A palazzo Pianetti di Jesi, nelle sale Betto Tesei, si è aperta la mostra “In corso d’opera” dedicata a Ezio Bartocci, artista nato a Cupramontana nel 1948. L’esposizione, che rimarrà aperta fino al 28 settembre 2025, raccoglie circa 60 opere tra pittura e grafica, esplorando il paesaggio delle Marche attraverso uno sguardo poetico con tocchi di ironia. Bartocci, noto per la sua versatilità, propone al pubblico un percorso ricco di stimoli visivi e riflessioni sulla natura, la tradizione e la modernità di questa regione.
Il paesaggio marchigiano al centro dell’opera di bartocci
L’elemento che permea quasi ogni lavoro esposto è il paesaggio delle Marche, rappresentato con particolare attenzione ai dettagli e alle storie che lo abitano. Bartocci interpreta questa terra attraverso diverse tecniche che valorizzano il suo carattere dolce ma deciso. Nei suoi quadri emergono cieli disseminati di case sospese, un richiamo diretto alla leggenda della traslazione della Santa Casa di Loreto che ha radici profonde nel folklore locale.
Elementi mitologici e tradizione
Non mancano le figure mitologiche femminili, come la dea Cupra, antica divinità territoriale, e la Sibilla appenninica, emblemi di un territorio ricco di miti ma anche di forza naturale. Questi elementi si intrecciano con la realtà quotidiana delle dolci colline lavorate dall’uomo, che Bartocci rappresenta in modo simile alle fotografie famose di Mario Giacomelli, dove la natura e la presenza umana si combinano in un equilibrio sottile. Le sue opere rivelano la complessità e insieme la serenità di un paesaggio che parla di civiltà, cultura e identità territoriale.
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Tecniche e materiali: la varietà creativa di bartocci
La mostra evidenzia anche la sperimentazione tecnica di Bartocci, che usa pittura, grafica, scultura e persino installazioni per raccontare il suo mondo. Il pubblico può osservare un’autorappresentazione piuttosto particolare, realizzata in corteccia d’albero. Questa opera ironica e originale è il prototipo di un ritratto in bronzo intitolato “Io nel 2100”, un autoritratto immaginato nel futuro, che fonde natura e memoria in modo inedito.
Varietà di materiali e tecniche
Bartocci domina materiali diversi riuscendo a trasmettere le diverse sfumature del paesaggio e dell’identità regionale. Le tecniche variano dagli acrilici agli acquerelli, dalla fusione metallica agli interventi su carta, mostrando una permeabilità creativa che valorizza al massimo l’esperienza visiva. Inoltre, la scelta di materiali naturali come la corteccia sottolinea il legame dell’artista con il suo territorio, vissuto anche attraverso il confronto con la natura che lo circonda.
Lo studio di bartocci e il progetto dittico a jesi
Uno degli aspetti più apprezzati della mostra è la ricostruzione dello studio di Ezio Bartocci all’interno delle sale Betto Tesei. Questo spazio dinamico permette ai visitatori di immergersi nel processo creativo dell’artista. Le opere esposte nello studio cambiano nel tempo, dando vita a un’esperienza in continuo movimento. Chi visita lo spazio ha perciò l’opportunità di osservare moltissimi aspetti del lavoro dell’artista e, talvolta, incontrarlo mentre lavora.
Progetto dittico: arte contemporanea in dialogo con il patrimonio
Questa esposizione apre anche il progetto “Dittico. Arte contemporanea in dialogo con il patrimonio”, che si svilupperà dal 2025 al 2027. Si tratta di una serie di mostre, due ogni anno, che metteranno a confronto un artista locale già affermato con uno contemporaneo. Entrambi presenteranno opere ispirate ai tesori custoditi nei musei civici di Jesi, creando un dialogo tra passato e presente.
Il progetto intende rafforzare il legame tra arte e territorio, coinvolgendo le nuove generazioni e valorizzando la storia culturale della città. Dopo Bartocci, tra i prossimi ospiti ci sarà Daniele Bordoni, con una mostra legata al concerto di giardino e ispirata agli ambienti di Palazzo Pianetti, principale gioiello architettonico settecentesco di Jesi.
Un’offerta culturale ricca per jesi e le marche
La mostra di Ezio Bartocci si inserisce in un contesto culturale vivo, proprio nel cuore delle Marche, territorio che non smette di attirare attenzione grazie alle sue tradizioni artistiche e ai nuovi talenti. Il racconto del paesaggio attraverso l’arte crea un ponte tra passato e presente, tra cultura locale e espressione contemporanea.
Chi visita Jesi in questo periodo trova un’occasione unica per scoprire la ricchezza visiva di una delle regioni italiane meno battute dal grande turismo. Le opere di Bartocci e la programmazione che coinvolge artisti di diverse generazioni rendono la città un punto di riferimento per chi ama l’arte e vuole conoscerne l’evoluzione dal vivo. Palazzo Pianetti e le sue sale continuano così a essere un luogo dove la storia incontra la creatività del nostro tempo.