazioni sono cruciali per progettare politiche ad hoc, mirate a colmare le lacune.
Disuguaglianze nelle città metropolitane
Le disuguaglianze non si limitano alle aree rurali o alle regioni. Anche le città metropolitane presentano significative disparità nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Firenze, Milano, Roma e Cagliari raggiungono rispettivamente 6-8 obiettivi, dimostrando una certa capacità di rispondere alle esigenze comunitarie. Al contempo, realtà come Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Catania faticano a raggiungere anche solo due obiettivi, riflettendo un quadro di una realtà urbana complesso e, in alcuni casi, problematico.
Le città devono essere un punto di riferimento per il miglioramento della qualità della vita, puntando non solo allo sviluppo economico, ma anche a soluzioni che migliorino il benessere dei cittadini. La sfida è enorme e richiede un impegno collettivo per governare il cambiamento e migliorare le condizioni di vita.
Il rapporto ASVIS rappresenta quindi un importante strumento per chi decide e per i cittadini, invitando a riflettere sulle opportunità e sui limiti del sistema attuale e indicando chiaramente la direzione da prendere per un futuro più equo e sostenibile.