la procura di milano riapre il caso fausto tinelli e iaio, la mamma: «la verità la so da 48 anni»

la procura di milano riapre il caso fausto tinelli e iaio, la mamma: «la verità la so da 48 anni»

L’inchiesta sull’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci a Milano nel 1978 si riapre, con nuovi indagati legati all’estrema destra italiana e la testimonianza della madre Danila Angeli.
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Riaprono a Milano le indagini sull’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, uccisi nel 1978 da ambienti dell’estrema destra; la madre di Fausto cerca giustizia dopo decenni di dolore e silenzi. - Gaeta.it

L’inchiesta sull’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, conosciuti come Fausto e Iaio, si riaccende a Milano dopo decenni. La procura ha ripreso a indagare su questo delitto avvenuto nel 1978, coinvolgendo personaggi legati all’estrema destra italiana. Danila Angeli, madre di Fausto, racconta cosa pensa di quella tragica notte e delle responsabilità che a suo avviso emergono da anni di silenzi e ombre.

La testimonianza di danila angeli sulla morte di fausto tinelli e iaio

Danila Angeli ha vissuto 48 anni con il peso di una verità che, sostiene, non è mai venuta meno. Nel 1978, Fausto e Lorenzo erano due giovani innocenti che si trovarono al centro di una violenza brutale. Danila ricorda l’episodio come un pezzo di una storia più grande, segnata da tensioni politiche e rapimenti. Fausto, spiega lei, non c’entrava nulla con quegli scontri, eppure finì vittima di un agguato deciso da forze oscure dell’estrema destra.

La donna racconta di un messaggio inquietante lasciato sulla porta di casa: “Ramelli è vendicato”. Quel nome richiama alla mente una stagione violenta in Italia, fatta di vendette e conflitti ideologici. Fausto era solo un ragazzo, all’epoca ancora bambino, e Iaio il suo amico. Uscirono per strada e non tornarono mai più. Danila ha sempre seguito questa vicenda con dolore, convinta che dietro quegli assassini ci fossero nomi noti.

Il legame con l’estrema destra e gli indagati recenti

Gli ultimi sviluppi dell’indagine riguardano alcune figure che appartenevano a ambienti dell’estrema destra romana: Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci. Secondo Danila Angeli, questi sarebbero stati gli esecutori materiali del delitto, inviati apposta da Roma per eliminare Fausto e Lorenzo. Il motivo? Probabilmente legato a una logica di vendetta per azioni precedenti che non coinvolgevano direttamente i due giovani, che però pagarono con la vita.

Il clima di quegli anni era molto teso, con il rapimento di Aldo Moro e molti scontri politici. Quei gruppi non si limitavano a scontri ideologici ma ricorrevano anche alla violenza più spietata. Danila sottolinea che si trattava di un’azione mirata e premeditata, quasi un’esecuzione. La mamma di Fausto esprime la speranza che questa riapertura delle indagini porti finalmente alla luce i nomi veri dei mandanti e degli assassini.

Il ricordo di quel giorno drammatico: la vita spezzata di fausto tinelli

Il giorno dell’omicidio, il 18 marzo 1978, coincideva con l’anniversario di matrimonio di Danila Angeli. Quel ricordo è ancora vivido nella sua mente, con il presente che si mischia a quel passato doloroso. Quella sera si aspettava Fausto e il suo amico per una cena, ma l’arrivo dei ragazzi si ritardò senza spiegazioni. Nel frattempo, la tranquillità di casa venne interrotta da una visita improvvisa di poliziotti.

Le forze dell’ordine chiesero di Fausto, per poi perquisire la sua abitazione. Poco dopo, la notizia più brutta: Fausto era stato ucciso. Danila racconta di come non sia riuscita a versare lacrime: il dolore ha bloccato quel gesto naturale, restando silenzioso e compresso per quasi mezzo secolo. La sofferenza fisica, da glaucoma a problemi cardiaci, è stata accompagnata da una sofferenza emotiva così intensa da diventare parte della sua esistenza.

La voglia di giustizia per la perdita del figlio è rimasta la sua spinta principale. Danila ripete che la verità non ha dubbi e che quei killer arrivarono da Roma con una foto di Fausto, in un’esecuzione pianificata e crudele, con esecutori che ignoravano persino chi fosse realmente il ragazzo.

La speranza nella ripresa delle indagini e il peso del dolore

Danila Angeli, che si prepara a compiere 88 anni, non ha mai abbandonato la sua ricerca della verità. Il riavvio delle indagini da parte della procura di Milano le offre una nuova speranza, anche se il dolore resta un compagno costante di questi anni. La vita del figlio e del suo amico è stata stroncata senza motivo apparente, lasciando dietro di sé un vuoto profondo.

La donna continua a seguire ogni sviluppo con attenzione, determinata a restare vigile fino a quando non emergeranno tutti i dettagli di quella notte. Si tratta di un percorso difficile, segnato da silenzi e reticenze, ma oggi come allora Danila ritiene che sia necessario arrivare fino in fondo. La speranza è che si riesca a fare chiarezza, per rispetto della memoria di Fausto e Iaio e per consegnare l’ultima parola alla giustizia.

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