La morte di Piero Speranza e l’eredità controversa del lago just blu a Candia Canavese

La morte di Piero Speranza e l’eredità controversa del lago just blu a Candia Canavese

La morte di Piero Speranza a Candia Canavese riaccende i riflettori sul suo ruolo controverso legato al locale Just Blu di Bollengo, alle indagini della Guardia di Finanza e al maxi-processo ’ndranghetista Cagliostro.
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Piero Speranza, imprenditore controverso del Canavese legato a locali notturni e accuse di mafia, è morto mentre era imputato in un maxi-processo per presunti legami con la ’ndrangheta. - Gaeta.it

Nel cuore del Canavese, la scomparsa di Piero Speranza ha riacceso l’attenzione su una figura controversa, legata a vicende giudiziarie, locali notturni e presunte infiltrazioni criminali. A cinquantacinque anni, l’imprenditore non era solo un volto noto, ma una presenza capace di far parlare per anni una comunità divisa tra ammirazione e sospetto. La sua storia intreccia serate sul lago con accuse pesanti, raccontando una realtà locale da più lati difficili da ignorare.

Piero speranza, da imprenditore a protagonista di un’inchiesta giudiziaria

Piero Speranza è morto nella casa di famiglia a Candia Canavese, nella notte tra il 5 e il 6 maggio 2025. La notizia ha subito percorso le strade della zona, lasciando dietro molte domande. Non era soltanto un imprenditore, ma una figura addentrata in vicende complesse. Ufficialmente non risultava proprietario del Just Blu di Bollengo, ma tutti lo identificavano come il motore di quel locale conosciuto per feste e serate controverse. Quel circolo ricreativo, parte della vita notturna del Canavese, era finito sotto la lente della Guardia di Finanza e della Direzione Distrettuale Antimafia.

Negli ultimi mesi, Speranza era detenuto a Verona e imputato nel maxi-processo legato all’inchiesta “Cagliostro“. Questa aveva messo a fuoco un gruppo ’ndranghetista con forti legami tra Ivrea, Chivasso e la Calabria. La Procura lo accusava di concorso esterno in associazione mafiosa, con dettagli su come avrebbe favorito l’ingresso di capitali illeciti nell’economia locale, offrendo appoggi e contatti. Questa accusa pendeva su di lui mentre continuava a difendersi con l’avvocato Michele De Carolis e compariva in tribunale tramite videocollegamento.

Il lago just blu, simbolo di divertimento e indagini

Il lago Just Blu rappresentava per molti un luogo di svago, ma per gli inquirenti un crocevia di attività opache. Situato a Bollengo, il locale aveva guadagnato notorietà per eventi notturni, feste spesso fuori controllo e numerosi episodi insoliti: sequestri, denunce per attività non autorizzate, incendi dal significato ambiguo, danneggiamenti come il taglio di gomme delle auto parcheggiate. Non mancavano momenti di mondanità, con vip che frequentavano il locale, eventi scenografici e serate di gran richiamo.

Nonostante i frequenti problemi con la legge e sequestri della struttura, Speranza era sempre presente, ostentando un ruolo di supervisore o proprietario, anche se ufficialmente si definiva un semplice collaboratore. La sua figura magnetica dominava la scena, capace di attirare molti ma anche di creare atmosfere sospette. Il Just Blu oggi resta associato al suo nome come simbolo di un Canavese che cercava il divertimento ma scontava i rapporti ambigui con il crimine organizzato.

Le vicissitudini giudiziarie di speranza tra truffe, accuse e processi

La vita di Speranza si era spesso intrecciata con la giustizia. Nel 2016 era stato indagato per una truffa nel mondo dell’arte, accusato di aver sottratto dipinti a un collezionista con una serie di fideiussioni inesistenti. Aveva inoltre avuto condanne per episodi di violenza, come un caso a Termoli per minacce e violazioni di domicilio, legato a un’aggressione in un hotel.

Questi fatti avevano contribuito a costruire un’immagine dai contorni sfumati, con mezze verità, smentite e collegamenti pericolosi che hanno alimentato sospetti intorno alla sua persona. I processi in corso – e in particolare il maxi-processo che coinvolgeva diversi imputati della ’ndrangheta – sono stati al centro delle ultime battaglie giudiziarie di Speranza. Ora, con la sua morte, questi procedimenti dovranno andare avanti senza di lui.

La scomparsa di speranza e l’eredità di un personaggio controverso

La morte silenziosa avvenuta nella casa di famiglia lascia un segno nel tessuto sociale del Canavese. Piero Speranza, con tutto il suo bagaglio di storie, rimane una figura che divide. Per qualcuno era un imprenditore coi piedi per terra, per altri un uomo caduto nelle maglie del crimine o addirittura un personaggio che poteva sapere troppo.

Il processo che lo vedeva coinvolto guarda avanti, mentre il suo nome continuerà a emergere tra i racconti locali, il chiacchiericcio e le carte giudiziarie. Quel lago, i suoi eventi e le inchieste che lo accompagnavano, restano un capitolo ancora aperto. Speranza ha chiuso la sua storia tra le mura dove era nato, lasciando un’eredità difficile da ignorare, sospesa tra realtà e leggende.

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