La città di Trieste si prepara ad ospitare un evento culturale dedicato al tema del confine, cuore pulsante della mostra open. In programma venerdì 4 luglio alle 18.30 nella sala Carlo Sbisà del Magazzino 26 al Porto Vecchio, sarà protagonista lo scrittore e giornalista Pietro Spirito. L’iniziativa si inserisce nel calendario di eventi collaterali promossi dall’assessorato alle politiche della cultura e del turismo del Comune di Trieste. Spirito presenterà il suo ultimo libro, “È notte sul confine” , un racconto che intreccia storia locale e tensioni internazionali sullo sfondo di una città sospesa tra passato e presente turbolento.
La mostra open e il suo legame con il tema del confine
La mostra open – confini di luce per un mondo di pace nasce come progetto multimediale che riunisce arte visiva e musica nelle mani di sette artisti contemporanei del nord est e delle aree limitrofe. Ogni artista, da Paolo Cervi Kervischer a Toni Zanussi, porta una prospettiva personale su quel confine che ha segnato geografie, identità e culture. Le opere raccolte suggeriscono una rottura degli steccati mentali e politici, evocando un mondo senza barriere dove la pace e la condivisione prevalgono. L’evento trova collocazione dentro go! 2025 – Gorizia e nova Gorica capitale europea della cultura, un contesto che amplifica l’urgenza di ripensare i confini da superare. Trieste rappresenta una cornice ideale, una città che ha vissuto l’esperienza del confine in modo intenso e complesso.
Installazioni e linguaggi artistici
Le installazioni trattano linguaggi artistici diversi, mescolando suono, immagine e parola. Questa molteplicità rispecchia realtà di territorio in bilico tra nazioni e storie. Il progetto invita lo spettatore a riflettere sul passato e sulle ferite che i confini hanno lasciato, senza dimenticare la speranza per un futuro condiviso. La mostra unlocka la narrazione tramite forme inedite, connettendo linguaggi artistici e generazioni diverse.
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Pietro spirito e il suo libro ambientato nella trieste della guerra fredda
Il libro “È notte sul confine” traccia un ritratto di Trieste in un momento cruciale: gli anni immediatamente precedenti al tentato golpe di dicembre 1970. L’autore si concentra sulla figura di Valerio Boghese, ex comandante della X Flottiglia Mas, che guidò un’azione eversiva nel clima teso della guerra fredda. La narrazione di Spirito si sviluppa con un ritmo che ricorda il teatro, passando agilmente da una scena all’altra. L’atmosfera è quella di una città immersa nell’oscurità, non solo per la scarsità di luce ma per le molte ferite del proprio passato. Trieste viene descritta come un luogo con troppe storie, segnata da lacerazioni sociali, conflitti e violenze che influenzano il presente.
Spirito raccoglie testimonianze e documenti, combinandoli con una scrittura vivace che tiene vivo il lettore. Il suo racconto non si limita a un semplice resoconto storico, ma ricostruisce il clima emotivo e politico del tempo. Attraverso dialoghi serrati e cambi di scena veloci, il lettore entra nella complessità di una città divisa, sospesa tra ricordi e contraddizioni. L’impegno documentario si riflette anche nella scelta di indagare personaggi meno noti ma cruciali per capire il contesto italiano e locale di quegli anni.
Dettagli sulla narrazione
Il libro si concentra su dettagli politicoculturali spesso trascurati, restituendo un’immagine profonda e stratificata del periodo storico. La figura di Valerio Boghese emerge come simbolo di un’epoca carica di tensioni.
L’evento al magazzino 26: incontro con l’autore e curatrice
L’appuntamento del 4 luglio nella sala Carlo Sbisà del Magazzino 26 vedrà protagonista Pietro Spirito, affiancato da Marianna Accerboni, curatrice della mostra open. L’incontro rappresenta una opportunità per ripercorrere i temi del libro e della mostra in un dialogo diretto con chi ha vissuto l’esperienza giornalistica e letteraria. Accerboni ha sottolineato come il racconto di Spirito si inserisca perfettamente nel progetto della mostra, proponendo un amarcord di Trieste sofferta ma vitale.
L’evento si svolge in uno spazio simbolico, il Porto Vecchio, luogo di passaggi e confini che racchiude in sé molte delle contraddizioni cittadine. La presenza dello scrittore e della curatrice permette al pubblico di approfondire la complessità dei confini, legati non solo a linee geografiche ma anche alla storia e alla memoria collettiva. Qui, l’arte si fa voce di storie dimenticate o nascoste, mentre la città torna a raccontarsi attraverso parole e immagini.
Pietro spirito e la sua carriera nel giornalismo e nel documentario
Oltre al lavoro di scrittura, Pietro Spirito ha realizzato numerosi documentari che raccontano angoli diversi del mondo contemporaneo. La sua esperienza spazia dalla narrazione di eventi storici all’analisi di realtà culturali complesse. Questa doppia attività alimenta la qualità del suo racconto letterario, che si distingue per precisione documentaria e attenzione ai dettagli umani.
Spirito ha spesso scelto di raccontare storie in bilico tra memoria e attualità, mettendo in luce conflitti ancora vivi nel tessuto sociale. La sua capacità di costruire trame coinvolgenti passa attraverso strumenti diversi, dal testo scritto al mezzo audiovisivo. Il risultato è una visione ampia e approfondita che restituisce al lettore non solo notizie ma anche il senso profondo di eventi e luoghi.
Il legame con trieste
Nel contesto della città di Trieste, la sua opera si iscrive in un dialogo serrato con la storia locale e le sue contraddizioni. La dedica a Trieste non è casuale, perché la città incarna lo scontro tra passato e presente, tra identità molteplici spesso in conflitto. Spirito usa anche la città come sfondo per raccontare storie più grandi, che coinvolgono la guerra fredda e le tensioni geopolitiche di un’epoca decisiva per l’Europa.
L’evento del 4 luglio lascia spazio a un confronto diretto con un autore che ha saputo intrecciare giornalismo, letteratura e documentario in modo coerente, restituendo alla città di Trieste un nuovo punto di vista.