la nuova minaccia di donald trump frena le borse europee dopo la tregua sui dazi tra usa e cina

la nuova minaccia di donald trump frena le borse europee dopo la tregua sui dazi tra usa e cina

Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea frenano le borse europee, mentre Wall Street cresce con il dollaro ai massimi; settori lusso, auto e semiconduttori mostrano forti rialzi.
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Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea frenano le borse europee, mentre Wall Street continua a salire spinta da dati economici positivi; il dollaro e le materie prime registrano aumenti, con dinamiche contrastanti nei settori lusso, auto, banche e farmaceutico. - Gaeta.it

La frizione tra Stati Uniti e Unione Europea torna a impattare i mercati finanziari in Europa, ostacolando il rally iniziato dopo l’accordo temporaneo sui dazi con la Cina. Le affermazioni del presidente Donald Trump, che ha definito l’Europa più aggressiva della Cina nel commercio, hanno ridimensionato i guadagni delle principali piazze europee. Intanto a Wall Street prosegue il rialzo trainato dal Dow Jones e dal Nasdaq. Questo quadro si accompagna a movimenti significativi nelle valute e nelle materie prime, con il dollaro che tocca i massimi mensili e un miglioramento nella domanda energetica.

Le borse europee frenano per le tensioni commerciali tra usa e europa

Dopo un’apertura di giornata positiva, le borse in Europa hanno annullato buona parte dei progressi iniziali. Milano e Parigi limitano i rialzi all’1%, Londra mantiene un lieve incremento allo 0,2%, mentre Madrid si ferma allo 0,15%. Francoforte scivola addirittura in territorio negativo con un calo dello 0,1%. Questi segnali rivelano la tensione generata dalle dichiarazioni di Donald Trump, che ha accusato l’Unione Europea di pratiche commerciali più ostili della Cina.

Lo scontro commerciale, benché rimandi dinamiche già tristemente conosciute, riafferma il rischio di barriere più rigide e tariffe punitive tra Usa ed Europa. Gli investitori europei manifestano incertezza sulla tenuta degli accordi commerciali e sulle possibili ripercussioni per le imprese esportatrici, specie in momenti di lento recupero economico. La prudenza prevale in particolare sui titoli industriali e finanziari, che dipendono fortemente dal commercio internazionale.

Wall street spinge, dollaro ai massimi e materie prime in crescita

Contrariamente a quanto accade in Europa, la borsa americana registra segnali molto positivi. Il Dow Jones avanza del 2,5%, mentre il Nasdaq sale perfino oltre il 3,5%. La spinta deriva dalle attese sulle prossime mosse di politica monetaria della Federal Reserve e dai dati economici che mostrano una certa tenuta del mercato del lavoro statunitense.

Questo clima favorevole spinge il dollaro sopra quota 0,9 euro, raggiungendo livelli non visti da un mese e quasi 0,76 sterline. L’apprezzamento della valuta statunitense influisce anche sugli scambi delle materie prime. L’oro beneficia di questo movimento, crescendo dello 0,92% fino a 3.236,67 dollari l’oncia. Il prezzo del greggio Wti avanza del 2,41%, a 62,49 dollari al barile, sostenuto dalla prospettiva di un aumento della domanda. In crescita anche il gas naturale in Europa, che supera i 35 euro al MWh , spinto da ipotesi di maggior utilizzo nel breve termine.

Dinamiche sui titoli di stato e spread in discesa

Il mercato obbligazionario europeo registra un calo dello spread tra titoli di Stato decennali italiani e tedeschi. Il differenziale scende a 102,4 punti base, una riduzione rispetto alle settimane precedenti. Il rendimento del Btp si muove al 3,66%, in aumento di 5,2 punti base, mentre quello del Bund sale al 2,66%, +7,6 punti base.

Questi movimenti riflettono il bilanciamento tra la maggiore appetibilità del debito italiano e l’aumento generale dei rendimenti in tutta l’area euro. Il calo dello spread indica una domanda più solida per i titoli italiani rispetto al passato recente, nonostante la volatilità globale. La dinamica dei tassi influenza il costo del servizio del debito pubblico, un aspetto tenuto sotto stretta osservazione dagli operatori istituzionali.

Il lusso e le auto trainano alcune piazze europee tra nomine e trimestrali

I titoli legati al comparto lusso mettono a segno rialzi significativi. Dior guadagna il 6,62%, Lvmh il 6,46%, Richemont il 6,17%. Avanza anche Kering , così come Burberry , Moncler e Brunello Cucinelli . Il settore beneficia delle vendite consolidate in Asia e di una domanda resiliente in Europa e Nord America.

Nel segmento automobilistico, Stellantis balza del 6,54% in attesa della nomina del nuovo amministratore delegato prevista entro giugno. Tra i candidati spicca Antonio Filosa, capo del mercato Usa del gruppo. Mercedes e Bmw limitano gli incrementi, rispettivamente +3,29% e +2,48%, rallentando l’ascesa generale.

Dinamismo forte investe anche i produttori di semiconduttori. Infineon cresce del 7,34%, Asm del 7% e Stm del 6,15%. Il settore risente delle spinte derivanti dalla domanda crescente per chip nei dispositivi elettronici e automobili.

Altri titoli particolarmente movimentati nelle ultime ore

Tra le banche spicca Standard Chartered, che segna un +8,24%, sostenuta dall’effetto positivo della trimestrale Unicredit, salita del 3,76%. Questi numeri indicano un certo ottimismo nel settore finanziario, con miglioramenti nei conti e stabilità prospettica.

Al contrario, il settore farmaceutico evidenzia una frenata. Sanofi scende del 2,86% e Recordati del 2,11%, dopo l’annuncio di Donald Trump sulla riduzione dei prezzi dei farmaci da prescrizione negli Usa. Questo provvedimento potrebbe avere impatti rilevanti sui margini delle società con forti esposizioni sul mercato statunitense.

Infine Iveco segna un balzo del 6,11%. La divisione Idv del gruppo è al centro di una disputa tra Leonardo , Rheinmetall e Indra Sistemas . Le offerte concorrenti per acquisire la divisione alimentano la speculazione sui titoli coinvolti.

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