Il turismo del formaggio si espande in Italia tra borghi, degustazioni e festival tematici nel 2025

Il turismo del formaggio si espande in Italia tra borghi, degustazioni e festival tematici nel 2025

Il turismo enogastronomico in Italia cresce grazie all’interesse per i formaggi, con tour nei caseifici, eventi come Cheese a Bra e Made in Malga ad Asiago, e nuove offerte vegane che valorizzano tradizione e innovazione.
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Il turismo enogastronomico in Italia cresce grazie all’interesse per i formaggi, con visite ai caseifici, degustazioni, eventi e borghi rurali che valorizzano tradizioni artigianali e nuove offerte vegane, contribuendo allo sviluppo economico locale. - Gaeta.it

Il turismo enogastronomico in Italia ha visto negli ultimi anni una presenza crescente legata al mondo dei formaggi. Oltre ai tradizionali percorsi dedicati a vino e olio, oggi sempre più viaggiatori cercano esperienze specifiche attorno ai prodotti caseari. Questo fenomeno interessa diverse regioni, con attività che spaziano dalle visite ai caseifici fino agli eventi dedicati, coinvolgendo anche il patrimonio culturale e rurale italiano.

La crescente passione per le degustazioni e i tour nei caseifici italiani

Negli ultimi dieci anni il desiderio di scoprire i processi dietro la produzione di formaggi ha guadagnato spazi notevoli nel turismo italiano. Il “Primo rapporto sul turismo ed il mondo caseario” dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, pubblicato nel 2024, segnala l’aumento di partecipanti a degustazioni con abbinamenti di specialità locali. Questi eventi permettono di valorizzare le caratteristiche uniche di ogni formaggio, spesso mescolandoli con vini, mieli o salumi tipici delle regioni.

Molti luoghi si sono attrezzati per ospitare turisti interessati a osservare da vicino la produzione. Per esempio, in provincia di Treviso, la latteria Perenzin consente una visita che include uno spazio bottega accanto agli spazi di stagionatura e al laboratorio. Qui i visitatori possono provare un menù con una selezione di formaggi veneti. In Emilia-Romagna, dove hanno grande prestigio Parmigiano Reggiano e Grana Padano, i tour nei caseifici sono molto richiesti. Il caseificio Quattro Madonne, a Modena, registra circa ventimila visitatori all’anno che seguono il percorso produttivo attraverso grandi vetrate.

Raccontare tradizioni e metodi artigianali

Queste esperienze raccontano molto dell’interesse verso tradizioni e metodi artigianali legati al formaggio. Chi partecipa vuole apprendere i dettagli delle tecniche di produzione, vedere macchinari e ambienti, capire i passaggi della lavorazione.

Borghi e piccoli centri come nuove mete del turismo caseario

Il desiderio di entrare in contatto con atmosfere rurali ha spinto il turismo anche in spazi meno frequentati rispetto alle grandi città e alle località costiere. I piccoli paesi di montagna e i borghi sono diventati luoghi privilegiati per chi vuole scoprire il formaggio. La curiosità va oltre l’assaggio, comprendendo la storia delle comunità e la loro economia legata alla produzione casearia.

Pienza, nel cuore della Val d’Orcia, è uno degli esempi più noti. Qui l’economia locale si basa principalmente sul turismo legato al pecorino. Negli ultimi tre anni il borgo ha attirato più visitatori di altre realtà ben note per il loro patrimonio artistico o enogastronomico come Montalcino e Montepulciano. Questo dato emerge soprattutto guardando alle presenze turistiche rapportate agli abitanti, un indicatore significativo per comprendere la vitalità del turismo locale.

Valcasotto, nelle Alpi Piemontesi ha vissuto negli ultimi decenni il declino demografico fino a sfiorare lo spopolamento. Il rilancio è arrivato grazie all’imprenditore Beppino Occelli, che ha trasformato il borgo in un punto di riferimento per la stagionatura artigianale. Oggi, con oltre 25.000 forme prodotte all’anno, le cantine naturali di Valcasotto accolgono turisti curiosi di scoprire metodi di lavorazione tradizionali e prodotti a chilometro zero, come il formaggio che porta il nome del borgo e il Cusiè, un formaggio di latte misto.

Produzione casearia come volano economico

Questo processo dimostra come la produzione casearia possa diventare volano per il mantenimento e la rivitalizzazione di comunità montane, offrendo un modello concreto di sviluppo locale.

La crescita del formaggio vegano e l’attenzione alle alternative vegetali

Non si tratta solo di formaggi derivati da latte animale: negli ultimi anni una fetta crescente di turisti cerca prodotti alternativi. Le statistiche del rapporto Eurispes 2024 indicano che in Italia il 2,3% della popolazione è vegana, mentre il 7,2% segue una dieta vegetariana. Questi numeri sono aumentati e hanno spinto alcune strutture ricettive a inserire formaggi vegani nei loro menù.

Agriturismi come Torre Morgana, nell’entroterra umbro di Perugia, sono esempi di questa tendenza: propongono piatti tipici regionali in versione vegana, includendo formaggi autoprodotti con ingredienti vegetali. Altro caso interessante è quello del Ristorante Aidin, nell’Hotel Pordoi in Trentino, che offre un menù con formaggi tradizionali locali accostati a formaggi realizzati con frutta secca.

Innovazione tra tradizione e bisogno dietetico

Questo equilibrio tra tradizione e innovazione crea una nuova offerta turistica, capace di intercettare gusti diversi e rispondere a esigenze dietetiche in crescita.

Dati economici e numero di visitatori stimati legati al turismo del formaggio

Anche se il turismo caseario è in espansione, è ancora difficile reperire dati economici precisi su volumi e ricavi. Il Sole 24 Ore ha evidenziato che il comparto lattiero-caseario rappresenta il 10% del fatturato totale dell’industria alimentare italiana, con il 68% di questo dato relativo ai soli formaggi.

Roberta Garibaldi, esperta e autrice del rapporto sul turismo caseario, suggerisce una stima di partecipazione annuale compresa tra 2 e 3 milioni di persone coinvolte in attività collegate al formaggio. Questi numeri includono degustazioni, visite, eventi e itinerari organizzati nelle campagne e nei piccoli paesi italiani.

Questi dati rappresentano un segmento significativo nel contesto più ampio del turismo enogastronomico e dell’accoglienza rurale, e lasciano intuire un valore economico rilevante dietro queste esperienze.

Eventi e festival dedicati al formaggio come punto di incontro tra produttori e consumatori

I festival rappresentano momenti cruciali per la promozione dei formaggi italiani e per il contatto diretto tra produttori e appassionati. A Bra, in provincia di Cuneo, Cheese è uno degli appuntamenti più importanti. Il festival ospita laboratori, degustazioni e conferenze che toccano diversi aspetti della filiera casearia, dalla cura degli animali alla tutela della biodiversità.

Ad Asiago invece il festival Made in Malga offre visite alle malghe in attività, dove si può osservare direttamente la lavorazione del latte e la produzione di formaggi locali. Queste esperienze offrono un’immersione nella realtà casearia di montagna.

Premiare la qualità e la varietà dei formaggi italiani

Gli Italian Cheese Awards premiano ogni anno i migliori formaggi italiani, divisi in categorie specifiche come semi stagionati, pasta filata o formaggi freschi. La giuria è composta da esperti e pubblico, contribuendo a valorizzare la qualità e la varietà dei prodotti.

Questi eventi rafforzano il legame tra cultura locale, produzioni tradizionali e turismo, mantenendo vivo l’interesse verso un settore tanto importante quanto variegato della gastronomia italiana.

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