Dal 20 giugno 2025 lo Spazio Premio Licini di Ascoli Piceno ospita “il segno Ugo La Pietra“, un’esposizione che ripercorre l’intero percorso creativo di uno degli artisti più singolari e complessi del panorama italiano. La mostra presenta disegni realizzati tra il 1962 e il 2024, insieme a una scultura in ceramica, un’installazione e tre video, ampliando così il racconto tra arte, design, architettura e artigianato. Un’occasione per immergersi in oltre sessant’anni di sperimentazione visiva e culturale.
La ricerca di ugo la pietra tra disegno e spazio quotidiano
Per Ugo La Pietra il disegno non è mai stato soltanto uno strumento estetico. È diventato un mezzo critico per esplorare la relazione tra individuo e spazio urbano o domestico. I lavori esposti mostrano questa visione fin dagli anni ’60, quando le linee e le forme geometriche assumono un ruolo centrale. In quegli anni La Pietra utilizza il disegno come una sorta di mappa, una modalità per riflettere sull’organizzazione dello spazio e sulla sua percezione.
Strutturazioni tissurali e rottura dell’ordine
L’esposizione comprende le cosiddette Strutturazioni Tissurali, lavori in cui un ordine geometrico di base viene alterato da elementi casuali. Questa rottura dell’ordine rappresenta il modo in cui l’artista affronta la fragilità del controllo umano nello spazio costruito. Il percorso del visitatore parte quindi da un’indagine rigorosa dell’architettura e della forma, per arrivare poi a riflessioni più fluide e suggestive.
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La città, il cambiamento di prospettiva e l’esperienza urbana negli anni ’70
Negli anni ’70 la mostra sposta l’attenzione verso la dimensione urbana e la percezione dello spazio che la città offre ai suoi abitanti. Opere come “Immersioni” e “La città scorre ai miei piedi” evidenziano questa nuova sensibilità. Qui La Pietra non si limita a rappresentare la città, ma invita chi guarda a immergersi nella sua geografia sensoriale.
Nasce in questo decennio anche il “Commutatore”, un oggetto simbolico che spinge a cambiare il punto di vista. La sua funzione non è solo pratica, ma soprattutto concettuale: “suggerisce di interpretare lo spazio urbano come qualcosa di dinamico e molteplice”. Il visitatore prende così coscienza di come la percezione dello spazio possa trasformarsi in base al movimento, al tempo e all’esperienza personale.
Temi di identità culturale, memoria dei luoghi e riflessioni sul contemporaneo
Negli anni successivi Ugo La Pietra amplia la sua ricerca includendo narrazioni legate all’identità culturale e alla memoria dei luoghi. Cicli come “Pulizia etnica ” e “Itinerari” mettono in luce conflitti, spostamenti e trasformazioni sociali che si riverberano nello spazio urbano e paesaggistico. Questi lavori raccontano storie di cambiamento e di resistenza, sempre filtrate attraverso il segno grafico e la composizione visiva.
La mostra presenta anche due opere della serie “Covid 2020”, che restituiscono la tensione e l’isolamento del periodo pandemico. Questi pezzi testimoniano il modo in cui La Pietra ha interpretato eventi recenti con il suo linguaggio visivo, ponendo l’accento sulle difficoltà e le implicazioni sociali di quei mesi.
Le opere recenti e il rapporto tra architettura, natura e spazio pubblico
La parte finale della mostra è dedicata a lavori recenti che intrecciano architettura e natura in modo diretto e poetico. Tra questi figurano i disegni dei “Gazebi”, strutture leggere che dialogano con l’ambiente circostante. La scultura “Casetta Interno/Esterno” emerge la convivenza tra spazio privato e pubblico, fondendoli in un unico ambiente che riflette nuove modalità di vivere la città e il paesaggio.
I tre video completano l’esposizione proponendo esperienze urbane inedite e visioni futuristiche. Questi contenuti multimediali ampliano il racconto, mettendo in scena atmosfere e riflessioni sul futuro dello spazio abitato. La mostra invita a guardare il mondo con occhi diversi, seguendo il filo libero e immaginifico di Ugo La Pietra.