La montagna diventa protagonista in una mostra che racconta l’anima di uno degli scultori italiani più significativi del Novecento, augusto murer. La rassegna si svolge a Malborghetto, in provincia di Udine, nella cornice delle Alpi Giulie. Oltre trenta opere tra sculture, dipinti e multipli fanno emergere il legame profondo tra l’artista e il paesaggio montano, inteso non solo come scenario naturale, ma come sentire e memoria.
L’identità artistica di augusto murer e il rapporto con la montagna
Augusto Murer ha sempre raccontato le montagne con un linguaggio materico e poetico. Nato e cresciuto tra Ortisei e Venezia, ha poi sviluppato uno stile unico, capace di trasmettere la forza silenziosa delle Alpi Giulie attraverso il legno e il bronzo. La sua produzione spazia da opere monumentali a lavori più intimi, tutti improntati a un dialogo con la natura e la storia locale. L’artista ha scelto le montagne non solo come paesaggio esteriore ma come fonte di ispirazione emotiva e spirituale, trasformando materiali grezzi in forme dense di significato.
Opere pubbliche e temi di memoria
Negli anni, Murer ha realizzato numerose opere pubbliche capaci di incarnare tematiche di memoria, resistenza e vita rurale. Tra queste si ricordano la Partigiana a Venezia, una scultura del 1964 che testimonia la lotta e la storia, e il Monumento ai Caduti sulla piana del Cansiglio del 1970, che segna la sensibilità verso il passato della comunità. Nel 1974 ha creato le Porte di bronzo della Cattedrale di Caxias do Sul, in Brasile, un collegamento tra cultura italiana e altre realtà geografiche. Tutti questi pezzi riflettono la forza della materia che si trasforma in segno artistico e storico.
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La mostra a malborghetto: opere esposte e programma
La rassegna denominata “Murer delle montagne” apre le porte dell’Hammerack Hotel di Malborghetto e sarà visitabile fino al 3 agosto 2025. L’ingresso è gratuito, per favorire l’accesso di residenti e turisti. In esposizione ci sono oltre trenta pezzi, rappresentativi di differenti fasi della carriera di Murer. Tra i lavori in mostra si trovano sia sculture che dipinti e multipli, che offrono una panoramica completa sul percorso dell’artista.
Opere in evidenza e interazione con il pubblico
Si possono ammirare anche alcune opere tra le ultime realizzate, come L’Albero della Vita del 1985. In aggiunta, si ricordano incisioni realizzate nel 1975 per Il Sergente della Neve, testo di Mario Rigoni Stern, che testimoniano l’interesse di Murer per la letteratura legata alle montagne e alla guerra. La mostra non propone solo un’esposizione statica, ma un’esperienza che mira a coinvolgere emotivamente il visitatore, mettendo in risalto il legame fra arte, ambiente e memoria.
Il curatore, Willy Montini, ha sottolineato come il percorso si presenti come un viaggio dentro l’opera e l’anima del maestro. Montini ha dichiarato “l’intento non è spiegare in modo didascalico ma offrire uno scambio diretto fra il pubblico e le opere, per accendere una reazione emotiva legata al vivere le montagne.” Lo spazio scelto per la mostra rafforza questa connessione, trovandosi proprio tra le Alpi Giulie e frequentato da chi vive e conosce quella realtà.
Il ruolo dell’hammerack hotel e dell’imprenditore pedone nella valorizzazione locale
L’Hammerack Hotel di Malborghetto ospita la mostra, configurandosi come un crocevia culturale e turistico. Alessandro Pedone, titolare dell’albergo, ha spiegato che la presenza delle opere di augusto murer si inserisce in un progetto più ampio di promozione della cultura locale. L’hotel vuole offrire molto più di un semplice soggiorno: punta a diventare uno spazio dove arte e territorio si incontrano, valorizzando l’identità del luogo.
Pedone ha riferito che questa iniziativa rappresenta un’occasione per far dialogare l’arte con chi visita il territorio o lo abita, creando un legame concreto tra l’ambiente naturale e le creazioni artistiche. La scelta dell’Hammerack Hotel come sede della mostra non è casuale, vista la sua posizione e la familiarità con il paesaggio alpino che permea molte opere di Murer. Il progetto mira anche a sensibilizzare ospiti e cittadini sul valore delle montagne non solo come attrazione turistica ma come patrimonio culturale e spirituale.
Una riflessione sul legame tra uomo, natura e arte
Attraverso questa esposizione si cerca di stimolare una riflessione sulla bellezza e la complessità del luogo, mettendo in evidenza la relazione tra l’uomo, la natura e l’arte. L’incontro tra le opere di Murer e il contesto dell’Alto Friuli crea un ambiente autentico dove le radici culturali si intrecciano con l’ospitalità. Il risultato è un’esperienza che vuole arrivare al pubblico con chiarezza e partecipazione, evitando distacco eccessivo o autoreferenzialità.
L’iniziativa si inserisce nel calendario culturale della zona e rappresenta una delle occasioni più rilevanti per conoscere la produzione di un artista che ha segnato il secolo scorso con la sua sensibilità e la capacità di trasformare materiali semplici in simboli carichi di storia e umanità. Murer è morto nel 1985 a Padova, ma la sua eredità continua a vivere, anche attraverso spazi come il suo studio-museo e mostre come quella di Malborghetto.