Il procedimento giudiziario su presunti illeciti legati alla cassa integrazione nel periodo Covid coinvolge la ministra Daniela Santanchè e alcune società del gruppo Visibilia. A Milano, la giustizia ha respinto le richieste della difesa di modificare l’accusa principale, mantenendo la contestazione di truffa aggravata ai danni dell’Inps. Il caso si concentra sulle erogazioni pubbliche ottenute, mentre secondo l’inchiesta i dipendenti avrebbero invece continuato a lavorare senza diritto alla cassa integrazione.
La decisione della gup di milano sul cambio di qualifica dell’accusa
L’11 aprile 2025, davanti alla giudice per l’udienza preliminare Tiziana Gueli, la difesa di Daniela Santanchè ha provato a far trasformare l’accusa da truffa aggravata in indebita percezione di fondi pubblici. L’istanza puntava a ridimensionare la gravità del reato in relazione ai fondi Covid richiesti per i lavoratori di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria. La magistrata ha però respinto la richiesta, mantenendo così l’accusa originaria che sottolinea l’uso fraudolento della cassa integrazione. Questa decisione conferma la linea d’indagine della procura, che sostiene l’illecito nell’erogazione dei fondi Inps.
Dettagli sull’imputazione principale
L’imputazione ruota attorno alla presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps. Nel dettaglio, secondo i pm, i dipendenti dei due gruppi non avrebbero diritto alla cassa integrazione perché hanno continuato la loro attività lavorativa, contraddicendo la richiesta degli ammortizzatori sociali.
Leggi anche:
Il ruolo degli altri imputati e le questioni difensive in aula
L’udienza del tribunale milanese non vede sul banco solo la ministra di Fratelli d’Italia. Nel procedimento sono coinvolte anche le società Visibilia Editore, Visibilia Concessionaria e altre due persone fisiche. Tra questi, figura Dimitri Kunz, ex compagno di Santanchè, e Paolo Giuseppe Concordia, ex collaboratore esterno del gruppo. Quest’ultimo ha presentato un’ulteriore istanza, rigettata dalla giudice Gueli.
La difesa di Concordia sosteneva che i dipendenti ascoltati finora, considerati potenziali indagati, dovevano essere interrogati come testi assistiti da un legale. Questa avrebbe garantito maggior tutele procedurali a lavoratori coinvolti nelle indagini. L’istanza è stata invece respinta, consentendo agli inquirenti di proseguire con le audizioni senza l’assistenza legale.
Esame testimoniale e svolgimento dell’udienza
Dopo le eccezioni respinte, il giudizio è continuato con l’esame in aula previsto da Concordia. Questo significa che il collaboratore esterno del gruppo Visibilia ha potuto presentare la propria versione dei fatti davanti al giudice. Le audizioni rappresentano un momento cruciale per chiarire il suo ruolo nella vicenda e per fornire elementi utili al giudice nei confronti delle imputazioni mosse.
L’udienza si svolge a Milano e si tratta di un passaggio importante nel procedimento penale che riguarda una presunta frode sui fondi Covid erogati dall’Inps. Il procedimento coinvolge personaggi di rilievo del mondo politico e imprenditoriale, riscuotendo attenzione sia per la natura delle accuse, sia per il contesto in cui si inseriscono.