La biblioteca Classense di Ravenna celebra l’ottantesimo anniversario della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi-fascista con una mostra che riporta in luce le storie di famiglie locali coinvolte nella Seconda guerra mondiale. “Famiglie in guerra” espone documenti originali tratti dal Fondo dei sussidi militari dell’Archivio storico comunale. L’esposizione, visitabile dal 5 al 25 maggio in sala Farini e online sul portale delle Collezioni Digitali Classensi, fa parte della 24ª edizione della Settimana della didattica e dell’educazione al patrimonio promossa dalla Regione Emilia-Romagna. Il filo rosso della mostra intreccia vicende personali, sacrifici e resistenze vissute in quegli anni difficili.
I sussidi militari e il racconto delle famiglie ravennati
Il cuore dell’esposizione sono i fascicoli dei sussidi militari concessi alle famiglie che avevano perso o avuto in guerra parenti chiamati alle armi. Questi documenti vanno ben oltre una mera formalità: rivelano le condizioni sociali ed economiche affrontate da mogli, madri e fratelli che rimanevano a casa. I sussidi rappresentavano spesso l’unico supporto economico disponibile, elemento fondamentale per la sopravvivenza del nucleo familiare in un periodo di grande incertezza. Attraverso le richieste, le lettere, e le pratiche conservate, è possibile seguire il percorso della guerra dal punto di vista umano, cogliendo fragilità, speranze e drammi che segnavano ogni famiglia.
Una finestra sulla vita quotidiana a ravenna
Gli archivi offrono un’immagine dettagliata della vita quotidiana durante la guerra, dall’armistizio ai mesi crucci della Liberazione. Non si tratta solo di numeri o pratiche amministrative, ma di testimonianze che raccontano cosa significava vivere in una città come Ravenna sotto occupazione e poi in fase di liberazione. Lo sguardo si allarga così a un contesto sociale complesso, fatto di attese, di notizie difficili da ricevere, e di famiglie chiamate a fare i conti con la lontananza e la paura.
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La memoria dei partigiani e delle loro famiglie
Una parte significativa della mostra è dedicata a quei nuclei che hanno vissuto la guerra direttamente attraverso i propri combattenti partigiani. Le famiglie che ricevettero i sussidi nei mesi finali del conflitto testimoniano il prezzo umano della resistenza. Spiccano tra i fascicoli le storie di fratelli mandati al fronte, alcuni prigionieri in campi lontani dall’Italia, in paesi come Australia, Sud Africa o Texas. Questi luoghi rappresentano simboli della dispersione e della fatica di riuniscre famiglie distanti per molto tempo.
Lettere, documenti e resilienza
Molti soldati riuscirono a ritornare solo dopo la fine delle ostilità, prolungando l’attesa e l’angoscia per lunghi mesi. Le lettere e i documenti esposti permettono di capire quel senso di isolamento, ma mostrano anche la forza di chi resisteva a distanza. Le vicende dei partigiani si intrecciano con quelle degli altri combattenti che hanno contribuito alla Liberazione di Ravenna nel 1944-45, creando una rete di racconti che immergono il visitatore in un periodo cruciale della storia locale e nazionale.
Le sezioni della mostra e il ruolo della croce rossa italiana
L’allestimento si divide in quattro sezioni tematiche, ognuna pensata per approfondire un aspetto specifico del conflitto e della sua influenza sulla vita delle famiglie. “Lettere dalla prigionia” raccoglie i corrispondenze inviate dai militari rinchiusi in campi di concentramento o prigionia, testi che rivelano il desiderio di mantenere un legame con i cari e testimoniano le condizioni di sopravvivenza in circostanze estreme.
“Fratelli in guerra” racconta il contributo di intere famiglie, spesso con più figli al fronte, evidenziando i sacrifici di madri, mogli e sorelle. “Partigiane e partigiani” mette in luce il ruolo di chi scelse la resistenza armata, spesso supportati dal tessuto sociale riconoscibile nelle pratiche dei sussidi. L’ultima area, “Il ruolo della Croce rossa italiana”, illustra come l’organizzazione umanitaria operò non solo sul fronte sanitario ma anche nel fornire assistenza alle famiglie segnate dalla guerra.
Un racconto che si avvale di fonti storiche precise per restituire al pubblico la complessità di un periodo segnato da sofferenze profonde, ma anche da momenti di speranza e ricostruzione. Ravenna, riscoprendo questi documenti, riafferma la sua memoria storica attraverso volti e voci di chi ha vissuto quei giorni.