L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco 18 anni fa, torna al centro dell’attenzione della procura di Pavia grazie a una nuova fase di indagini focalizzata sugli accertamenti tecnico scientifici. Le investigazioni puntano a riesaminare i reperti e le tracce biologiche trovate sulla scena del crimine, in particolare quelle mai studiate fino a ora e il dna raccolto sotto le unghie della vittima. Questa operazione sarà concretizzata durante un appuntamento cruciale previsto per il 17 giugno, momento in cui si svolgerà un incidente probatorio decisivo per fare maggiore chiarezza su alcuni elementi chiave del caso.
Importanza delle tracce biologiche e dna
La procura di Pavia ha concentrato il lavoro su vari reperti raccolti nel corso delle prime indagini ma che finora non avevano ricevuto la dovuta attenzione. Il punto di partenza riguarda le tracce di dna rinvenute sotto le unghie di Chiara Poggi, elemento che potrebbe fornire informazioni su una possibile colluttazione o contatto diretto con l’aggressore. Queste tracce saranno riesaminate con nuove tecniche di analisi, più avanzate rispetto a quelle disponibili quasi due decenni fa, per verificare se emergono nuovi profili genetici o conferme su quelli noti.
Oltre al dna sotto le unghie, saranno oggetto di studio le impronte digitali raccolte tra i reperti, alcune delle quali mai analizzate completamente. Le impronte rappresentano un elemento probatorio centrale per ricostruire gli eventi, identificare chi era presente nell’abitazione della vittima e capire se qualcuno ha tentato di manipolare la scena del crimine.
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Impronta numero 33 sotto la lente
Tra i reperti più discussi c’è l’impronta digitale numero 33, trovata all’inizio della scala dove è stato abbandonato il corpo di Chiara Poggi. La procura attribuisce quest’impronta ad Andrea Sempio, già coinvolto nelle indagini sin dalle prime battute del caso. Questo elemento può rappresentare un filo diretto tra il luogo del delitto e uno dei possibili sospetti.
La rilettura dell’impronta numero 33 avverrà durante l’incidente probatorio del 17 giugno. Le nuove analisi potrebbero “confermare o mettere in discussione l’appartenenza di quel dato biometrico” e quindi avere un impatto importante sulle indagini, sia per la parte accusatoria che per la difesa. L’esame dettagliato dell’impronta potrà rivelare anche informazioni legate al modo in cui è stata lasciata, come la pressione o la posizione della mano, particolari utili a ricostruire meglio la dinamica dei fatti.
Tempistica del processo e ulteriori sviluppi
L’incidente probatorio fissato per il 17 giugno rappresenta un momento chiave per il caso. Durante questa udienza verranno eseguite le analisi sulle tracce e i reperti già raccolti e conservati, con l’obiettivo di custodire tali prove in modo ufficiale davanti a un giudice, evitando possibili alterazioni future. La decisione della procura di Pavia di concentrarsi su questi aspetti tecnici e scientifici arriva dopo anni di ricerche e prove nuove, desiderosa di riprendere il filo di un’indagine che ha avuto momenti di svolta e altrettanti di stallo.
La nuova fase non esclude il coinvolgimento di altri accertamenti, oltre al dna e alle impronte, se emergeranno ulteriori elementi significativi. L’attenzione rimane alta sul corpo principale dell’indagine e il lavoro su prove ormai vecchie richiede cautela e rigore per evitare errori o omissioni. Nei prossimi mesi saranno fondamentali risultati e sviluppi, che potranno influire sia sul processo che su eventuali imputazioni future o archiviazioni.