la mostra "vicine 33" di iole capasso racconta la vita delle clarisse cappuccine a napoli con immagini inedite

la mostra “vicine 33” di iole capasso racconta la vita delle clarisse cappuccine a napoli con immagini inedite

La mostra “vicine 33” di Iole Capasso a Napoli svela la vita interna e ritirata delle clarisse cappuccine del Monastero delle Trentatré, attraverso un progetto fotografico nato da trent’anni di fiducia e rispetto.
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A Napoli, la fotografa Iole Capasso presenta "Vicine 33", una mostra che svela con delicatezza la vita interna e ritirata delle clarisse cappuccine del Monastero delle Trentatré, grazie a un raro rapporto di fiducia costruito in trent’anni. - Gaeta.it

La città di napoli ospita un’esposizione fotografica che getta luce sulla vita interna del Monastero delle Trentatré, femminile e clausurato. La fotografa Iole Capasso, residente proprio di fronte al monastero in via pisanelli, ha documentato per anni gli ambienti e i momenti quotidiani delle clarisse cappuccine, ottenendo un accesso raro e prezioso. Il prossimo 10 giugno, alle ore 18, nella sede della fondazione Banco di Napoli sarà inaugurata la mostra “vicine 33”, che presenta per la prima volta al pubblico una selezione di queste immagini realizzate in una trentina d’anni di rapporti e fiducia tra l’artista e le monache.

Il monastero delle trentatré e il rapporto tra l’artista e le monache

Le clarisse cappuccine del monastero di via pisanelli, situato nel centro storico di napoli, vivono in clausura e preservano una vita ritirata dai contatti esterni. Questo ha reso la loro realtà quasi invisibile agli occhi della città. Nel 2012 la fotografa Iole Capasso si è trasferita proprio davanti al monastero, iniziando un rapporto di fiducia con le monache. Da semplice vicina di casa, è diventata una figura accettata agli occhi delle clarisse, che le hanno permesso di documentare con disinvoltura ambienti e momenti di vita interna.

Questo legame ha richiesto un tempo lungo e un approccio rispettoso da parte dell’artista. La convivenza nel vicinato si è tradotta in un rapporto umano che ha favorito l’accesso a spazi e istanti che altrimenti sarebbero rimasti nascosti. Le immagini raccontano un mondo discreto, scandito da rituali e giornate scandite da un ritmo distinto dalla realtà esterna alla clausura.

Uno sguardo raro sulla vita claustrale

“Vivere a fianco del monastero mi ha donato la possibilità di cogliere aspetti del quotidiano che nessun estraneo potrebbe osservare”, ha detto Iole Capasso descrivendo il proprio lavoro.

L’importanza del progetto fotografico nella scoperta di un mondo invisibile

“Vicine 33” rappresenta la prima esposizione pubblica di una parte del materiale fotografico raccolto da Iole Capasso. La mostra si tiene presso il secondo piano di palazzo Ricca, spazio istituzionale della fondazione Banco di Napoli, e fa parte della rassegna “entrée – assaggi di arte contemporanea”. Questo ciclo artistico, curato da due anni da Carla Viparelli, punta a valorizzare artisti che lavorano con impegno e professionalità, proponendo opportunità espositive di qualità.

Il progetto fotografico di Capasso è stato descritto come uno sguardo che va oltre la semplice immagine. La storica dell’arte Lea Mattarella ha sottolineato come l’artista affronti la realtà urbana e culturale partenopea da una prospettiva fuori dal consueto, scoprendo bellezze nascoste e attese nel quotidiano. Le foto offrono uno scorcio autentico della vita claustrale, un mondo distante dalla frenesia cittadina, ma parte integrante del tessuto culturale di napoli.

Commento critico di lea mattarella

“Le immagini di Iole Capasso rivelano una dimensione segreta e profonda, andando oltre l’apparenza per raccontare un tempo sospeso e una realtà interiore spesso celata”.

La cura nel processo espositivo e il dialogo con i tempi del monastero

Carla Viparelli, curatrice della mostra, ha spiegato che il lavoro ha richiesto tempo e attenzione per rispettare la sensibilità e i ritmi delle monache. La scelta delle fotografie è stata guidata dall’intenzione di mantenere discrezione, evitando un’esposizione tecnica sterile. L’obiettivo è stato invece far emergere la delicatezza e la fermezza di quel mondo raccontato dalle immagini.

Iole Capasso ha continuato a visitare periodicamente il monastero per aggiornare la selezione e mantenere il dialogo con le clarisse, adattandosi ai loro ritmi quotidiani e rituali. Il lavoro curatoriale ha seguito questa stessa linea, puntando sulla coerenza tra contenuti e atmosfera espositiva, senza invadere il senso di intimità.

Un dialogo aperto con il pubblico

Per completare l’esperienza, il 26 giugno alla fondazione Banco di Napoli si terrà un “artisti talk” con la presenza di Iole Capasso e Carla Viparelli. Sarà l’occasione per confrontarsi direttamente sul lavoro svolto, permettendo al pubblico di approfondire il legame stabilito tra artista e soggetti, e di esplorare il valore culturale e sociale della mostra “vicine 33”.

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