La Galleria d’Italia di Milano ospita, dal 17 maggio al 19 ottobre 2025, una mostra significativa dedicata all’identità, al desiderio e alla libertà personale. L’esposizione presenta trenta fotografie e due video dell’artista americana Jess T. Dugan, che esplorano storie di persone appartenenti alla comunità Lgbtq+, riflettendo su esperienze legate all’amore, all’accettazione, e alla complessità dell’identità. L’inaugurazione coincide con la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, sottolineando l’importanza del messaggio culturale ed etico della mostra.
un viaggio visivo dentro l’identità e le relazioni queer di Jess T. Dugan
Jess T. Dugan mette in scena un percorso artistico che usa la fotografia per raccontare chi siamo e chi vogliamo essere. Le immagini mostrano corpi e volti, coppie e singoli, in una serie iniziata nel 2011 che documenta una comunità spesso trascurata o fraintesa. L’artista, che si definisce persona queer e non binaria, condivide volti di amici e persone con cui ha stabilito connessioni profonde. Le sue fotografie invitano a guardare oltre l’apparenza per scorgere emozioni, storie e vulnerabilità.
Ritratti e autoritratti: una rappresentazione della complessità personale
Non solo ritratti, ma immagini che traducono fisicità e identità personale: Dugan si autoritrae mostrando le cicatrici dell’intervento di ricostruzione toracica, un momento intimo e deciso della sua esperienza. Questi dettagli rivelano la complessità umana e la battaglia contro pregiudizi e discriminazioni. L’artista ha affermato che l’odio nasce da ignoranza e che conoscere realmente un’altra persona rende impossibile l’odio.
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I video che accompagnano le fotografie: tra maternità e rapporti familiari difficili
Oltre ai trenta scatti fotografici, la mostra presenta due video fondamentali nel racconto della vita dell’artista. Il primo, “Letter to my daughter”, datato 2023, accompagna lo spettatore nel viaggio che ha portato Jess T. Dugan a diventare madre, fino ai primi cinque anni della figlia. Attraverso questo filmato emergono emozioni intense legate alla genitorialità e all’amore in tutte le sue forme.
Il secondo video, “Letter to my father”, affronta invece un tema più delicato: il rapporto complicato e difficile tra l’artista e suo padre. Questo racconto contribuisce ad approfondire l’intimità dell’esposizione e offre uno sguardo personale sulle dinamiche familiari all’interno della sfera queer. I video diventano uno strumento narrativo che completa le immagini, amplificando il messaggio di rispetto e comprensione.
l’impatto culturale e sociale della mostra nelle Gallerie d’Italia
La curatrice Renata Ferri sottolinea come Jess T. Dugan non racconti solo la comunità queer ma una realtà umana più ampia. Gli amici, le relazioni e i diversi legami dipinti dall’artista riflettono una ricchezza che nasce dalla diversità. La mostra diventa così una celebrazione di volti, storie e corpi che compongono una comunità variegata. Qui la differenza non solo esiste, ma si trasforma in un valore e una fonte di arricchimento.
Sostenitori e valori sociali
Dal punto di vista istituzionale, la mostra è sostenuta anche da Intesa Sanpaolo, con la sua Responsabile Diversity Equity & Inclusion, Elena Avogadro, che ha definito l’esposizione un invito a superare le apparenze corporee per accogliere la complessità e l’unicità delle persone. Questo messaggio allinea arte e valori sociali, stimolando una riflessione più ampia sulla società contemporanea. Gallerie d’Italia confermano così il ruolo di spazio capace di raccontare aspetti emergenti e difficili del tessuto sociale attraverso l’arte.
L’esposizione, che si svolge in una cornice di riflessione attuale, affronta temi che per molti restano ancora poco visibili o compresi. Ogni opera racconta frammenti di vita e dolore, forza e fragilità, generando una conversazione importante sul tema dell’identità e dell’amore in tutte le forme possibili. Le immagini e i video di Jess T. Dugan offrono al pubblico di Milano un’occasione per scoprire storie fuori dagli stereotipi e per guardare con occhi nuovi la diversità di chi ci sta accanto.