La stazione Municipio della metropolitana di Napoli ospita fino al 6 luglio una mostra che ripercorre oltre un secolo di storia della polizia scientifica in Italia. L’esposizione, dal titolo “La verità nelle tracce. Oltre 120 anni di polizia scientifica”, si sviluppa in sette stanze multimediali e illustra l’evoluzione delle tecniche investigative, dalle origini fino alle tecnologie più recenti come l’intelligenza artificiale. Il percorso si rivolge a tutti, offrendo una panoramica concreta sulle attività forensi e le sfide affrontate nel corso del tempo per migliorare le indagini criminali.
Una mostra immersiva sulla storia della polizia scientifica
La mostra si articola attraverso sette ambienti tematici che mostrano l’evoluzione delle pratiche forensi dal 1905 a oggi. Ogni stanza mette in luce un aspetto specifico: campo forense generale, biologia, chimica, tecnologia multimediale, tomografia computerizzata, balistica e infine l’intelligenza artificiale applicata alle indagini. Questi spazi permettono di osservare strumenti, metodi e innovazioni che hanno reso possibile raccolte e analisi più precise delle tracce lasciate sulle scene del crimine. I visitatori possono così capire come si è passati da tecniche tradizionali a procedure altamente specializzate e informatiche.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nelle indagini
Le tecnologie attuali integrate con l’intelligenza artificiale, per esempio, consentono di ricostruire con maggior dettaglio la scena del reato, processando grandi quantità di dati e immagini. Lo sappiamo già: la componente tecnologica aiuta notevolmente, ma non è sufficiente senza l’occhio esperto dell’investigatore. La mostra chiarisce proprio questo rapporto tra macchina e analista, evidenziando l’importanza del fattore umano nella validazione dei risultati ottenuti.
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Le autorità presenti all’inaugurazione
L’inaugurazione si è svolta alla presenza di rappresentanti delle istituzioni partenopee di rilievo, tra cui il questore di Napoli Maurizio Agricola, il procuratore dei minori Patrizia Imperato, il presidente del tribunale Elisabetta Garzo e l’assessore comunale Antonio De Iesu, già questore di Napoli. Questi ospiti hanno sottolineato il ruolo cruciale svolto dalla polizia scientifica nell’indagine criminale e come il processo di innovazione tecnologica abbia aiutato ad affrontare con maggiore sicurezza e rapidità i casi più complessi.
Il questore Agricola ha spiegato che la mostra esprime la volontà di far conoscere al pubblico la storia e i progressi della polizia scientifica, avvicinando la cittadinanza alle realtà investigative che spesso restano dietro le quinte. Ha evidenziato come la polizia scientifica abbia saputo adattarsi nel corso degli anni, inserendo nuove competenze e strumenti per non perdere terreno rispetto alle evoluzioni criminali.
Il futuro della digital forensic
Fabiola Mancone, direttore del servizio di Polizia Scientifica, ha illustrato la direzione che sta prendendo il lavoro degli esperti forensi. Ha spiegato che oggi il futuro è rappresentato dalla digital forensic, cioè l’analisi dei dati digitali contenuti nei dispositivi elettronici come smartphone o telecamere di sorveglianza. Questi elementi non solo forniscono prove materiali ma anche immateriali, come dati di geolocalizzazione o conversazioni, che arricchiscono l’indagine.
Mancone ha descritto come la mostra presenti tecniche che vanno dalla dattiloscopia tradizionale al laboratorio 3D per la riproduzione tridimensionale della scena del crimine. Nel contesto attuale, l’uso dell’intelligenza artificiale supporta alcune procedure ma il giudizio finale resta affidato agli investigatori. Per esempio, nel riconoscimento facciale con il sistema Sari, un software che sta attirando molta attenzione, l’apporto umano è decisivo nel confermare o meno le identificazioni suggerite dalla macchina.
Questo equilibrio tra innovazione tecnologica e presenza umana definisce il metodo moderno della polizia scientifica, che punta a garantire precisione senza rinunciare all’interpretazione critica propria degli esperti.
Dettagli pratici sulla mostra e come partecipare
“La verità nelle tracce” resta aperta al pubblico nel sottopasso del molo Angioino, di fronte alla stazione Municipio, a Napoli. L’ingresso gratuito permette a cittadini, studenti, appassionati di scienza e cronaca giudiziaria di visitare esposizioni interattive e approfondire la realtà della polizia scientifica. Le sette stanze offrono un viaggio che riesce a coniugare storia e tecnologia in modo chiaro e coinvolgente. È una opportunità per scoprire da vicino i metodi usati per risolvere i casi più delicati e il continuo lavoro di aggiornamento che consente di affrontare nuove sfide investigative.
La scelta della location, nel cuore di Napoli, rende la mostra accessibile e visibile a un pubblico eterogeneo, anche a chi di norma non frequenta ambienti culturali o scientifici. Proporre un evento così dettagliato tra stazione e molo, zone molto frequentate, può contribuire a diffondere una conoscenza concreta del lavoro che si svolge nelle forze dell’ordine, lontano da stereotipi e idee vaghe.
L’allestimento punta a raccontare i diversi volti di un’area spesso trascurata ma centrale nella ricostruzione della verità giudiziaria, un percorso dove la tecnologia e le competenze umane si intrecciano per garantire risultati affidabili e supportati da prove tangibili.