La scomparsa di Clara Rossignoli, donna di 79 anni residente a porto di legnago , ha preso una piega drammatica dopo l’apertura di un fascicolo di indagine da parte della Procura della Repubblica di Verona. L’inchiesta riguarda ipotesi di omicidio e occultamento di cadavere, con indagati che includono persone vicine alla vittima. Le autorità proseguono le ricerche e le indagini nel tentativo di chiarire i fatti, in un clima di massima riservatezza.
Ritardi nella denuncia e nuove piste investigative
Uno dei punti sollevati nell’inchiesta riguarda il ritardo nella denuncia di scomparsa. Il nipote, Mattia Nascimben, ha presentato la segnalazione solo il 14 aprile, diversi giorni dopo l’ultima volta che si sono avute notizie di Clara Rossignoli. Questo lasso temporale ha fatto scattare ulteriori approfondimenti da parte degli inquirenti.
Le autorità stanno esplorando tutte le piste, non trascurando nessun dettaglio. Le indagini continueranno fino a che non emergeranno elementi chiari. La vicenda resta aperta e sotto osservazione, in attesa di ulteriori verifiche e sviluppi da parte della Procura di Verona e dei carabinieri di Legnago.
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Gli indagati e il contesto familiare della vicenda
Tra gli indagati compaiono due nomi: Mattia Nascimben, nipote della donna, e Erica Chiarion, ex compagna di Mattia. I due avevano vissuto con Clara Rossignoli nell’abitazione di porto di legnago. Nel medesimo appartamento risiedevano anche il figlio minorenne della coppia, e la figlia di Clara, ventenne, nata da una precedente relazione.
Le dinamiche familiari potrebbero avere un ruolo chiave nelle indagini. Le forze dell’ordine hanno effettuato un’accurata perquisizione nella casa e nel giardino, cercando elementi utili a ricostruire gli ultimi giorni della donna e capire cosa sia successo. Gli interrogatori di Mattia Nascimben e Erica Chiarion sono durati diverse ore e sono stati condotti con attenzione dai carabinieri di Legnago.
Le fasi iniziali dell’indagine e la situazione a porto di legnago
Clara Rossignoli è scomparsa tra l’8 e il 9 aprile. Dopo alcuni giorni di ricerche senza esito, la Procura di Verona ha aperto un fascicolo includendo le ipotesi di omicidio e occultamento di cadavere. Inizialmente era stato aperto un procedimento per istigazione al suicidio, tenuto conto delle circostanze della sparizione, ma le successive attività investigative hanno spostato l’attenzione su altri aspetti.
Le ricerche si sono concentrate anche sulle aree vicino a porto di legnago, comprese le acque del fiume Adige e gli argini circostanti, senza trovare tracce definitive della donna. I carabinieri di Legnago hanno guidato le operazioni, svolgendo ricerche sul territorio e interrogando testimoni e persone vicine a Clara.
La perquisizione e i rilievi emersi durante l’indagine
L’attività dei carabinieri del Sis, ordinata dalla Procura scaligera, ha interessato l’abitazione di porta di legnago con ispezioni approfondite. Al momento, gli investigatori non hanno reso noti risultati rilevanti da questa perquisizione, mantenendo altissimo il riserbo sull’indagine, che prosegue senza rivelazioni ufficiali.
Tra gli elementi su cui si concentrano le verifiche si trova un episodio segnalato vicino alla data della scomparsa. Testimonianze indicano un acceso litigio tra la vittima e il nipote, nell’imminenza della disconnessione dell’energia elettrica causata dal mancato pagamento di una bolletta. Questo episodio potrebbe rappresentare un momento cruciale nella ricostruzione.