La polizia di frontiera di genova sequestra 140 kg di eroina nascosta in container provenienti dal medio oriente

La polizia di frontiera di genova sequestra 140 kg di eroina nascosta in container provenienti dal medio oriente

Un’operazione congiunta tra polizia di frontiera, agenzia delle dogane di Genova e Frontex ha portato al sequestro di 140 kg di eroina pura nascosta in blocchi di cemento provenienti dal Medio Oriente e diretti al Nord Europa.
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La polizia di frontiera e le dogane di Genova, con il supporto di Frontex, hanno sequestrato 140 kg di eroina nascosta in blocchi di cemento provenienti dal Medio Oriente e diretti al Nord Europa, grazie a un’indagine di intelligence che ha superato i controlli scanner. - Gaeta.it

Un’operazione congiunta tra la polizia di frontiera e l’agenzia delle dogane di Genova ha portato al ritrovamento di una grande quantità di eroina pura, mascherata all’interno di blocchi di cemento. I container, con destinazione finale il nord Europa, sono arrivati via mare dal Medio Oriente. L’intervento si è svolto dopo un’attività d’intelligence che ha rilevato discrepanze nel carico, sfociando in un’indagine approfondita contro un traffico internazionale di droga.

Dettagli sull’indagine e i controlli iniziali

L’indagine ha preso il via dall’analisi di informazioni raccolte dal reparto antifrode delle dogane e dal settore investigativo della polizia di frontiera di Genova. Questi servizi hanno intercettato dieci container giunti in porto, carichi di mattoni di cemento provenienti dall’Iran, con destinazione apparente Varsavia, Polonia. Nonostante gli scanner non avessero evidenziato anomalie nel carico, gli agenti hanno deciso di approfondire verifiche per sospetti di contrabbando.

I container comprendevano oltre sessantamila mattoni imballati su bancali, una quantità enorme e difficile da esaminare. Tuttavia, l’esperienza e l’intuito degli investigatori hanno permesso di riconoscere un piccolo segno, quasi invisibile, stampato sul lato corto di alcuni laterizi. Questo dettaglio è stato la pista decisiva che ha portato a sospettare la presenza di sostanze nascoste all’interno dei mattoni, occultate durante la realizzazione del cemento.

Il sequestro e l’esame minuzioso

Dopo l’individuazione del segno, le forze dell’ordine, con il supporto di agenti europei di Frontex, hanno avviato un controllo manuale, durato più di 72 ore. Hanno rotto a mano ogni mattone, cercando all’interno eventuali nascondigli della droga. L’operazione si è rivelata complessa e metodica, vista la numerosità dei blocchi da ispezionare.

Il lavoro puntiglioso ha consentito di ritrovare oltre 500 involucri in plastica, immersi nella massa cementizia di ogni mattone selezionato. Ogni pacchetto conteneva circa 275 grammi di eroina, portando a un totale di circa 140 chilogrammi di droga pura sequestrata. L’organizzazione criminale responsabile nascosta dietro questa spedizione operava su due continenti: Medio Oriente e Nord Europa.

Il porto di genova come snodo cruciale

Il porto di Genova è noto da tempo come un nodo fondamentale per le spedizioni marittime in Europa. In questo caso specifico, la droga arrivava tramite una rotta dal Medio Oriente ed era destinata a paesi dell’Unione Europea, in particolare alla Polonia. L’uso di container con merci regolari come il cemento rappresenta una tecnica diffusa per nascondere carichi illeciti.

Le forze di sicurezza hanno dimostrato attenzione e professionalità nell’individuare un traffico non rilevato dagli scanner, che spesso servono solo come primo filtro. L’azione congiunta della polizia, delle dogane e di Frontex testimonia l’impegno europeo nel contrastare le rotte della droga via mare, uno dei canali più usati dalle organizzazioni criminali transnazionali.

Ruolo chiave dell’intelligence e cooperazione internazionale

L’operazione si è basata sulla capacità di intercettare e analizzare informazioni per segnalare spedizioni sospette. Senza l’attività di intelligence non si sarebbe arrivati a verifiche così approfondite, specialmente su un carico apparentemente ordinario come i mattoni di cemento. Il coordinamento tra agenzie nazionali e con Frontex è stato decisivo per mettere insieme risorse e competenze.

In particolare, il coinvolgimento del reparto antifrode doganale e degli agenti della polizia di frontiera ha permesso di superare i controlli preliminari degli scanner, spesso limitati nel rilevare sostanze occultate dentro materiali massicci come il cemento. L’intelligenza operativa ha così seguito dettagli minimi, come quel segno impercettibile sui mattoni, fino all’individuazione della droga.

I carichi di eroina sequestrati confermano quanto siano sofisticate le tecniche di occultamento usate dalle reti criminali internazionali. L’attività della polizia di frontiera genovese entra quindi a far parte delle operazioni più importanti contro il traffico di stupefacenti in Europa nel 2025.

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