L’inchiesta della procura di Palermo rivela un sistema di finanziamenti irregolari e relazioni intrecciate tra politica, imprenditoria e associazionismo nell’ambito del turismo in Sicilia. Le accuse di corruzione e peculato coinvolgono politici di spicco, tra cui il presidente dell’assemblea regionale siciliana e l’assessora al Turismo. Questa vicenda mette in luce un intreccio complesso di nomine, consulenze e favori che riguardano anche il ministero del Turismo, sollevando dubbi sul controllo e la trasparenza nella gestione dei fondi pubblici.
Le accuse a galvagno e amata e il ruolo delle procure
L’indagine coordinata dalla procura di Palermo coinvolge figure politiche di rilievo: il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, e l’assessora al Turismo, Elvira Amata. Entrambi sono accusati di corruzione e peculato, reati che si riferiscono a un sistema di fondi regionali destinati a eventi promozionali del turismo siciliano, finiti però a soggetti collegati direttamente o indirettamente agli indagati. I magistrati hanno raccolto intercettazioni e documenti che descrivono come questi finanziamenti fossero oggetto di accordi illeciti e scambi di favori.
Gli atti mostrano come il sistema si estendesse fino ai livelli più alti delle istituzioni. Non solo in ambito regionale, ma anche presso ministeri e ministri, creando una rete di interessi incrociati che rende difficile distinguere tra pubblica amministrazione e interessi privati. Queste dinamiche hanno drammaticamente compromesso la trasparenza delle procedure, alimentando sospetti e rivelando la mancanza di efficaci strumenti di controllo.
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Le intercettazioni e le relazioni tra assessora, fondazioni e società private
Un elemento chiave dell’inchiesta riguarda la gestione dei finanziamenti alla Fondazione Bellisario, una realtà attiva nel settore turistico. Un’intercettazione registra la discussione tra Giuseppe Martino, capo di gabinetto vicario dell’assessora Amata, e Marcella Cannariato, figura indagata con ruoli apicali in alcune fondazioni. La conversazione svela l’esistenza di un accordo non scritto tra le parti, finalizzato a garantire l’erogazione del contributo economico.
Cannariato, moglie di un noto imprenditore, avrebbe assunto il nipote dell’assessora in una sua società e affidato un incarico ben remunerato a Martino, in cambio del sostegno per ottenere i fondi regionali. Nel dialogo emerge che i finanziamenti richiedevano un’approvazione formale da parte del ministero del Turismo, ma era considerato «un atto dovuto» grazie agli agganci personali. Questa modalità solleva questioni sul reale livello di verifica e legalità nella concessione dei fondi. La vicenda getta un’ombra sul ministero stesso, chiamato a chiarire se sia intervenuto come semplice passacarte o sia stato parte attiva in questo meccanismo.
Il coinvolgimento di figure ministeriali e riferimenti a daniela santanché
Le carte dell’inchiesta accennano a personaggi di rilievo anche al governo nazionale. Un riferimento a una «ministra donna 26» viene fatto durante le conversazioni, e risalendo al periodo si trova che nel settembre 2023 il ministero del Turismo era guidato da Daniela Santanché. Non è chiaro se questa persona corrisponda proprio a lei, ma la procura ha preferito oscurare l’identità per prassi.
Inoltre, emergono contatti e tentativi di mediazione tra l’ex portavoce dell’assemblea regionale, Sabrina De Capitani, anch’essa indagata, e dirigenti di Fratelli d’Italia di livello nazionale come Ignazio La Russa. De Capitani ha parlato di organizzare incontri per discutere finanziamenti a progetti turistici, a coinvolgere sia Galvagno, sia La Russa, e ha riferito la presenza imminente della premier Giorgia Meloni a Palermo. La ripartizione dei fondi e la gestione degli eventi sembrano intrecciarsi così a rapporti politici intrecciati, che mostrano quanto il controllo della regione sul turismo sia anche politico.
La gestione dei fondi turistici e il ruolo passato di manlio messina e gianluca caramanna
L’attenzione degli inquirenti si estende anche a periodi precedenti e ad altre figure chiave. L’assessorato al turismo era stato guidato fino a poco tempo fa da Manlio Messina, parlamentare e vicino all’area politica di Meloni. Il suo nome compare spesso nelle carte, anche se ha negato qualsiasi responsabilità. Il giornale aveva già segnalato l’impiego di fondi pubblici per promuovere la Sicilia al festival del cinema di Cannes sotto la sua gestione.
Un altro protagonista è Gianluca Caramanna, dirigente di Fratelli d’Italia e consulente pagato dalla regione per circa due anni. Caramanna ha lavorato a supporto di Messina, in particolare nella promozione turistica e nella gestione di eventi, fino al 2022, momento in cui entrambi hanno interrotto i contratti per candidarsi alle elezioni. Dopo, Caramanna è stato nominato consigliere gratuito al ministero del Turismo. Le carte indicano che entrambi erano coinvolti nella distribuzione di incarichi e nella gestione dei fondi per eventi, talvolta con legami a strutture alberghiere proprie o affiliate.
I sospetti sulle modalità di controllo dei fondi e impatto sul turismo siciliano
L’indagine mette in evidenza come i finanziamenti pubblici destinati alla promozione turistica in Sicilia siano stati gestiti in modo poco trasparente, favorendo persone vicine ai politici coinvolti. Brillano per assenza procedure rigorose di controllo e verifiche indipendenti, che avrebbero dovuto impedire conflitti di interesse e scorrettezze.
Le modalità illustrate dalle intercettazioni indicano un sistema strutturato di scambi di favori, nomine e incarichi che hanno influenzato direttamente la distribuzione dei fondi. Questo sistema ha pesanti ricadute non soltanto in termini economici ma anche sull’immagine del turismo siciliano, compromessa da queste vicende giudiziarie proprio mentre la regione cercava di rilanciarsi con eventi e progetti di promozione internazionale.
L’inchiesta si sviluppa ancora. I magistrati continuano a indagare per accertare l’entità del sistema e le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti, in un contesto che dimostra quanto il controllo delle risorse pubbliche possa risentire di intrecci politici e personali, con effetti sulla vita reale dei territori e delle comunità locali.